Siamo di colpo regrediti di trent’anni e siamo tornati al 1994. Una presidente del Consiglio dal 'caratterino' complicato vive tutto ciò che non può fare – perché le tocca pure a lei rispettare regole che valgono per tutti – come un attentato alle sue divine vestigia. In questa insana attività, dannosissima per il Paese, la presidente è supportata da un 'codazzo' di giornalisti prezzolati, reti televisive amiche, 'scendiletto' da monologhi che, un tempo, si sarebbe chiamato uso privato del servizio pubblico, da una televisione di Stato colonizzata e sotto dittatura, oltre a un lungo elenco di membri di governo condannati in via definitiva o indagati, altri che andranno a processo entro breve, estremisti un po’ isterici e, soprattutto, di profonda incapacità. Ma lei, che nella manipolazione della realtà a suo uso e consumo è abilissima, attribuisce il danno per il Paese ai giudici, ma si guarda bene dal ricordare che i giudici di prima, quelli che non convalidavano i trattenimenti dei migranti e che erano lì come servitori dello Stato, applicavano la legge esattamente come quelli che ieri non hanno convalidato i trattenimenti di 43 migranti in Albania esattamente come quelli di prima. Chi non ha applicato la legge è quel governo che, per mai chiariti interessi superiori, ha restituito un torturatore seriale, violentatore di bambini, alla Libia. Ma avrà avuto i suoi motivi, quel governo. E non ci troverà mai d’accordo. Tuttavia, se si degnassero di spiegarli, quei motivi, senza dare la colpa a una magia alla Harry Potter, saremmo anche disposti a comprenderli. Perché siamo brava gente e siamo compassionevoli: guardate solamente chi mettiamo al governo pur di dargli un lavoro. Nel frattempo, navi della Marina Militare viaggiano semivuote, facendo su e giù per il mar Adriatico con costi esorbitanti, dato che nostra signora delle promesse mai mantenute ha tuonato il suo: “Funzioneranno”! E mentre la nuova versione dei "taxi del mare" fanno avanti e indietro, arrivano migliaia di migranti di cui tutti si guardano bene dal parlarne. Tanto "è tutta colpa dei giudici, che vogliono governare” e tutto il mondo ce l’ha con lei, perché “l’Italia è diventata troppo influente”. Che gran brutta bestia, l’invidia.