Vittorio LussanaDi recente, qualcuno mi ha accusato di aver accettato, o quanto meno subìto, l'elezione di Sergio Mattarella alla carica di presidente della Repubblica italiana per mere motivazioni ideologiche. E di non essere interessato alla costruzione di un robusto fronte laico capace di influenzare il mondo politico italiano come, talvolta, riesce a fare il 'Liberal Party' britannico, garantendo cioè l'alternanza di governo tra laburisti e conservatori al termine di ogni ciclo politico effettivamente certificato e riscontrato dai fatti. In vari e ripetuti scambi di comunicazione via e-mail ho cercato di far comprendere come le mie parole fossero state assai poco comprese. E come le mie "sintesi" racchiudessero un messaggio 'altro', rispetto a quelli meramente ideologici di cui mi si accusava sulla base di un atteggiamento esasperatamente pedagogico: quello di chi è convinto che, in politica, si possa aver ragione per semplice 'sfinimento' dei propri interlocutori. Interlocutori ai quali non andrebbe riconosciuto alcun merito, se non su precisa richiesta e sollecitazione. Come se tutto fosse dovuto e scontato. Come se il nostro ostinato sforzo di mantenere in vita uno spazio in cui tutte le opinioni possano liberamente incontrarsi e confrontarsi fosse semplicemente un dovere immeritevole di essere oggetto di valutazione alcuna. Ciò prova, per l'ennesima volta, come molti politici italiani ormai rappresentino solamente se stessi. Come siano pervicacemente convinti che l'intero universo ruoti attorno a ognuno di loro, in un delirio di onnipotenza divenuto, francamente, incomprensibile. Mi ha consolato il fatto che altri, invece, il titolo e il significato stesso del mio editoriale in merito all'elezione di Sergio Mattarella lo abbiano compreso perfettamente. Che è poi la vera notizia che vengo a portare questa volta: la pace è finita, il 'patto del Nazareno' è andato a farsi 'benedire' e si ricomincia tutto da capo, con la consueta 'guerra' tra Tutsi e Hutu. Chi mi ha accusato di proporre ideologie "di sintesi" sappia, come ho cercato di spiegare in separata sede, che segue una metodologia di analisi dei fatti piuttosto 'residuale', benché rispettabile. Considerazione, quest'ultima, che non propongo per mere motivazioni formali o di cortesia (altra malignità...), ma sulla base di fatti reali, che mi obbligano, oggi, a dar pienamente ragione a chi ha proposto, in passato, quel noto processo di "rottamazione" di un'intera classe politica in larga parte incapace, autoreferenziale, inconcludente e truffaldina. Un processo che spero vivamente riprenda effettivo corso e vigore, a cominciare da una risoluzione definitiva del conflitto di interessi e di una profonda riforma del sistema televisivo italiano, con tutto ciò che ne potrà conseguire anche sotto il profilo commerciale e di mercato. Qualcosa, evidentemente, è andato 'storto'. E il sottoscritto ha cercato semplicemente di farlo comprendere attraverso una formula di "sintesi tra riformismi" che potesse far preciso riferimento, per chi doveva comprendere realmente la questione, come un determinato conservatorismo di mentalità continui, in tutte le sue forme, a non voler riconoscere e rispettare i meriti morali, pratici, lavorativi e professionali di chiunque cerchi, in questo Paese, con grande sacrificio politico oltre che personale, di curare realmente gli interessi generali dello Stato e dell'intera collettività. Anzi, diciamo pure della "comunità", dato che ormai ci si limita a 'quantificare' il numero di parole che vengono utilizzate nel corso del dibattito politico. Da questo preciso momento, siamo di nuovo in guerra. E questa volta, sia chiaro, non si faranno prigionieri.




Direttore responsabile di www.laici.it e della rivista 'Periodico italiano magazine' (www.periodicoitalianomagazine.it)
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Cristina - Milano - Mail - mercoledi 18 febbraio 2015 20.10
Ora non siamo più neanche liberi di esprimere opinioni soggettive. Forse si sta manifestando una "democratica dittatura"? Perchè chi di dovere non si occupa di questione più serie ed urgenti, invece di fare un processo alle intenzioni?


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