Ilaria CordìMarsiglia, in lingua originale Marseille, è la più grande città della Francia meridionale, o della meglio conosciuta Provenza, seconda per numero di abitanti solo alla capitale, Parigi. È il primo porto navale del Mediterraneo per numero di passeggeri - seguito a ruota da Civitavecchia, sul litorale laziale - e il quinto a livello europeo, classifica in cui si deve tener conto del grandi porti del nord, come Rotterdam e Anversa. La città 'focese' è la più antica delle città francesi: le sue origini risalgono al 600 avanti Cristo. Venne fondata da un gruppo di marinai greci provenienti da Focea, attuale città turca di Foça. E rappresenta un insieme multiculturale di abitanti, tradizioni, religioni e arti molto interessante. Affascinante è girare per le sue piccole 'rues', alternate ad altre più lunghe e larghe. Nei suoi quartieri si può ascoltare il rumore del silenzio: una quiete inusuale per chi viene dalle grandi metropoli, mentre nei suoi rioni popolari si respira un'infinita diversità di odori, provenienti dalle sue celebri boulangerie e pâtisserie (letteralmente panetterie e pasticcerie, ndr). Il centro storico ruota tutto intorno al Vieux Port, Porto Vecchio, dal quale si estende uno dei viali più importanti di Marsiglia, centro di commercio, turismo e cultura: la Canebière. Esso attraversa la città per un chilometro, sino ad arrivare al quartiere opposto: Réformées. Interessante curiosità è l'etimologia del nome di questo caratteristico viale: dal provenzale canebe, in altre parole un percorso di collegamento tra il porto e i vecchi campi di canapa, utilizzata principalmente per le corde delle imbarcazioni e le reti da pesca. Come abbiamo detto, Marseille  è una città cosmopolita, che presenta come proprio stemma una 'blasonatura', ossia una croce blu su uno sfondo argento che vuole ricordare l'imbarco dei crociati per la Terra Santa durante le crociate. Ciò suole indicare che la città provenzale nasce come un centro religiosamente cristiano.  Oggi, invece, è uno dei più grandi agglomerati europei, che presenta un'elevata percentuale di musulmani arabi. Ed è questo spettacolo surreale che lascia inerti: abituati a vivere nella nostra omertosa Italia, si viene letteralmente travolti da una mescolanza di etnie e di lingue. Marsiglia è storicamente rivolta verso il mondo e rifiuta di chiudersi in tabù nazionalisti o anche semplicemente campanilisti.  

2013, Marsiglia capitale europea della cultura
Lo scorso anno, il capoluogo provenzale ha subìto un notevole cambiamento di rotta. Il 12 e 13 gennaio 2013, 600 mila persone hanno avuto modo di ammirare, visitare ed elogiare una delle città marittime più grandi del Mediterraneo. Con la vista al Porto Vecchio, il quale possiede una forma a ferro di cavallo, possiamo riconoscere la già nominata Canebière. Alle spalle, si erge Palais du Pharo, edificio costruito da Luigi Napoleone Bonaparte nel 1855 e che ha ispirato le grandi opere letterali dell'italiano Vittorio Alfieri. A destra di Palais du Pharo, in occasione della ricevuta onorificenza, Marsiglia ha fatto erigere un museo che pone le sue basi su una piattaforma metallica posta sott'acqua. Si tratta del museo delle Civiltà d'Europa e del Mediterraneo (MuCem), costruito con un'architettura prodigiosa: una particolare resina di cemento ultraresistente impiegata di solito per erigere le centrali nucleari. Se si guarda 'dritto per dritto' la  Canebière, sulla destra si rimane senza fiato a causa della maestosità di Notre Dame de la Garde, la basilica più importante di Marsiglia, un luogo di culto situato a 162 metri sul livello del mare in cui, ogni 15 agosto, giorno dell'Assunzione della Vergine Maria, milioni di pellegrini portano il proprio ex voto, che viene appeso sulle pareti interne dell'intera chiesa. Da lì, lo spettacolo è suggestivo: in lontananza, si può ammirare una delle quattro isole dell'arcipelago del Frioul, l'isola di If, nota per essere il luogo in cui era situato il carcere nel quale fu rinchiuso il conte di Montecristo, nella celebre opera omonima di Alexandre Dumas. Se si percorre la Canebière, all'altezza di Barbaroux Rue, si può ammirare la magnificenza Englise Evangelique, chiesa architettonicamente simile a Notre Dame de Paris che, a differenza di quest'ultima, presenta due alte guglie che troneggiano sulla città. Per gli amanti delle passeggiate, del footing, del sole e dell'aria aperta, Marsiglia offre due romantici giardini intorno, rispettivamente, a Palais Longchamp e, al lato diametralmente opposto, Parc Borély. Il primo è situato proprio all'interno della metropoli e sin dall'ingresso offre uno spettacolare monumento, inaugurato nel 1869, che celebra la fine della problematica dell'acqua avutasi dopo una grave epidemia di colera di 30 anni prima. Le due ali del palazzo espongono, rispettivamente, Il museo delle Belle Arti e l'Osservatorio. Il secondo è un parco comunale grande 17 ettari, suddiviso in tre differenti giardini: il giardino botanico, il giardino all'inglese e un giardino alla francese. Ai cancelli, troviamo il Palazzo Borély, che risale al XVII secolo, proprietà di un mercante francese.

I 'cantoni' francesi: politica ed economia
Marsiglia è un dipartimento facente parte del Bouches du Rhône (letteralmente Bocche del Rodano) della regione Provenza. L'amministrazione politica presenta elezioni a livello municipale, divisi per settore. Pertanto, ogni settore elegge rispettivamente i propri consiglieri. La politica francese risponde alla forma di Governo della 'Repubblica semipresidenziale', ovvero composta da due organi, il presidente della Repubblica e il parlamento, eletti da due differenti consultazioni elettorali. Questa politica è considerata 'attenuativa', poiché lo scopo è quello di diminuire ogni possibile rigidità presidenziale, bilanciando i poteri a esso affidati. Attuale presidente in carica è François Hollande, il quale non si allontana tanto dai canoni italiani del 'far parlare di se'. Al di là delle foto rubate dai giornali scandalistici francesi, l'ex segretario del Partito socialista francese occupa le pagine dei quotidiani a causa del suo 'blocco' imposto al rapporto tra Regno Unito e Unione Europea. Il Presidente francese avrebbe cioè bloccato la richiesta del premier inglese, David Cameron, di emendare il trattato che consente all'Inghilterra una maggiore autonomia da Bruxelles. Un'impuntatura da parte di Hollande, il quale ritiene che questo cambiamento di 'patti' porterebbe a un referendum nazionale, dato che una modifica del trattato deve essere approvata da tutti gli stati membri della comunità europea. E non sia mai che arrivi una voce del genere alle orecchie di Renzi, troppo preso dalla candidatura di una 'Roma mafiosa' alle Olimpiadi del 2024. Ecco, tuttavia, una differenza sostanziale tra noi e la Francia: il nostro Paese cerca di risollevare la propria nomea di 'Italietta' con candidature 'sparate', senza logiche o visioni precise, quando esistono persone che ancora aspettano i famosi 80 euro; al contrario il Governo francese concede più di mille euro al mese alle famiglie che presentano un gruppo interno con 3 o più figli a carico, affinché si garantisca una stabilità economica 'interna'. Esempio banale: a pochi giorni dal Natale, le città francesi sono in festa, immerse in un tripudio di luci multicolore, di persone che corrono in lungo e largo per fare gli ultimi regali. Marsiglia non sente più di tanto la crisi economica dell'Eurozona: le strade sono vere e proprie 'fiumane' di esseri umani; gli angoli delle strade ricordano il Natale con decorazioni al led e grandi figure natalizie illuminate; i mercatini ricordano quelli di Vienna o di Monaco; gli altoparlanti per le strade 'passano' musiche e canzoni relative al periodo. È vero: un caffé lo si può pagare anche 1.60 cent di euro. Ma basta allontanarsi dalle vie principali che una 'baguette' arriva a costare 0.30 cent. Eppure, non siamo così lontani. Roma e la sua Storia fa rabbrividire, ma rispetto a molte altre città europee, la 'città eterna' sembra aver 'ucciso' qualsiasi gioia.

Un treno da Marsiglia a Napoli
Marsiglia viene molte volte 'gemellata' al capoluogo campano, Napoli. Le due città portuali sono accomunate, oltre che dal patrimonio marittimo, anche dalla criminalità organizzata, dallo spaccio internazionale di droga e dai numerosi problemi legati alla sicurezza. I quartieri più poveri di Marsiglia, oltre a essere un esempio classico di disoccupazione, sono anche il fulcro della criminalità. Ma non bisogna 'sgranare' gli occhi, non bisogna puntare il dito da 'giudice accusatore': Marsiglia non è tanto diversa da tante città italiane o mondiali. Ovviamente, disoccupazione e criminalità hanno colpito la fascia giovanile, prevalentemente straniera. Infatti, il crimine è gestito da piccole bande di giovani che portano il nome dei propri quartieri d'appartenenza. Il multiculturalismo oltre a essere un fatto positivo, che rende tutti 'vicini' nel mondo, può purtroppo portare anche nuove diseguaglianze. Il razzismo non è mai morto: sempre vi saranno persone che guardano 'storto' qualcun altro. Ma in fondo tutto il mondo è paese. Ed è per questo che a Marsiglia ci si sente tutti un po' a casa, anche a più di 1500 chilometri di distanza. «Marsiglia non è una sola, ma è una città molteplice. E' multiculturale, multirazziale e necessariamente multimusicale. La gente canta in lingue diverse, così come pensa e sogna in lingue diverse. E ama, anche, in lingue diverse...». Questa la frase di Jean Claude Izzo, scrittore e poeta marsigliese, secondo il quale, nella sua città, il 'soggettivo' si può mettere in discussione, si può perdere e poi sempre ritrovare il proprio 'Io', scommettendo su un cosmopolitismo che pulsa come un grande cuore tra i sobborghi marsigliesi.


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mario - italia - Mail - mercoledi 7 gennaio 2015 16.49
Triste rilevare come il pensiero di nuova generazione faccia prevalere il fascino della realizzazione di un progetto ideologico (che proviene da vecchie menti distorte reazionarie come quella del femminismo) di mischiare realtà culturali e di gene completamente in antitesi e di radici opposte, a quello della sicurezza e della civile convivenza. Non sono convinto che il futuro possa consistere in un “farwest” tipo Caracas (penso che non abbia fatto il tempo a visitarla se non sfuggendone via se è qui ancora a scrivere!) ne in una Marseille (avrà sicuramente avuto qualche guida…) e che tutto sia trasferibile in ogni luogo, città, paese per soddisfare un sogno uscito da teorie sperimentali di università e di sociologia. Trovo questa disamina molto affascinante per una pubblicità per invitare gite scolastiche o turistiche con percorsi predeterminati e conosciuti (ma sconsigliato quelli free) ma non un postulato di futura o desiderosa realizzazione. Nel nostro paese sta avvenendo uno sconcertante progetto di autodistruzione con questa teoria dell’invasione che tanto mi ricorda le immagini dei figli dei fiori nei concerti rock degli anni sessanta tra spinelli eroina e alcol. Con una aggiunta non di poco conto di un ingrediente che è quello di “religione” e di imposizione e coercizione di altre culture distanti anni luce dalle conquiste sociali e di libertà politiche. Una scommessa cosmopolita che la temo e la vedo come quando un adolescente vuole provare a tutti costi l’ebbrezza della droga. Un costo forse troppo grande senza ritorno. Un pericolo e una legittimo timore che come nella chimica l’invasione di elementi non compatibili provocano non certo risultati senza conseguenze catastrofiche e di tante vite umane. Basta studiare un po’ la storia dell’uomo da millenni….noi non siamo diversi…almeno che non ci sia un progetto di cambiarci anche i geni e diventare altro… non dimentichiamo che gli animali sono meglio di noi ..e ci insegnano tante cose ..basta osservarli…


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