Anni fa, in un congresso della
ricostituente socialista, parlai apertamente di
"socialisti in camicia azzurra che devono ritrovare la strada di casa". Alcuni di noi, pur mantenendo l'identità politica socialista, stazionammo per una legislatura nei pressi della
CdL. Da allora, sono passati quasi quindici anni. Dal
1994, addirittura ventiquattro. La prima legislatura della tragica
seconda Repubblica si aprì con il paradossale equivoco che il Partito più nuovo e più integrato nella rivoluzione italiana,
Forza Italia, ricoverava i profughi del
colpo di Stato, ovvero gli elettori del
centro-sinistra che, in un colpo, si ritrovarono senza le proprie forze politiche tradizionali. Va detto che forme residue di resistenza furono offerte sia dai democristiani di
Martinazzoli, sia dagli stessi socialisti, guidati allora da
Ottaviano Del Turco. Ma questi ultimi, in particolare, apparivano in difficoltà nell'alleanza con il Partito che più
'carognescamente' aveva cavalcato
'Mani pulite'. Il voto per
Forza Italia, all'epoca fu una sorta di
'bene-rifugio' della disperazione elettorale. Ma gli anni passano, le cose cambiano e
Forza Italia non é un Partito rivoluzionario. Ha governato, l'un per l'altro, quindici anni il nostro Paese, non benissimo. E' una forza radicata nel
conservatorismo popolare europeo ed é un classico Partito di
centro-destra populista. Un elettore che si dichiara socialista e che non ha smarrito la tavola dei principi e dei valori basici del socialismo italiano ed europeo, conosce la differenza fra il
liberismo compassionevole e la
socialdemocrazia. Certamente, condividiamo gli stessi valori di
libertà, ma non possiamo accettare qualsiasi cedimento alle
destre xenofobe, razziste, sovraniste e
antieuropee, peraltro
giustizialiste. Insomma,
Forza Italia, al netto delle
'magagne' della sinistra italiana e dello spostamento verso il
centro liberale di questo
Pd, non é
un'alternativa di voto per i socialisti: spero che questo
equivoco si chiarisca anche in questa occasione.
Ps: resti chiaro che i miei sentimenti di natura personale verso il
presidente Berlusconi e per la sua
famiglia restano
immutati, poiché la politica é un'altra cosa. E, purtroppo per entrambi, anche il
calcio lo é diventata...