L'8, 9 e
10 maggio 2019, il
Conservatorio di musica 'Alfredo Casella' dell'Aquila ha celebrato il pianista e compositore cui deve il proprio nome. Insigni studiosi e allievi dell'istituto si sono infatti confrontati con le partiture e la poetica del
Maestro, ripercorrendone l'attività e l'estetica in felice dialogo gli uni con gli altri. I luoghi aquilani deputati all'evento sono stati:
l'Auditorium del Conservatorio e
l'Auditorium del Parco, progettato da
Renzo Piano. Le tre giornate si sono concluse poi a
Roma, dove alle ore
19.00 del
10 maggio la
Sala Accademica del
Pontificio Istituto di Musica Sacra ha ospitato un concerto sinfonico, durante il quale - a ingresso libero - il pubblico capitolino ha potuto ascoltare la
'Scarlattiana' per pianoforte e orchestra di
32 strumenti op. 44 (1926) e il
Concerto Romano per organo, timpani, ottoni e archi
op. 43 (1926), rispettivamente eseguiti dal pianista
Pasquale Evangelista e dall'organista
Carlo Ferdinando de Nardis, entrambi promettenti allievi del Conservatorio. Ma entriamo nel dettaglio della programmazione: il titolo del convegno può fornirne già un indizio sull'orientamento musicale dell'evento, certamente vario:
Alfredo Casella, infatti, è stato trattato non soltanto in qualità di compositore, bensì quale
"interprete del suo tempo", sensibile testimone dell'epoca in cui visse, suonò e compose. Nella prima parte di
mercoledì 8 maggio, moderati dalla professoressa
Carla Di Lena, sono intervenuti
Giangiorgio Satragni, Annalisa Bini e
Angela Annese, con contributi dedicati, rispettivamente, alla particolare modernità del
Maestro, al contempo
"nazionale e internazionale", ai suoi rapporti con l'allievo di
Ildebrando Pizzetti Virgilio Mortari e ai carteggi tra
Nino Rota e
Fedele D'Amico. La seconda parte ha visto le relazioni del dottor
Carlo Ferdinando de Nardis, che ha presentato un'inedita edizione della partitura orchestrale del
Concerto Romano e della dottoressa
Benedetta Saglietti, che ha sottolineato la
"rinnovata fortuna critica" goduta dal compositore a partire dal
2014, anno della prima messa in scena moderna dell'opera
'La Donna Serpente', diretta dal
Maestro Fabio Luisi a
Martina Franca, in occasione del
40esimo Festival della Valle d'Itria. Nella seconda giornata,
giovedì 9 maggio, è stato invece affrontato il rapporto che
Casella ebbe con arti estranee all'ambito musicale. Moderatrice degli interventi è stata la professoressa
Fiamma Nicolodi, professore ordinario
dell'Università di Firenze. In seguito, il professor
Roberto Calabretto, ha proseguito con un intervento sui rapporti tra
Casella e il mondo cinematografico; infine, il dottor musicologo
Francesco Fontanelli ha affrontato le radici pittoriche della
"seconda maniera caselliana". A conclusione della giornata, con la moderazione del professor
Giangiorgio Satragni, il dottor
Gregorio Moppi ha parlato del
'Deserto tentato', dedicato a
Benito Mussolini nel
1937, mentre il professor
Antonio Rostagno si è espresso sullo
"stile tardo" del
Maestro. Particolarità del convegno sono stati, ovviamente, gli intermezzi musicali, curati direttamente da allievi del conservatorio, che hanno inframezzato le conferenze con piacevoli esecuzioni di opere del
Maestro. La progettazione e il coordinamento dell'evento è stato curato dai professori
Luisa Prayer, occupatasi della programmazione del convegno di studi,
Claudio Di Massimantonio e
Marco Ciamacco, ai quali si deve il coordinamento organizzativo. La produzione musicale si deve, altresì, ai professori
Carlo Benedetti, Aurelio Canonici, Rosalinda di Marco, Claudio di Massimantonio, Renzo Giuliani, Hyo Soon Lee, Luisa Prayer e
Giulia Valente. L'intero convegno è stato, tra l'altro, trasmesso in diretta streaming su
Radio Cemat.