Osservavo l'altro giorno con sconcerto le statistiche di visita del quotidiano on line del quale sono editore. E confrontavo le visualizzazioni dei nostri servizi sulla
Turchia, che hanno collezionato solo alcune decine di letture, rispetto a quelle dei vari
articoli d'odio verso
Maria Elena Boschi o da un articolo
'cattivello' su
Sergio Cofferati, che ne hanno raccolte diverse migliaia. E mi son chiesto, citando
Don Camillo, a cosa servano le nostre
"inutili teste". Mentre in
Turchia si sta consumando la più gigantesca operazione di
involuzione autoritaria e
teocratica dai tempi della rivoluzione islamica di
Khomeini in
Iran nel
1979 ed
Erdogan ha ormai gettato la
'maschera', dichiarando al mondo di essere il vero
pericolo per le democrazie occidentali, noi continuiamo ad arrovellarci attorno alla presenza nell'esecutivo di una
donna come la
Boschi, al fastidio procurato da quest'ultima alle bande di
'maschietti' servi del potere quando ce l'hanno e, ancor più, quando lo vorrebbero, che farebbero qualsiasi cosa pur di
togliersela dai 'piedi'. Questo
'paesucolo' di provincialotti del
"uer is ze pen? Ze pen is on ze teibol", teste di legno come se ne vedono poche in
'giro' nell'intero complesso del cosmo, continuano a far finta di vivere e si comportano come se fossero immuni a ciò che accade nel mondo, sentendosi
'sto 'cavolo' mentre postano
idiozie su
Facebook o intervengono sulle radio nazionali - e ne dicono spudoratamente di tutti i
'colori', con l'aria di aver scoperto un universo parallelo - senza rendersi conto che il tempo sta avendo ragione della loro
stupidità.