Serena Di GiovanniPochi giorni fa, a Roma, presso la bellissima sala dell'ex Carcere femminile del complesso del San Michele a Ripa Grande, è stato presentato un laboratorio scientifico destinato agli allievi della Scuola di Alta Formazione dell'Istituto superiore per la conservazione e il restauro, la cui progettazione è stata resa possibile da un'erogazione finanziaria privata

È stata definita: "La realizzazione di un sogno". Stiamo parlando dell'aula scientifica inaugurata presso il noto istituto romano di conservazione e restauro, l'Iscr, grazie al sostegno di Fendi, che ha elargito circa 250 mla euro per la sua realizzazione, confermandosi importante mecenate del nostro patrimonio culturale. Oltre ad aver avviato la collaborazione con l'Iscr, infatti, la nota casa di moda italiana ha da poco firmato anche una partnership con la Galleria Borghese e fornito i fondi per il restauro della Fontana di Trevi. "Fendi è una maison italiana, romana. Per questo motivo, proviamo un profondo obbligo morale nel difendere il patrimonio culturale del nostro Paese", ha commentato Pietro Beccari, amministratore delegato e presidente dell'azienda. Come inoltre ha precisato Gisella Capponi nel corso della conferenza stampa: "L'aula si configura come un luogo pensato per l'attività didattica della Scuola di Alta Formazione e Studio. Del resto, uno degli scopi della fondazione dell'istituto, fin dal lontano 1939, è stato proprio quello di formare restauratori qualificati".
L'aula sarà dedicata esclusivamente alla didattica della Scuola di Alta Formazione e Studio (Saf). Essa, con i suoi quaranta metri quadrati, accoglie 'laser' di ultima generazione, microscopi con schermo interattivo, sensori per rilevare il microclima. E ancora, strumentazioni portatili per il controllo delle opere, apparecchi per la disinfestazione e kit per test microchimici. Il progetto è stato coordinato, per la parte scientifica, da Annamaria Giovagnoli, la quale ha auspicayo "che il laboratorio possa diventare un luogo di incontro e scambio di saperi e uno spazio di condivisione tra diverse competenze, scientifiche e proprie del restauro". Il progetto architettonico, invece, è stato curato da Isabella Monteforte. Quest'ultima ha spiegato come "inizialmente l'ambente fosse adibito a magazzino. L'idea progettuale", ha precisato la Monteforte, "è stata quella di ripristinare le tre aperture sul lato dell'ambiente, per favorire l'illuminazione naturale ma anche per dare continuità al progetto sud. L'aula è stata pensata come uno spazio dinamico destinato a 'mutare nel tempo' in relazione alle diverse attrezzature che lo abiteranno. Anche la scelta cromatica delle pareti è stata fatta tenendo conto della sua destinazione, rivolta all'apprendimento".
Ci sono voluti due anni di lavori per ristrutturare per intero l'ex deposito tra il cortile dei Marmi e quello delle Arti, cuore del complesso monumentale del San Michele a Ripa grande, a Roma, dove ha sede l'istituto e la Saf di Roma. Saf che, proprio in questi giorni, ha conosciuto, insieme all'altra sede di Matera, un cambiamento ai vertici, dove si sono insediati due giovanissimi nuovi direttori: la storica dell'arte e restauratrice Francesca Capanna, per la sede capitolina e l'architetto Giorgio Sobrà, per quella materana.
La maison Fendi ha potuto finanziare il progetto in base a una convenzione firmata il 15 dicembre 2015 e grazie ad Artbonus, che consente un credito di imposta, pari al 65% dell'importo donato, a chi effettua erogazioni liberali a sostegno del patrimonio culturale pubblico italiano. A tal proposito, Gisella Capponi ha dichiarato che "lo Stato non può avere l'onore di caricare spese simili sulle proprie spalle: l'intervento dei privati nella tutela e la conservazione del patrimonio artistico si fa, quindi, fondamentale".


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