Ennio TrinelliUn amico rom che vedo spesso e al quale voglio bene, mi ha telefonato nei giorni scorsi chiedendomi aiuto a proposito di una tristissima storia. La moglie ha partorito recentemente, si trova ancora in ospedale e, a seguito di una richiesta di intervento dei genitori naturali (il mio amico e la moglie) ai servizi sociali per trovare una sistemazione più adeguata a famiglia e nascituro, gli stessi servizi sociali gli avrebbero recapitato un'ordinanza del Tribunale che sospende, temporaneamente, la patria potestà ai genitori naturali, in attesa di chiarimenti sulla loro capacità di offrire un alloggio adeguato al loro figlio neonato. Piangendo al telefono, il mio amico rom mi raccontava che cercherà di far sapere a tutti i giornalisti di Roma questa storia, perché non la trova giusta. E che è disposto a tutto pur di risolvere la questione e avere il suo bambino con lui. Io non ho elementi, né conoscenze normative sufficienti a stabilire se la procedura che è stata seguita sia in linea con la legge dello Stato (ho dei dubbi sul suo essere in linea con qualche valore etico), ma nutro delle perplessità sull'allontanamento preventivo dei bambini dalla famiglia se la stessa è in condizioni disagiate. Non so se ciò che il mio amico mi ha raccontato è vero: non mi ha mai mentito prima e ho fiducia in lui. Ma se a seguito di una richiesta di aiuto ai servizi sociali la prima risposta è la sospensione della patria potestà, mi vengono i brividi. Non me ne voglia il mio amico, al quale voglio bene, ma prefereirei davvero che mi richiamasse per dirmi che mi ha fatto uno scherzo.


Lascia il tuo commento

Nessun commento presente in archivio