Per rispetto della
Storia e anche del presente, risulta inopportuno fare delle comparazioni fra la stagione politica del
Governo Craxi e quella, drammatica, che stiamo vivendo. Posso solo dire che i governi della
prima Repubblica non stavano ogni giorno a lamentarsi delle macerie lasciate in eredità dal
fascismo. E, di fronte alle avversità, rappresentate soprattutto dalla divisione del mondo in due blocchi, seppero far fronte alla
instabilità interna e
internazionale sapendo infondere fiducia tra i cittadini. Nel
1983, i socialisti tornarono al governo dopo l'esperienza del
primo centro-sinistra preparati per essere
classe dirigente e seppero accompagnare il nuovo dinamismo della società italiana. Credo che mio padre
Bettino seppe guadagnarsi prestigio e rispetto internazionale, facendo valere la forza del proprio Paese senza dover mettere le
'dita negli occhi' a nessuno. Uno
spirito internazionalista sorreggeva i
Paesi europei dell'epoca e una cooperazione fra i
leader socialdemocratici della migliore stagione che la
sinistra di governo abbia mai conosciuto: quella degli
anni '80 del secolo scorso. Oggi, alla
sinistra italiana manca una forza politica che abbia il medesimo segno innovatore, collegato a una grande tradizione. E' il
vuoto ideologico, una delle mancanze principali del
Partito democratico, che ha radici di cui non si parla, ma che si ricollegano alle
pulsioni populistiche dell'allora
Partito comunista italiano. Penso che noi
socialisti abbiamo la responsabilità di far riemergere la nostra identità, puntando alla nostra
autonomia e cercando la strada più utile per essere protagonisti nella
campagna elettorale europea, in cui più di altri abbiamo titolo per dire la nostra opinione. Naturalmente, é fondamentale
riunire tanti socialisti in un progetto comune, approfittando delle vistose divisioni in campo altrui. A
Sigonella, fu impedito l'assalto della
Delta Force; a
Catania, Matteo Salvini ha arrestato
cento africani stremati: credo che il paragone sia
un insulto all'intelligenza e anche alla
Storia.