Negli ultimi giorni, il
'caso Quarto', comune campano in provincia di
Napoli, ha messo a dura prova la credibilità del
Movimento 5 Stelle. La brutta vicenda delle pressioni camorristiche ai danni di
Rosa Capuozzo, sindaco del comune dell'hinterland partenopeo e la sua mancata denuncia alle autorità, rischiano di minare le fondamenta stesse del largo consenso che il movimento di
Beppe Grillo era riuscito a costruirsi nel corso degli anni. Una vicenda incresciosa, che mostra, nel caso fosse nuovamente necessario, quanto siano radicati gli interessi
'camorristi' in
Campania e di come gli stessi
politici siano
collusi con la criminalità organizzata. Senza voler generalizzare una realtà complessa che in molti, tra giornalisti e uomini di legge, si sforzano di portare alla luce in tutta la sua nefandezza e oscenità, è interessante analizzare il dibattito politico che ha fatto seguito all'evolversi della
vicenda Quarto. Una volta emerso che il
sindaco Capuozzo era stata oggetto di minacce da parte del
consigliere comunale 'pentastellato' Giovanni De Robbio, i vertici del
M5S hanno provveduto a espellere sia
De Robbio, sia la
Capuozzo: il primo in quanto
colluso con la
camorra; la seconda, per non aver
denunciato le minacce ricevute alle autorità competenti, limitandosi solamente a
ignorare quanto avveniva. Nonostante ciò, il sindaco ha deciso di
non dimettersi dal proprio incarico, come invece richiesto dai vertici del
Movimento, proseguendo il suo lavoro. Che il sindaco
Capuozzo non abbia ceduto ai ricatti camorristi è un fatto sicuramente positivo e, quantomeno,
anomalo, dati i sempre frequenti e proficui intrecci che sono stati scoperti e che, purtroppo, ancora emergono tra politica e mafia. Ma le mancate
dimissioni rappresentano comunque il segno evidente di come i politici 'nostrani' siano più attaccati alla
'poltrona' che al proprio senso di responsabilità, qualsiasi sia lo schieramento di appartenenza. In tal senso,
l'Italia, come sempre, è ben lontana dagli standard del resto del mondo, dove se un politico si ritrova anche solo accostato ad un qualsivoglia
scandalo rinuncia volontariamente alla carica, sia per opportunità politica, sia per questioni di coerenza e di rispetto dell'elettorato. La richiesta di presentare le dimissioni è infatti perfettamente
coerente con l'ideologia del
Movimento 5 Stelle in quanto emblema della
'buona politica', nel rispetto di un codice morale che fa della lotta alla mafia e ai politici mafiosi il proprio elemento cardine. Non si è fatta attendere la reazione del
Pd e del
presidente del Consiglio, Matteo Renzi, che hanno fatto risuonare l'eco del loro trionfalismo, denunciando la fine del
"monopolio morale" dei
'5 stelle'. Parlando proprio della
Capuozzo, Renzi ha affermato che
"avrebbe dovuto denunciare chi la ricattava, ma non dimettersi. In quel posto l'hanno messa i cittadini. Io sono per il garantismo più totale: in un Paese civile, è un valore costituzionale, costitutivo della sinistra. Certo, il sindaco avrebbe dovuto denunciare, ma non è giusto che debba dimettersi". Sulla presunta richiesta d'aiuto che il sindaco avrebbe inviato ai vertici campani del Movimento,
Di Maio e
Fico su tutti, si può anche essere
concordi con il pensiero di
Renzi e, sicuramente, sarà necessario verificare le responsabilità di tutti gli
attori coinvolti. A destare maggiori
perplessità, tuttavia, è la frase sul
'garantismo totale': se per garantismo dobbiamo intendere il vero significato del termine, ovvero la concezione giuridico-politica dello
Stato di diritto che riconosce e tutela i singoli individui, verrebbe da chiedersi come questa possa essere applicata al caso attuale. Secondo la ricostruzione di
Alessandro Di Battista "la Capuozzo non si è dimessa, ci ha sempre detto che non era mai stata sotto ricatto e noi le abbiamo creduto. Poi leggiamo le intercettazioni sui giornali: quando abbiamo capito che il sindaco non ha denunciato qualcosa che doveva denunciare, anche se ha resistito, abbiamo deciso di espellerla". In questo senso, il comportamento dei
'Cinque Stelle' è stato perfettamente
lineare, nonostante le polemiche.