Ilaria Cordì"L'Italia, patria del diritto prima che delle ferie, merita un sistema migliore. La memoria dei magistrati che sono morti uccisi dal terrorismo o dalla mafia ci impone di essere seri e rigorosi. Non vogliamo far 'crepare di lavoro' nessuno, ma vogliamo un sistema della giustizia più veloce e più semplice. E, polemiche o non polemiche, passo dopo passo, ci arriveremo". Questa la replica del premier, Matteo Renzi, alla polemica esplosa la scorsa settimana durante l'inaugurazione dell'anno giudiziario, in risposta alle parole del procuratore generale di Torino, Marcello Maddalena. Ma è solo un esempio: tanti sono i discorsi che i nostri politici amano fare in occasioni speciali o di criticità nazionale e internazionale, al fine di rassicurare e convincere i cittadini che, tutto sommato, 'le cose andranno bene'. Non parliamo, ovviamente, solo del primo ministro italiano, ma anche di Angela Merkel, di François Hollande, di Mariano Rajoy Brey e del neoeletto presidente greco, Alexis Tsipras. Ebbene, secondo un recente studio condotto da un 'team' composto dagli psicologi delle migliori università australiane - di Monash, del Queensland e di Groningen - i discorsi politici restano, ogniqualvolta tenuti, in larga parte inascoltati. La ricerca si è posta il problema di capire fino in fondo cosa accade nel cervello di coloro che si accingono a seguirli o, meglio, a provare a seguirli. L'esperimento è consistito nel far leggere a 40 'cavie' di entrambe le fazioni politiche, quindi destra e sinistra, i discorsi dei propri leader ad alta voce e di valutare delle frasi attribuite dagli stessi scienziati (all'insaputa delle persone presenti) ai propri rappresentanti politici. Nel corso del test, i 40 cervelli sono stati sottoposti a risonanza magnetica, per osservare le reazioni cerebrali elaborate nel momento della risposta. I risultati emersi hanno evidenziato come le frasi con una forte dose di ispirazione, per il soggetto trattato vengono attribuite puntualmente al leader della propria fazione politica, mentre il riscontro per immagini dato dai 'tesla' magnetici avrebbe confermato che le risposte del politico 'amato' attiverebbero maggiormente diverse aree del cervello, al contrario delle frasi di un politico della fazione opposta. Pascal Molenberghs, responsabile dello studio condotto da parte dell'Università di Monash, è rimasto scientificamente impressionato innanzi ai risultati delle risonanze effettuate: non gli è mai capitato di osservare così tanti stimoli diversi scatenati da reazioni distinte in persone differenti, poiché a seconda del leader, le stesse frasi riportano esiti o addirittura comportamenti opposti. Secondo Alexander Haslam, professore di psicologia presso l'Università del Queensland, nonché docente presso l'Arc (Australian research council), una tale ricerca potrebbe creare notevoli problemi per i rappresentanti politici che, candidati alle elezioni, aspirassero a ottenere nuovi voti, magari illudendosi di 'sfondare' nel 'bacino' avversario. Brutta storia per la politica 'nostrana', la quale ha ormai perduto gran parte della fiducia dei cittadini. Ma è una brutta storia anche per la nostra 'mamma Europa', poiché la retorica 'postideologica' sembra ormai arrivata a un punto di non ritorno. Forse, dovremmo consigliare vivamente a tutti i politici, italiani ed europei, di andarsi a rileggere la 'Retorica' di Aristotele, oppure il 'De oratore' di Marco Tullio Cicerone: magari, qualche buona idea potrebbe arrivare dalla cultura con la 'C' maiuscola, anziché dalla 'fuffa' del marketing...


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