Ennio TrinelliSono un lettore affezionato di Charlie Hebdo (scrivo su Linus, del resto, come potrebbe essere altrimenti?). Il massacro della redazione mi ha turbato profondamente, per molte ragioni, molte delle quali politiche e sulle quali non mi soffermerò. Ultima, ma non ultima, il profondo legame che ho con la cultura islamica, che amo - anche se da Buddista - con i Paesi del nordafrica, con le genti meravigliose che vi ho sempre incontrato e con le quali mantengo relazioni di profonda amicizia da decenni, con una lingua che ho studiato e che continua ad affascinarmi. Sento montare una rabbia e una tristezza senza fine quando, a causa di azioni di guerriglia di fanatici islamisti che fanno vergognare i Paesi da cui vengono - e gioire i capi integralisti da cui sono manipolati - la grande bellezza di quella cultura viene umiliata. Quando sento stravolgere insegnamenti di grande saggezza quotidiana e li vedo ridotti a grida di guerra. Quando gli uomini si dimenticano di essere uomini e ricorrono all'umiliazione della loro e altrui umanità, in nome di una fanatismo che non trova giustificazioni, nemmeno inventandosele. Nulla è più prezioso della vita di un singolo essere umano. Nulla è più doloroso dell'inferno che vivrà colui che la spezza in nome di un dio da vendicare.


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