Il direttore di www.laici.it,
Vittorio Lussana, è ufficialmente un tifoso
romanista. Ha adorato
Paolo Roberto Falcao, a suo tempo: un giocatore che ancora oggi considera
"il più intelligente che abbia mai visto su un campo di calcio". Ma chi lo conosce sa anche che la sua sofferenza principale, da svariati decenni, è per le
sorti 'altalentanti' della squadra che realmente vive in fondo al suo cuore:
l'Atalanta, anche detta la
'dea'. Ebbene:
l'Atalanta di quest'anno è fortissima e sembra quasi
'puntare' alla qualificazione in
Champion's League. Un vivaio di giovani favolosi, come tradizione dalle parti di
Zingonia. E qualche aggiustamento tattico del tecnico di quest'anno:
Gian Piero Gasperini. Risultato: non c'e n'è più per nessuno,
Juventus compresa.
L'Atalanta è diventata una squadra equilibrata, perfetta in ogni suo reparto. Siamo alla nascita di un
'ciclo' come fu quello del
Parma degli anni '90, o del
Verona degli anni '80? Non lo sappiamo. Di certo, il nostro direttore ci spera tanto, attraverso una serie di
'trasfigurazioni mistiche' che lo stanno portando, partita dopo partita, a evocare gli
'spiriti' di
Bartolomeo Colleoni e quello del 'testaccino'
Claudio Ranieri, sognando un nuovo
'fenomeno-Leicester' anche qui da noi. Il
'vivaio' bergamasco ha sempre
'sfornato', a dire il vero, talenti spesso decisivi per il nostro calcio:
Gaetano Scirea; Antonio Cabrini; Roberto Donadoni; Cristiano Doni. Questi sono solo alcuni dei nomi che hanno vestito, nei primi anni della loro carriera, la maglia
nero-azzurra, garantendo la bontà di un settore giovanile divenuto un vero e proprio
'brand'. Ma la soddisfazione più grande è quella di una squadra che, da sempre, non si mette a
'inseguire' sul mercato
'nomi altisonanti', spendendo e
'spandendo' risorse inutili. A tal proposito, qualcuno a
Roma rammenta un'accesa discussione notturna svoltasi quest'estate esattamente sotto al
Gasometro del
'Testaccio', tra l'attore
Daniele Parisi, noto tifoso
'laziale' e recente vincitore del premio come
'Miglior attor emergente' al
Festival del cinema di Venezia, in compagnia del direttore
Lussana. L'accusa che quest'ultimo rivolgeva al simpatico artista era un'errata
'politica calcistica' del presidente della Società sportiva Lazio,
Claudio Lotito, troppo ispirata a quella
dell'Atalanta: "Una piccola squadra di provincia", affermava,
"dotata di un impianto modesto (lo stadio 'Azzurri d'Italia', ndr), mentre la Lazio, dietro di sé, ha mezza capitale d'Italia e gioca all'Olimpico". Una
profezia 'all'incontrario', che ha portato fortuna proprio a queste due compagini, la
Lazio e la
'dea orobica', che con i loro giovani stanno ben figurando nel nostro campionato calcistico nazionale.
Daniele Parisi oggi è contento e
'ridacchia' sotto ai
'baffi'; Lussana, per parte sua, sta cercando di sfruttare i suoi poteri
'alla rovescia' per provare a convincerci di evitare la professione giornalistica,
"troppo maligna e difficile, soprattutto in Italia", dice lui. Noi, ovviamente, speriamo abbia
'torto' anche questa volta.