Ennio TrinelliL'italiota ha sempre la necessità, dato che non sa da dove viene, di illudersi di sapere dove va. Solo grazie a questa 'distrofia neuronale' si può spiegare l'accanirsi contro l'Altro come principale sport praticabile. Testimone di questo accanimento: l'approvazione in commissione Giustizia di un emendamento che trasforma le Unioni civili in 'Formazione sociale specifica' e le incardina all'articolo 2 della Costituzione (quello che garantisce all'individuo il diritto di poter esprimere la sua personalità nei luoghi e modi a lui congeniali, lo scriviamo in 'soldoni'), 'sradicandole' dall'articolo 29 (quello che parla di famiglia fondata sul matrimonio: anche in questo caso ci esprimiamo volgarizzando). Il messaggio che ne deriva è che le famiglie fondate sul matrimonio, anche quelle i cui capifamiglia vanno in Thailandia per soddisfare i loro istinti pedofili (l'Italia è prima in questa turpe classifica) rimangono onorate e figlie di Dio, mentre le altre sono "formazioni sociali specifiche", all'interno delle quali due persone possono anche 'pensarsi' sposate, ma non avranno mai lo stesso valore di un matrimonio vero e proprio. Soltanto un razzismo dettato da un altrettanto profondo odio verso l'Altro può giustificare una così profonda perversione. Ai tanti 'cialtroni' in parlamento, talmente attaccati alla famiglia da essersene fatte anche tre o quattro, le nostre più vive felicitazioni.


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Giorgio Salerno - Roma - Mail - giovedi 10 settembre 2015 11.56
Cara Marta, la sua critica alla mia critica non mi sembra fondata. Lo schema concettuale dell’articolo di Trinelli è molto semplice, ma, ribadisco, privo di argomentazioni. Vengono riportati due fatti di pubblico dominio: l’incardinamento all’art. 2 e non all’art. 29 e la motivazione sociopolitica che lo sottendono. Quest’ultima è costituita, proprio come dice Trinelli, dalla volontà di mantenere distinte sul piano giuridico le due “formazioni sociali”. Un’opinione diversa da quella di Trinelli è certamente legittima ed inoltre non è stata certamente tenuta nascosta da chi l’ha voluta. Quindi, fino a qui, nessuna argomentazione, ma solo un riepilogo di fatti noti. Quale sarebbe, allora, l’approfondimento giornalistico ed il confronto proposto da Trinelli? Non vedo altro oltre l’insulto a chi non riesce a comprendere le sue “sacre ragioni”. È un classico schema dell’argomentazione ad hominem: non posso o non voglio o non sono in grado di spiegare perché le argomentazioni del mio avversario non siano valide (magari anche solo per mantenermi in spazi mediatici ristretti) per cui l’unica motivazione che posso avanzare è che egli sia “difettato” dal momento che l’assoluta validità della mia visione è talmente manifesta che non rimane altra spiegazione possibile. Dopo la sua reprimenda, ho riletto più volte l’articolo di Trinelli alla ricerca di argomentazioni e di un confronto, ma ho trovato solo fuffa.

Con piacere le riporterò le argomentazioni del mio amico, ma ormai, stamane, il lavoro mi chiama. A prestissimo.
Marta De Luca - Roma - Mail - mercoledi 9 settembre 2015 10.10
Caro Giorgio, trovo che sia il suo commento a essere inaccettabile nei toni e nei contenuti. Sarebbe stato più interessante se avesse cercato di spiegarci, come ha fatto il suo amico, in modo semplice e con ragioni del tutto laiche e senza nessun riferimento a codici morali, perché e in che modo il matrimonio omosessuale costituirebbe un danno per la collettività. Sarà anche vero che il collega Trinelli è sempre molto diretto, ma le sue sono argomentazioni. Lei ha espresso un 'generico risentimento' di cui non ha spiegato le ragioni e che non ha voluto o saputo argomentare. Si chiama confronto. Tutto il resto è fuffa.
Giorgio Salerno - Roma - Mail - mercoledi 9 settembre 2015 0.49
Caro Trinelli,

il suo articolo è inaccettabile nei toni e nei contenuti.

Per i contenuti non saprei motivare la mia affermazione perché nel suo testo mancano del tutto.

Per i toni:
secondo lei chi dissente da lei è un imbecille (traduzione terra terra di “distrofia neuronale”, termine forse troppo sofisticato perché io lo possa interpretare correttamente. Magari ne sono affetto e non me ne rendo conto);
per fortuna, successivamente, i distrofici neuronali diventano meritevoli di insulti più alla portata di noi popolo minuto: cialtroni, razzisti (che ci azzecca?), pieni di odio profondo e pervertiti (non sono sicuro di averci messo tutto);
infine, nell’andare “piatto” sui capifamiglia delle famiglie onorate e figlie di Dio indicandoli genericamente come viaggiatori pedofili, mette lei sullo stesso piano di coloro che per “fare colore” indicano genericamente gli omosessuali come quelli che fanno le marchette nei cessi delle stazioni (ovviamente non io).

Mi dispiace leggere questa prosa.

P.S. Mi dispiace doppiamente perché anch’io pensavo al matrimonio omosessuale come una possibilità, fino a che un mio conoscente, da sempre su sponde politiche opposte rispetto alle mie, non mi ha convinto, in modo semplice e con ragioni del tutto laiche e senza nessun riferimento a codici morali, che quel negozio giuridico costituirebbe un danno per la collettività. Tant’è… meglio lasciarsi qualche porta aperta prima di dare sfogo alle proprie ire.


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