In merito
all'aggressione subita dai tre parlamentari del
Partito democratico da parte di alcuni esagitati manifestanti contro la norma sui
vaccini obbligatori, riteniamo ormai necessario
'avvertire' il
Movimento 5 Stelle: alcune frange di
estrema destra si sono infiltrate tra le vostre fila con intenzioni
poco raccomandabili. Richiamiamo dunque
Beppe Grillo a tenere sotto controllo la propria forza politica, affinché venga assolutamente abbandonato ogni comportamento
pararivoluzionario. Appare ormai evidente come
un'ampia 'ala' del consenso
'grillino' sia mosso da intenzioni
incoffessabili. Tuttavia, anche la democrazia ha le sue
regole. E il tentativo di imporre le proprie ragioni attraverso
forzature violente e
aggressive non può essere tollerato. La
'piramide d'odio' che si è creata nei confronti del mondo politico italiano è
giustificata solo in parte: se veramente s'intende proporre una nuova visione di futuro ai cittadini - idea, per certi versi, persino auspicabile - allora si eviti di trascendere nel
qualunquismo nichilista, portatore solamente di ulteriori sciagure.
L'Italia potrebbe aver bisogno di nuove idee e di nuovi metodi di gestione delle enormi questioni che si ritrova ad affrontare. In tal senso, diviene fondamentale far comprendere ai cittadini come un movimento sorto spontaneamente e
'dal basso' sia in grado di garantire
soluzioni ragionevoli ai problemi e non una loro
'moltiplicazione'. Un provvedimento come quello varato dal
Governo Gentiloni sui
vaccini, in termini di politica
'statuale' non rappresenta nulla di
stravagante o
clamoroso. La
'ratio' dello
Stato è, infatti, collettiva e pubblica. Ed essa non può essere interpretata attraverso
logiche 'singolari', o di carattere
eccezionale. Se effettivamente esistono
situazioni particolari, queste vanno esaminate a parte e, nel caso,
esonerate dagli obblighi di legge. In buona sostanza,
ogni eccezione conferma la 'regola', così come ogni regola deve tener conto delle proprie 'eccezioni'. Se veramente ci si vuol ribellare contro determinate
'lobbies oligopolistiche', che impongono prezzi e prodotti all'interno di un preciso settore di mercato, allora si deve anche dimostrare la
'coerenza democratica' di sensibilizzare l'opinione pubblica con iniziative e manifestazioni di
'denuncia', supportate da prove inconfutabili, costringendo eventualmente lo
Stato a rettificare i suoi provvedimenti. Limitarsi a contestare, violentemente e a prescindere, uno dei suoi poteri, in particolar modo quello
esecutivo, significa solamente proporre una
contraddizione in termini, che rischia di degenerare in uno
sbandamento continuo tra
anarchia assembleare e
furore giacobino. Si tratta di contraddizioni che il popolo italiano ha già conosciuto e vissuto, sulla sua pelle e nella propria Storia. E che non avrà alcuna difficoltà a
respingere, casomai ne percepisse, anche solo lontanamente, il
ritorno.