Che
Virginia Raggi non abbia ancora trovato il tempo di occuparsi della seria questione delle
Unioni civili è cosa che racconta da sé quale sia la differenza tra la
'narrazione' del
M5S e la sua
travolgente realtà. Da un lato, ciò che la
'sindaca' di Roma recrimina essere merito suo contro ogni evidenza e contro l'evidenza dei voti contrari del suo demenziale schieramento; dall'altro, ciò che, invece, ha realmente fatto:
niente. "E' troppo presto", direte voi.
"Lasciamola lavorare", direbbe
Renzi. Noi non diciamo né l'una, né l'altra cosa: da cronisti, registriamo quel che vediamo. Magari, l'azione politica della
'neosindaca' è una
'roba' tutta
sotterranea, che esploderà in tutto il suo
'fulgore' tra qualche tempo. E anche noi gioiremo presto di siffatta esplosione. Posto, però, che tempo di parlare di
'esplosioni' ancora non è e posto che
Donna Virginia sembra preferire l'apparire al fare (non che da queste parti avessimo dubbi) viene il sospetto che tra le sue
'apparizioni', la robusta
'legione' di
topi di
Castel Sant'Angelo, la
'querelle' su
Roberta Lombardi e le
Unioni civili, di tempo effettivo per fare almeno
'finta' di governare la capitale d'Italia ne resti proprio poco.
Virginia Raggi sembra aver scoperto con sorpresa che una giornata, a
Roma come nel resto del
pianeta Terra, sia composta solamente di
24 ore. E che in quelle
24 ore sia necessario
scegliere, 'scalettando' gli impegni e decidendo cosa sia
urgente, cosa sia
prioritario e cosa possa rientrare
nell'ordinaria amministrazione. Verrà fuori, ne siamo certi, che la
bella avvocatessa dovrà cominciare a porre in discussione quella politica del
'calderone unico' che il suo movimento
'spaccia', da tempo, come nuova
ideologia. Da
'pianerottolo'.