Giuseppe OrsiniIl 2014 e il santo Natale ormai vicino ci richiamano due felici anniversari. Il primo: a novembre abbiamo festeggiato il 25esimo dalla caduta del muro di Berlino (9 novembre 1989) eretto nella notte del 13 agosto 1961, 53 anni fa. Scopo: impedire che i berlinesi fuggissero dalla zona est della Germania e cioè dalla Deutsche Demokratische Republik (Ddr) creata nel 1949 nella zona assegnata all'Urss alla fine della seconda guerra mondiale. Sono stato più volte a Berlino, quando c'era il famigerato muro. Alla Porta di Brandeburgo ('Brandenburger Tor') ho letteralmente e ripetutamente pianto di fronte alle decine di lapidi che ricordavano i giovani tra i 18 e i 30 anni uccisi dai Vopos mentre cercavano di raggiungere la (per loro) "Terra promessa": la Germania Ovest, occupata da francesi, inglesi e americani. Ero a Berlino anche nel novembre 1989, quando cadde il muro. Quel che accadde, certamente lo abbiamo tutti visto e rivisto in tv. Di quella serata ho tuttora un cimelio, ben esposto in casa. Purtroppo, quello di Berlino non fu il solo muro eretto per motivi politici: qualcuno esiste tuttora. Per esempio, quello che divide Nicosia, capitale di Cipro. L'ho visto durante un viaggio con mia moglie. Il secondo anniversario è la ricorrenza del 100esimo anno della incredibile 'tregua di Natale', avvenuta spontaneamente nella notte del 24 dicembre 1914 a prima guerra mondiale da poco scoppiata. Durante la vigilia di Natale del 1914, infatti, ad Ypres, in Belgio, i soldati tedeschi accesero semplici ma significative candele intorno alle loro trincee. Poi iniziarono a cantare canzoni natalizie. La prima: 'Stille nacht'. E' l'italiana 'Astro del ciel'. I soldati inglesi replicarono con 'Silent night'. Si creò un tale sentimento di pace e di bontà che tutti i militari deposero le armi e si avvicinarono pacificamente ai nemici. Alla tregua si unirono anche belgi e francesi. Circa 100 mila soldati di varie nazionalità si incontrarono nella 'terra di nessuno', scambiandosi  doni, bevendo e fumando insieme. Insomma, fu sospesa la guerra e scoppiò la fratellanza: il santo Natale portò veramente pace e amore, seppure per poche ore. Nei durissimi Natali successivi della prima guerra mondiale, gli alti gradi militari impedirono il ripetersi di 'tregue umanitarie': è proprio vero che il popolo è migliore dei suoi capi e governanti. Un insegnamento da non dimenticare. Commemorando la caduta del muro di Berlino, il Papa, 'francescanamente', ha invitato l'umanità intera a demolire i muri e a "costruire 'ponti' tra uomini e nazioni". Il santo Natale e il bambino Gesù dei presepi ci aiutino a riflettere. E, soprattutto, a farlo.


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