Giovan Bartolo BottaTeatro Quirino 'bonsai'. Per la precisione: teatro 'Quirinetta', adiacenza Palazzo Chigi, la Sala Caffè Concerto preferita dal maschio alfa Ernest Hemingway, durante i suoi soggiorni primaverili in territorio capitolino. L'edizione 'olimpica' del Roma Fringe Festival 2016 si congeda dal proprio pubblico stravolgendo le regole del gioco in 'zona Cesarini'. Le modalità di svolgimento della finalissima sono rivoluzionate 'copernicanamente', facendo le pulci allo sfibrante sistema dell'antico 'catch nipponico'. Bandito il prevedibile palcoscenico all'italiana; defenestrato ogni tipo di spazialità avanguardistica; assolutamente escluso l'ampio respiro della canonicità classicheggiante; irriso il sistema caotico 'vittoriano'. Al posto delle comode assi di legno, ecco palesarsi un 'fottutissimo ring': quattro angoli per quattro lati, niente corde elastiche a delimitarne il confine, bensì torturante filo spinato. Un 'pinguino in livrea' come arbitro. Le compagnie teatrali chiamate a gareggiare fanno il loro ingresso in scena ogni tre minuti. Dovranno cercare di 'sbattersi fuori' vicendevolmente dal quadrilatero in polietilene, senza troppe cerimonie. Una gara che oscilla come un pendaglio tra la concentrazione e la resistenza. Vince chi rimane in piedi. Sul ring. Solo. Perché solitaria è la condizione imperitura del teatrante odierno. Solitaria, benché paradossalmente promiscua e scissa nella moltitudine interpretativa di questo 'ologramma mobile' chiamato universo. Il commento in cabina di regia è affidato al sempiterno 'coach' americano Dan Peterson. Questo non solo per caso, ma per un mucchio di buoni motivi: il teatro è buono qui ed è buono qui, proprio come il 'Lipton Ice Tea'. La platea è gremita quanto un palazzetto dello sport. Il servizio d'ordine, posteggiato come un suppellettile davanti ai tornelli, fatica a trattenere l'entusiasmo della folla. Dal Campidoglio, il Consiglio comunale capitolino, distratto da nefasti presagi di 'scomunica a cinque stelle', invia come tutore della legalità un semplice estintore privo di guarnizione. A pochi minuti dall'apertura dei cancelli, la situazione degenera sfuggendo alle palette del 'pizzardone' municipale. Le tifoserie scalmanate di alcuni spettacoli iscritti alla competizione si lambiscono, intensificando la quantità di pandemonio. Un supporter dell'attore parmigiano Manlio Parrino viene disgraziatamente colpito al 'coccige' da un manuale cartaceo di propedeutica teatrale 'brechtiana'. Il tifoso non riesce a straniarsi per tempo, rimediando cosi una fastidiosa frattura a un'unghia incarnita. Immediatamente trascinato dai soccorsi infermieristici al nosocomio del teatro Eliseo, attualmente lotta tra una scrittura a teatro e un 'fegatello' al 'doppiaggio'. La prognosi certa rimane, comunque, riservata. La notizia dell'incidente surriscalda gli animi del pubblico pagante. Come se non bastasse, dal soffitto del teatro comincia a scrosciare un'ingente quantità di acqua potabile: le tubature della libreria 'Feltrinelli', situata al piano superiore, sembrano esser preda di una fastidiosa otturazione. Urge svitare il 'sifone' prima di subito, per accertarsi della reale entità del problema. Il livello dell'acqua ha ormai raggiunto un'intolleranza da naufragio del 'Sirio'. Bisogna spostare l'intero circo equestre, perché come affermava il vocalist degli schizofrenici 'Queen': "Lo spettacolo deve continuare"! E il 'tenzone' continuerà tra gli sterminati spazi di Villa Ada. Responsabilità fiscale e previdenziale posta sotto l'egida del supervisore ingegneristico 'fringeriano', Pietro Frascaro. I primi ad essere trascinati in salvo sono i giurati, a bordo delle loro 'auto blu' acquistate a prezzo di saldo durante i primordi dell'attuale Governo progressista a maggioranza 'giovanilista'. Orde di giornalisti a servizio del regime 'plutocratico carnascialesco', capitanato dalla presentatrice televisiva Barbara D'Urso, seguono i convogli tentando di strappare l'istantanea da copertina. Tra i 'notabili in ermellino' maggiormente tampinati dalla stampa riconosciamo i direttori artistici del teatro 'Studio Uno', Eleonora Turco e Alessandro Di Somma; il mattatore Marco Checcotti; l'attore 'antropo-sofista' Simone Castano; l'ispettore Gadget Marco Zordan; l'attore Bassanio Daniele Parisi; la 'cimice tremula' dell'attrice transalpina Charlotte Piraino, nata a Borgata Vigneto, ma dotata di residenza fiscale nel Principato ligure di Seborga. Poi tocca agli artisti essere 'stipati' come sardine sul mezzo pubblico alimentato a carbon fossile, direzione consolare Salaria. Infine, a portare in salvo le legioni di appassionati filodrammatici ci pensa la famigerata 'squadra antincendio numero 17', capitanata da un Carlo Ruoppolo in stato di grazia. Pompieri di Viggiù. Il contenzioso può finalmente avere inizio. Suona la campanella del 'gong'. Si ode il 'tinttinio ciambellano' di una cornamusa evocare il sapore dell'acciuga intinta nella salsedine. Il primo attore ha esibito il suo ingresso dal paravento. È lui: il grande wrestler scozzese anni novanta Rowdy Roddy Piper! Vestito con il 'kilt d'ordinanza'! Un salmone rosa seduto in piccionaia, riconoscendo la sagoma del suo idolo giovanile lo omaggia baciandogli il trauma ascellare. Piper è fuori dai gangheri: sembra posseduto 'demonicamente' dal 'metodo Grotowski', il noto sistema recitazionale 'varsavo' caratterizzato da sudore della fronte e cinghia nel costato. Desidera trionfare, lo vede anche un presbite. Ma l'ingresso in scena come 'cavia' è sicuramente penalizzante e deleterio. La gente è con lui. Il drammaturgo astigiano Adriano Marenco si mormora se lo sia già trascinato in 'scuderia', per addestrarlo a servizio delle sue future creazioni stilografiche. Il lottatore, nativo delle Hightlands, perde bava dalla 'muscolarità buccinale'. Le sue quattro avversarie sono le attrici dello spettacolo 'Donne sfuse': quattro Erinni pronte a 'sbranarlo', ridicolizzando la fame atavica di un Poldo tenuto distante dalla carne di manzo. Le ragazze attaccano, provando a mordere la giugulare dell'interprete col 'gonnellino'. Il 'gong' suona nuovamente: l'attrice Maria Chiara Tofone si precipita in scena mirando dritta alle corde vocali del trascinatore britannico. Evidentemente, sa che l'uomo è sprovvisto di 'Echinacea' in capsule. Piper arretra sui suoi passi, mai effettuati, tentando di sormontare la 'linea gotica' nemica. Nuovo suono, nuovo agguato: Sid Vicious, defunto bassista a libro paga dello scriteriato complesso musicale punk-rock chiamato 'Sex Pistols', deflagra la scena storpiandone la nota. Totale ignoranza dello strumento. Vicious, londinese di nascita e tossicomane d'adozione, vuole vedere il corpo dello scozzese rantolare a tappeto. La scena somiglia vagamente a un 'Festival del suicidio'. Ma 'Hot Roddy' si defila, dandosi alla macchia. Dal magnetofono, l'intercalarsi di una voce priva del naturale andamento tonale, cristallizza il trascorrere del tempo dentro la temperatura gelida di un cubetto ghiacciato. È il sovrano assoluto dell'impero 'Mandarino' a parlare. La sua saggezza è quella dell'impresario oberato dal debito. Per lui, vincere il titolo finale significherebbe risollevare le sorti funeree delle disastrate casseforti imperiali. L'attore meneghino Emanuele Laghi ne ospita credenze e 'Katana'. Ma Piper è circondato: il cannone tuona ancora. I procuratori anti-mafia della magistratura palermitana Osso, Mastosso e Carcagnosso, chiamati a ricoprire il delicato incarico in sostituzione dell'inappetente Antonio Ingroia, scoperchiano le scartoffie denunciando, a carico del Piper, pesanti accuse 'collusive'. Come se non bastasse, la 'faina a quadrettoni' viene messa all'angolo dalla presenza assillante di un trittico di poeti in lingua italiana, completamente schiavi delle loro 'manìe egoiche': stiamo parlando del Vate umbertino, Gabriele d'Annunzio, del filo-tecnicista Filippo Tommaso Marinetti e del pachiderma gutturale Giuseppe Ungaretti. Il patriota D'Annunzio dimena l'arto nello spazio, imitando uno dei suoi numerosi presunti amplessi in compagnia della divina interprete, Eleonora Duse. Marinetti sincopa il verso, nobilitando i bassifondi diaframmatici del matusalemme Ungaretti. E Piper, figlio di una svogliata istruzione inglese 'sessantottina', replica a muso duro declamando il capolavoro poetico 'bukowskiano': "La morte si fuma i miei sigari". La 'triade littoria' sussulta e fugge, abbandonando il sonno all'eterno abbraccio della speme. Un 'pirata' in sella a una bicicletta tenta la 'volata', lasciandosi il 'gruppone' dietro le spalle. E non è capitan Uncino! Ci prova anche il pilota salvadoregno Ayrton Tamigi, al volante della sua 'Pulsatilla', a tagliare il traguardo mantenendo il cambio di marcia 'in folle': un madornale errore da principiante della didattica su pista! Roddy, procedendo a tentoni, comincia a immagazzinare fieno in cascina. Ma i 'Turbamenti della famiglia Calogero', 'Le pietanze della beffa', i 'Pazzi vouyeristici', gli sconclusionati 'Diari di Sylvia Plath', le 'Megalopoli desertificate', 'La ghiandola sebacea del fuoriclasse Cassano', i 'Pollici verdi del Paese d'Alice', i pruriti sessuali del 'giovane Scipione', l'Aritmetica impartita a Lucignolo presso il Paese dei Balocchi, 'Cascina Vianello', 'Dimeniamoci a letto con Rocco e i suoi fratelli', il 'confessionale' del Grande Fratello, 'Thriller' di Micheal Jackson, i dolenti amori incondizionati e non corrisposti dell'intera drammaturgia 'shakesperiana', la guerra 'pirandelliana' dei mondi extra-planetari e la mutazione genetica dell'attrice Valentina Conti gli soffiano il fiato sul collo, ponendone una 'scure' sulla 'capedine'. Il 'Boia infame' è pronto a svolgere gli straordinari. La maliarda Valentina Conti si libera agevolmente dell'armatura, restituendola al cavaliere di Pegasus! Scudiscia mancicco con i trampoli, imitando la cecità del re 'labdacida' Edipo, ottenuta infilandosi la fibbia della cinta dentro la protuberanza dell'orbita oculare. Il 'gong' suona per l'ennesima volta. La manciata di commedianti cinquecenteschi, guidata al conflitto bellico dal capocomico 'Abdulino' e da una pletora di 'zanni sifilitici', elargisce frizzi, lazzi, nonché sberleffi, turlupinando le proverbiali 'scorze duresche' della ribellione indipendentista dello sfortunato erede di BraveHeart. Dal quinto cerchio, concavo o convesso, della 'bolgia dantesca', gli attori 'pedemontani' Nathalie Bernardi e Claudio Sportelli provano a servire il colpo di grazia sintonizzando le frequenze vocali su tonalità 'giggioneggianti'. I 'barocchi' della 'tragicità sofoclea', servita in 'salsa farmacologica', rincarano la dose sbertucciando impavide gestualità sceniche ottocentesche. Fanciulle minorenni, presumibilmente vergini, reduci da insospettabili 'cene eleganti', seducono il lottatore regalandogli metafisici capolavori d'arte moderna rubati la notte da Ben Stiller durante una visita alla famigerata 'Galleria Borghese'. Siamo alle battute finali: il colosso di Edinburgo barcolla senza mollare la presa! In cabina di regia, Dan Peterson è definitivamente fagocitato dall'epistassi sinusoidale. Vivere in balia dell'emozione è come declinare l'intera esistenza a una catarsi chimica, sintetizzata magistralmente dentro una compressa effervescente. Piper è in ginocchio: la mente è obnubilata dalla foschia padana; occhi che lacrimano sangue e muco; ipofisi contratta; scissione dell'io consapevole; incapacità di intendere e di volere; ambizione azzerata; evangelizzazione del pensiero; putrefazione della carcassa cadaverica; defibrillzione della poetica esistenzialista; il montante mancino levigato gentilmente dal pugno garbato di un pugile, venuto alla luce sotto le amnesie meschine di un'epoca secolarizzata e bastarda, mettono definitivamente a tappeto l'armadillo celtico. Comincia il conto alla rovescia: il rito abbreviato del conteggio alla clessidra. Una pratica seccante, sorella gemella omozigota della tortura... Il direttore di gara solleva il braccio del vincitore. Roma Fringe Festival 2016, edizione olimpica: vince, a sorpresa, il wrestler scozzese Rowdy Roddy Piper. Entrato sul palcoscenico per primo, toglie il disturbo all'esaurirsi dell'ultimo applauso, deceduto in scena emulando lo stile paludato di una marionetta orfana del proprio passato. Ovvero: Moliére! Tocca ai direttori artistici della kermesse teatrale romana, Marta Volterra e Davide Ambrogi, dare ai presenti in sala il triste annuncio di mercato: l'attore partenopeo Raffaele Balzano è stato ceduto a titolo definitivo al 'Napoli Fringe Festival' per una cifra proibitiva vicina ai 23 milioni di euro netti, più i cartellini del regista Mirco Valdifiori, della 'macchietta' Tato Russo e dell'immortale 'giaguara telecatodica' casertana Marisa Laurito. Dopo cinque anni di proficua e reciproca collaborazione termina anche il rapporto professionale tra il 'Roma Fringe Festival' e l'attrice 'laurentino-P-trentottesca' Francesca Romana Nascè. L'interprete capitolina verrà data in prestito per una stagione in terra d'Olanda, all'Amsterdam Fringe Festival, dove verrà sottoposta a trattamenti osteopatici craniosacrali nella clinica fisiatrica del famoso ortopedico belga Manuel Martens. Lo stesso chirurgo che, nel 1995, operò alla cartilagine del menisco sinistro il fuoriclasse milanista Marco Van Basten, ottenendo 'mirabolanti' risultati.




(articolo tratto dal blog: www.giovanbartolate.wordpress.com)
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