Gli avrebbero riempito le tasche di esplosivo per accusarlo di terrorismo e collusione con
l'Isis, pur di farlo dimettere. Alla fine, lo ha fatto lui. Ci sono venti giorni per ritirarle, quelle dimissioni.
Ignazio Marino: "Il sindaco più odiato della storia di Roma" predicava un
'minus habens' dagli schermi tv, inquadrato dalle corazzate 'berlusconiane' gettatesi sulla preda come iene ridens. Ma c'è qualcosa che i romani non odiano? Non so. Personalmente, penso che
Ignazio Marino di colpe ne abbia numerose:
1) ha vinto le primarie alla 'faccia' del suo Partito, votato da quegli stessi romani che, dal giorno successivo, lo hanno detestato;
2) ha vinto le elezioni, ma ha preso meno voti della sua coalizione, che ha cominciato a fargli la guerra dopo che aveva vinto le primarie;
3) ha preteso di governare e di cambiare Roma;
4) ha fatto quel che gli pareva;
5) ha scardinato, o tentato di scardinare, i centri di potere della capitale;
6) ha fatto esplodere lo scandalo di mafia capitale, ma non lo ha cavalcato;
7) ha sempre fatto capire al Pd che il sindaco era lui e non il segretario di turno;
8) ha resistito a tutte le tempeste e, infine, dopo avere usato la carta di credito del Comune ed essere stato accusato di peculato e falso, si è dimesso con un comunicato che lascia poco spazio ai dubbi e che ha letto mettendoci la faccia, senza affidarsi alla stampa. Essere liberi e agire da uomini liberi: una colpa che, in Italia, non si perdona. E' questo il peccato originale di
Ignazio Marino.