Accogliamo col dovuto
rispetto la decisione del ministro dello Sviluppo economico,
Federica Guidi, di dimettersi dal proprio incarico di Governo. Tuttavia, le intercettazioni che l'hanno vista coinvolta nelle inchieste sui giacimenti di
petrolio lucano, la cui estrazione è stata riassegnata, tramite emendamento, alla
lobby di cui faceva parte il suo fidanzato, lasciano intravedere una responsabilità politica anche del ministro dei Rapporti col Parlamento,
Maria Elena Boschi. Pur con tutta la simpatia del caso, infatti, la firma in calce a una
legge di stabilità in cui è stato
reinserito un emendamento di cui la stessa
Boschi conosceva per intero il contenuto, avendo addirittura espresso un parere positivo al riguardo - per quanto privatamente - configura una forma di
favoreggiamento politico che, di certo, non può giustificarsi con il semplice rapporto affettivo tra
la ministra Guidi e il suo compagno: l'imprenditore
Gianluca Gemelli. Insomma, anche noi riteniamo che, questa volta,
la 'venerata' Maria Elena si debba
dimettere. Sono cose che capitano, in politica: si evita un
'meteorite', ma poi si scivola su una
'buccia di banana'. Intristisce, peraltro, che un esecutivo nato per
'rottamare' un'intera classe politica per la sua tendenza a tollerare certe
'economie di relazione', non appena giunto al potere si metta a fare le stesse identiche cose di chi aveva criticato e combattuto. Irresponsabilmente, tra l'altro, con un Paese da tempo esposto al
'terremoto' definitivo in favore del
Movimento 5 stelle e dei suoi ancora
'acerbi' esponenti. Noi crediamo che la
'partita' di
Matteo Renzi stia ormai volgendo al termine: l'idea di un Governo affidato al leader dei
'rottamatori' era l'ultimo
'jolly' che il
Partito democratico poteva giocarsi. Ed è stato giocato
'male', purtroppo: non c'è altro da aggiungere. Si poteva anche comprendere qualche atteggiamento
'giovanilista' nei confronti di un galantuomo come
Ferruccio De Bortoli; si potevano persino perdonare una serie di provvedimenti lacunosi e incompleti, giustificati dal tentativo di riuscire ad avanzare sul complicatissimo
'campo minato' delle
riforme istituzionali. Ma qui le
'cappellate' cominciano a essere
troppe. E non tutte perdonabili. Il
Governo Renzi ha ormai esaurito la propria
'spinta propulsiva', poiché ha dimostrato di non essere così diverso dagli esecutivi che lo avevano preceduto, con la sola eccezione del
Governo Prodi, che uno
'straccio' di
esposizione universale per lo meno è riuscito a
portarla a 'casa'. Lo
scioglimento delle Camere è una decisione che spetta al
Capo dello Stato e, certamente, non vogliamo né sostituirci, né pretendere di suggerire al
presidente Mattarella il da farsi. Tuttavia, crediamo che un
'tagliando', se non addirittura un vero e proprio
'rimescolamento di carte', si stia avvicinando inesorabilmente. Vorrà dire che rinunceremo all'incantevole
Maria Elena, per affidarci al
fascino 'ruspante' della simpatica
Paola Taverna.