Torno su un argomento che ho già trattato. Ricorderete le nostre liti con
Facebook, che ha tacciato la nostra piccola casa editrice di
e-books di produrre materiale pornografico
'XXX rate', continuando a non accettare le nostre
réclame (come diceva la nonna...). Mentre pubblicamente prego il direttore, qualora sia permesso, di pubblicare la foto della pubblicità
'pornografica' incriminata, così che tutti possano farsi due risate, voglio raccontare dell'ultima
e-mail ricevuta dal
social network, in cui mi si informava che il
"no" era definitivo - nonostante siano in torto! - e che
"non verrà data risposta a ulteriori contestazioni sulla questione". A parte l'aver scritto a
Mark Zuckerberg e a un'amica che lavora per il
NYT poiché ho un pessimo carattere, mi sono posto un paio di questioni: questi americani, pur essendo nel torto e pur commettendo sbagli clamorosi, che si ripercuotono sul quotidiano degli altri, sono gli stessi che, grazie a uno straordinario [sic] senso della democrazia possono essere eletti presidenti della nazione più potente del mondo, nonostante la loro tendenza a compiere errori grossolani sulla base di
algoritmi (creati dall'uomo, quindi fallaci) che si rifiutano di discutere. Non è per fare polemica: è che sono sempre più inquieto.
Ps: Twitter accetta le pubblicità senza 'battere ciglio'...