Paolo SpiritoChi l'avrebbe mai detto che in Umbria si è compiuta una parte non trascurabile della storia del cinema italiano e non solo, con pellicole (e fiction televisive) popolarissime, film di ricerca e grandi produzioni? E' questo il merito della grande mostra dal titolo: 'L'Umbria sullo schermo: dal cinema muto a don Matteo' in Palazzo Baldeschi al Corso, a Perugia, visitabile sino al 15 gennaio 2017, che documenta questa storia e offre anche l'occasione per farsi contagiare dalla passione per lo schermo (grande e piccolo). Una passione che in Umbria non è solo antica, ma persistente e fonte di continue novità. La rassegna, che al percorso espositivo tradizionale affianca veri e propri 'set' cinematografici, numerosi punti di proiezione e allestimenti multimediali, è stata voluta dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia ed è a cura di Fabio Melelli, Luciano Zeetti e della Fondazione Cariperugia Arte. Racconta una consuetudine, quella tra Umbria e cinema, che inizia da lontano, esattamente nel 1898, quando l'invenzione dei fratelli Lumière non aveva che pochissimi anni di vita. E proprio all'origine del cinematografo che la 'British Mutoscope & Biograph Company' documentava, in quel di Orvieto, la 'Corpus Christi Procession'. Una consuetudine che è continuata senza interruzione alcuna, superando persino i momenti 'bui' delle due grandi guerre. Sino a rendere i monumenti, gli scorci dei centri storici e i panorami dell'Umbria popolari nel mondo. Chi mai sospetterebbe che quest'angolo d'Italia abbia qualcosa a che fare con Rodolfo Valentino, o che i suoi paesaggi siano stati scelti per realizzare nientemeno che un film western? È scontato e risaputo che siano stati fatti dei film su San Francesco: ma chi li conosce tutti? E non è strano che una regione così tranquilla, pacifica e idilliaca sia stata spesso utilizzata come ambientazione per film thriller o a sfondo poliziesco? Per molti versi, l'Umbria è un 'set' quasi naturale, in virtù dei suoi paesaggi spesso incontaminati e della particolare struttura architettonica dei borghi e delle città che la compongono, rimaste intatte nei secoli. Sfondo ideale per decine di pellicole e produzioni televisive, molte delle quali di ambientazione storica. Il progetto della mostra 'L'Umbria sullo schermo', che ha aperto al pubblico lo scorso 29 giugno 2016, nasce da un duplice scopo, come del resto tutte le iniziative realizzate dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia: valorizzare il tessuto comunitario sul piano della memoria e delle radici raccontando di un rapporto, quello tra territorio e grande e piccolo schermo, che probabilmente è ancora oggi sconosciuto ai più, ma anche creare occasioni potenziali di sviluppo economico. Si parte dalle origini storiche del cinema, con una suggestiva galleria di antichi macchinari e strumenti cinematografici provenienti da collezioni private collocati lungo tutto il percorso, per arrivare alle tecnologie più moderne, grazie alle quali i visitatori potranno vivere anche coinvolgenti esperienze immersive che li proietteranno all'interno di scenografie virtuali. Il nucleo centrale della mostra è rappresentato dalla proiezione di 'clip' tratte da alcune tra le pellicole più rappresentative girate nella regione nel corso degli anni, spaziando dai primissimi anni del '900 fino alle fiction più recenti come 'Carabinieri', 'Don Matteo' e 'Luisa Spagnoli', le quali, oltre ad aver calamitato l'attenzione di milioni di spettatori, hanno dato una grande visibilità alle località in cui sono state girate (Gubbio, Spoleto, Città della Pieve, la stessa Perugia). Il materiale raccolto è stato fornito da numerose case di produzione, come Rai Teche, Rai Cinema, Istituto Luce, Mediaset, Medusa, Cinecittà e Cattleya, solo per citarne alcune. Fa poi una certa impressione scoprire, percorrendo la mostra, che in Umbria hanno lavorato registi come Dario Argento, Pupi Avati, Mario Monicelli, Liliana Cavani, Franco Zeffirelli, Roberto Benigni, o vi hanno recitato attori del calibro di Alberto Sordi e Carlo Verdone, Mickey Rourke e Peter Ustinov. Nomi e volti di molti grandi attori si potranno vedere e leggere negli accattivanti e colorati manifesti d'epoca e nelle locandine pubblicitarie che tappezzano le pareti delle sale. Senza contare che, in Umbria, hanno avuto i loro natali 'stelle' dello spettacolo quali Monica Bellucci, Laura Chiatti, Marco Bocci e Filippo Timi. Naturalmente, c'è anche una sezione dedicata agli attori umbri più noti, che si sono affermati a livello nazionale ed internazionale. Di Monica Bellucci, in particolare, viene esposta una foto mai vista prima (e molto curiosa, ndr) di quando era giovanissima: una foto tratta dal 'book' di uno dei suoi primissimi servizi fotografici, prima che diventasse l'icona della bellezza italiana nel mondo. L'Umbria, come set cinematografico, non viene raccontata solo attraverso le immagini. Una parte degli spazi è stata infatti allestita con pezzi di scenografie, con oggetti e costumi utilizzati nei vari film prodotti e realizzati in Umbria: il costume di Pinocchio, concesso da Cinecittà Studios e indossato da Roberto Benigni nel film dedicato al famoso burattino di legno, girato presso gli studi di Papigno, vicino Terni; il bancone della cioccolateria utilizzato nella fiction 'Luisa Spagnoli', andata in onda su Rai Uno nel febbraio 2016; e la bici originale nonché immancabile compagna di 'Don Matteo'. Completa il percorso la ricca galleria di disegni originali delle scenografie di 'Fratello Sole, Sorella Luna' di Franco Zeffirelli, realizzati da Gianni Quaranta, attualmente assessore alla cultura del Comune di Spoleto, vincitore nel 1986 del premio Oscar per la miglior scenografia con il film 'Camera con vista'. Ma non finisce qui: per i visitatori più appassionati che magari ambiscono a diventare attori è stato creato un 'set' dove ci si potrà cimentare in provini, con tanto di 'ciak' e 'macchina da presa'. Al piano terra del palazzo è stata inoltre allestita una 'sala-cinema' con schermo e poltroncine d'epoca, dove si possono visionare - sulla base di un fitto programma giornaliero - proiezioni audiovisive, documentari, film autoprodotti da autori umbri e così via. Legato alla mostra, di cui racconta i tratti salienti e le curiosità su film e personaggi che hanno caratterizzato la storia del cinema umbro, è anche il libro-catalogo scritto da uno dei curatori, Fabio Melelli, apprezzato storico del cinema, edito dalla casa editrice Aguaplano.




Giornalista e autore di programmi per Rai Uno
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