Come ogni anno, in occasione
dell'8 marzo c'è sempre qualcuno che si chiede se sia giusto celebrare un giorno di
'omaggio' a favore delle
donne, poiché esse dovrebbero - e in ciò concordo - essere
rispettate e
valorizzate quotidianamente. Ma tale paradosso rischia di mostrare il
'fianco' a favore di chi vuole, invece, mettere la
'sordina' a questa giornata
'laica', al fine di contenere l'avanzamento sociale femminile. La ricorrenza, al momento, esiste: dunque, per lo meno
'approfittiamone' per riflettere intorno alle loro attuali condizioni nelle diverse realtà sociali e nel mondo. Dal discutibile fronte delle
'destre' (quelle italiane, ovviamente, ché da altre parti questa parola presuppone un concetto ben più serio...) giunge la consueta analisi di una
donna che non sarebbe più
se stessa, poiché tesa ad
assomigliare sempre più
all'uomo. Riflettendo sulle
'piatte' tipologie di
uomini che ci sono in circolazione, la cosa fa un po'
ridere, ma fa niente. La questione, infatti, non è quella di portare la donna a
'mascolinizzarsi' per cercare una parità totalmente
'idealistica' con l'uomo, bensì di osservare gli effetti che il loro particolare modo di affrontare e gestire determinati compiti e professioni apporta nella nostra vita quotidiana.
In meglio, tra l'altro. E in quasi tutti i
'campi'. Di recente, ho avuto modo d'incontrare alcuni
ufficiali dell'Esercito italiano e di visitare insieme a loro un battaglione di soldati estremamente efficiente, tra le cui fila, oggi, risultano arruolate, con compiti operativi ed effettivi, anche
molte donne. Ai tempi in cui il sottoscritto dovette svolgere il proprio
servizio di leva, le ragazze non erano ammesse nelle
Forza armate: si era ancora alle prime sperimentazioni tra i diversi corpi cittadini di
Polizia municipale. Ebbene, a distanza di pochi decenni dal loro inserimento
nell'Esercito, oggi il problema del
'nonnismo' e di un certo
'sbrago' che si diffondeva nelle nostre caserme può dirsi praticamente
debellato, o quantomeno
marginalizzato in
'casistiche' molto particolari. Nelle nostre
Forze armate, proprio l'avvento delle
donne ha obbligato tutti quanti ad attenersi a un più alto grado di
'autodisciplina' e serietà, insieme a numerose altre
'uniformità' comportamentali assai più corrette e
'positive'. Probabilmente, ciò è avvenuto per non fare, noi uomini, la solita
'figura' da 'caproni' - quali spesso siamo - innanzi a loro. Ma ciò significa che tale
'novità' ha migliorato anche i
militari 'maschi' di ogni ordine e grado, i quali non possono più permettersi, come invece avveniva in passato (sono pronto a testimoniare quanto vado scrivendo ovunque e di fronte a chiunque...),
battute vergognose e 'razziste' del tipo:
"Rompete le fiche"! Insomma, nei nostri corpi armati, compresi quelli di
Polizia e di
sicurezza pubblica, grazie alle
donne le cose vanno decisamente
meglio. E l'efficienza di tutti i nostri
'reparti' di difesa è decisamente migliorata. La
banalità reazionaria della
donna che vorrebbe
assomigliare all'uomo è solamente una
'boutade' di derivazione
clerico-fascista, che vorrebbe mantenere l'universo femminile all'interno dei consueti
'recinti' delle
'donnette' da
'focolare domestico'. E' una forma di
demagogia 'destrorsa', tutta interna a un mondo in cui è decisamente difficile trovare qualcuno capace di andare oltre la
'fallocrazìa'. Ma anche la visione
cattolica, cioè quella di una
donna che può
lavorare, ma che deve comunque mantenere, come obiettivo prioritario, quello di
sposarsi e fare figli per conservare la
struttura familiare della società, mostra ben visibili
'crepe' col passare delle generazioni. Nelle visioni tipicamente
'confessionali', infatti, una
ragazza o una
giovane donna che voglia impegnare la propria vita in una carriera professionale o in un lavoro ben preciso, ancora oggi viene vista con malcelato
disappunto, complicando di molto situazioni, condizioni e problemi oggettivi di ordinaria gestione della vita quotidiana. Si tratta di concezioni che ormai sanno tutte di
'muffa', poiché tendono a creare
ulteriori problemi alle donne, anziché aiutarle a
risolverli. Problemi che sono poi quelli di un'effettiva
emancipazione in grado di affrancarle, definitivamente, da quelle
'gabbie' imposte da una concezione culturale di
dominio e di
potere che, ancora oggi, risulta di derivazione maschile.
L'homo italicus non è tenuto a cambiare la propria idea della
donna. Anche perché, nella maggior parte dei casi non ci riesce:
non ci 'arriva' proprio al concetto di
'rapporto paritario' e di
'democrazia affettiva'. Dunque, è meglio
"lasciare che i 'morti' seppelliscano i loro morti". E la festa
dell'8 marzo, anno dopo anno e ogni volta di più, deve diventare una giornata di
riflessione 'felice' su come le
donne stiano mettendo
'sotto' gli
uomini, con piena ragione. Insomma, non stiamo più neanche parlando di
parità tra
uomo e donna, ma di un vero e proprio
'dominio matrilineare' in tutto il mondo. Di quale
'parità' si va ancora
'cianciando'? Ma chi la vuole? Essa equivarrebbe a cercare di ottenere un
'pareggio' nella finale dei
Campionati mondiali di calcio: perché
'diamine' giocarla, se l'obiettivo è un risultato che
non 'premia' nessuno? Al contrario, l'avvicendamento delle
donne rispetto agli uomini alla guida delle nostre società, di tutte le società, è ormai
necessario e addirittura
urgente, poiché nel corso della Storia il
'maschilismo' ha ormai detto e fatto tutto quel che aveva da dire e da fare. E, nella maggior parte dei casi, lo ha detto e lo ha fatto
anche male. Oggi, la guida della società spetta alle
donne, poiché sono stati proprio gli uomini a volere un simile
'rivolgimento', con le loro atrocità e il proprio razzismo. Altro che parità: gli uomini se ne devono andare letteralmente a
'quel paese'. E le
donne devono essere libere e felici di fare quello che vogliono, come vogliono e quando vogliono. Se capiterà loro di essere
felici e innamorate di un compagno valido, che saprà dimostrarsi alla loro
'altezza', tanto meglio. Ma è bene sapere che la
'partita a scacchi' a cui le
donne ci stanno chiamando a rispondere risulta ormai in pieno svolgimento. E noi
'maschi' siamo tenuti a mettere in conto che, in molti casi,
possiamo perderla.Per leggere la nostra rivista 'sfogliabile' cliccare QUI
(editoriale tratto dal numero di marzo 2016 della rivista 'Periodico italiano magazine')