Vittorio LussanaAccogliamo col dovuto rispetto la decisione del ministro dello Sviluppo economico, Federica Guidi, di dimettersi dal proprio incarico di Governo. Tuttavia, le intercettazioni che l'hanno vista coinvolta nelle inchieste sui giacimenti di petrolio lucano, la cui estrazione è stata riassegnata, tramite emendamento, alla lobby di cui faceva parte il suo fidanzato, lasciano intravedere una responsabilità politica anche del ministro dei Rapporti col Parlamento, Maria Elena Boschi. Pur con tutta la simpatia del caso, infatti, la firma in calce a una legge di stabilità in cui è stato reinserito un emendamento di cui la stessa Boschi conosceva per intero il contenuto, avendo addirittura espresso un parere positivo al riguardo - per quanto privatamente - configura una forma di favoreggiamento politico che, di certo, non può giustificarsi con il semplice rapporto affettivo tra la ministra Guidi e il suo compagno: l'imprenditore Gianluca Gemelli. Insomma, anche noi riteniamo che, questa volta, la 'venerata' Maria Elena si debba dimettere. Sono cose che capitano, in politica: si evita un 'meteorite', ma poi si scivola su una 'buccia di banana'. Intristisce, peraltro, che un esecutivo nato per 'rottamare' un'intera classe politica per la sua tendenza a tollerare certe 'economie di relazione', non appena giunto al potere si metta a fare le stesse identiche cose di chi aveva criticato e combattuto. Irresponsabilmente, tra l'altro, con un Paese da tempo esposto al 'terremoto' definitivo in favore del Movimento 5 stelle e dei suoi ancora 'acerbi' esponenti. Noi crediamo che la 'partita' di Matteo Renzi stia ormai volgendo al termine: l'idea di un Governo affidato al leader dei 'rottamatori' era l'ultimo 'jolly' che il Partito democratico poteva giocarsi. Ed è stato giocato 'male', purtroppo: non c'è altro da aggiungere. Si poteva anche comprendere qualche atteggiamento 'giovanilista' nei confronti di un galantuomo come Ferruccio De Bortoli; si potevano persino perdonare una serie di provvedimenti lacunosi e incompleti, giustificati dal tentativo di riuscire ad avanzare sul complicatissimo 'campo minato' delle riforme istituzionali. Ma qui le 'cappellate' cominciano a essere troppe. E non tutte perdonabili. Il Governo Renzi ha ormai esaurito la propria 'spinta propulsiva', poiché ha dimostrato di non essere così diverso dagli esecutivi che lo avevano preceduto, con la sola eccezione del Governo Prodi, che uno 'straccio' di esposizione universale per lo meno è riuscito a portarla a 'casa'. Lo scioglimento delle Camere è una decisione che spetta al Capo dello Stato e, certamente, non vogliamo né sostituirci, né pretendere di suggerire al presidente Mattarella il da farsi. Tuttavia, crediamo che un 'tagliando', se non addirittura un vero e proprio 'rimescolamento di carte', si stia avvicinando inesorabilmente. Vorrà dire che rinunceremo all'incantevole Maria Elena, per affidarci al fascino 'ruspante' della simpatica Paola Taverna.




Direttore responsabile di www.laici.it e della rivista mensile 'Periodico italiano magazine' (www.periodicoitalianomagazine.it)
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Roberto - Roma - Mail - martedi 5 aprile 2016 22.39
FAN-TA-STI-CO!
Alba - Fabrica di Roma (VT) - Mail - martedi 5 aprile 2016 9.13
Partirono per rottamare e finirono rottamati? Avoja! Si fa presto a criticare, ma bisogna vedere come ci si comporta all'atto pratico: francamente la "rivoluzione costituzionale" realizzata a misura di oligarchia/lobby spinta e sostenuta da media asserviti e/o ignoranti, per quanto promossa da una signora esteticamente corretta e ricca di meriti personali, non può neanche lontanamente controbilanciare il rigore e l'onestà intellettuale democraticamente indispensabile propria della storica Assemblea Costituente che produsse una delle più liberali tra le costituzioni del pianeta. Certo, ancora troppo inattuata (vedi diritti paritari nel sociale, oltre che nella stessa politica), ma ormai facilmente attuabile dato che i paesi civili già sono un pezzo avanti a noi.
Cristina - Milano - Mail - lunedi 4 aprile 2016 19.37
Ladri senza passamontagna... Bei politici abbiamo!


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