Secondo alcuni esperti e sociologi, i
social network sono soprattutto degli
'sfogatoi' per persone frustrate. Ciò non è affatto vero: l'avvento di questi nuovi spazi di comunicazione ha permesso uno scambio d'informazioni non indifferente, soprattutto a livello collettivo. Essi sono certamente dei
'non luoghi', ma si sono dimostrati una realtà viva di persone. Negarlo, implica un giudizio di asocialità assai vicino all'isolamento più retrogrado e folle. I
social network hanno i propri lati positivi e negativi: la questione non va molto al di là di questo. Tutto dipende dal modo, dalla misura e dalla funzione per cui essi vengono utilizzati. I
social, per esempio, non hanno la stessa funzione dei
siti web. Ed è esattamente questo il loro limite principale, che li rende luoghi poco affidabili, in cui le informazioni sono sempre da
verificare. La qualità delle notizie prelevate da un
social risulta, cioè, piuttosto bassa, a prescindere dalla
'fonte' da cui provengono. Inoltre, i
social sono ormai ovunque, poiché tutti quanti siamo perennemente connessi a internet attraverso gli
'smartphone', i
'tablet' e via dicendo. Infine, i
social network sono diretti, non prevedono intermediazioni e sono molto democratici. Ciò significa che chiunque può esprimere un parere e che, pertanto, bisogna avere la
maturità 'civica' di accettare quest'opportunità: se riceviamo delle critiche dirette contro la nostra azienda o le nostre attività, oppure anche a noi stessi in quanto singoli individui, bisogna saperle trasformare in
opportunità, al fine di rispondere a chi ha lamentato un prodotto non soddisfacente, o una
'perfomance' da migliorare. Dare peso alle critiche e sfruttarle per migliorare noi stessi è, dunque, un modo per ottenere successo e riscontri immediati. Insomma, i
social network sono composti da una fitta rete di persone. E le persone possiedono pregi e difetti: bisogna essere consapevoli di ciò, al fine di dimostrare quella
maturità civile in grado di affrancarci da una realtà composta per semplici
addizioni spontanee. In una parola: dalla nostra stessa
banalità.Per leggere la nostra rivista 'sfogliabile' cliccare QUI
Direttore responsabile di www.laici.it e della rivista 'Periodico italiano magazine' (www.periodicoitalianomagazine.it)(editoriale tratto dal numero 16 - febbraio 2016 della rivista 'Periodico italiano magazine')