Matteo Renzi ha già raggiunto il bel risultato di dividere il centrosinistra e si aspetta, con quello che, di fatto, sarà un
referendum sul Governo, di dividere in due il
Paese. Avendo abbandonato quella che noi consideravamo la
'via maestra' e senza dubbio la più democratica, ovvero il ricorso a
un'Assemblea costituente, oggi ci troviamo di fronte a una proposta confusa e
'pasticciata', che unita alla legge elettorale produrrà paralisi e rischi di
offensive anche sulla prima parte della
Costituzione, dove sono contenuti i principali diritti civili e sociali su cui si regge l'impianto solidale del nostro ordinamento. C'è una differenza sostanziale tra il
riformismo e il
'cambismo', ovvero il cambiare tanto per cambiare. E il
presidente del Consiglio non appare, a tanta parte della sinistra, un uomo che ha assimilato i
'principi-base' di questa dottrina, che dovrebbe diventare l'azione di una sinistra moderna. Penso che molti
socialisti si stiano orientando a sostenere le ragioni del
'No' non per conservare, ma per promuovere al più presto un adeguamento costituzionale diverso, insieme a una
legge elettorale più giusta e democratica.
Presidente del Comitato socialista per il 'No' alla riforma costituzionale