La Corea del Nord è ancora protagonista. Dopo i fatti accaduti lo scorso anno - nell'aprile del 2013, lo Stato asiatico ha minacciato i Paesi occidentali, in particolare gli Stati Uniti, di sferrare un attacco nucleare - la popolazione del giovane dittatore Kim Jong-un tiene in serbo ancora grandi sorprese. Secondo l'agenzia nazionale di stampa 'Yonhap', infatti, il servizio di intelligence della capitale sudcoreana, Seul, ha 'smascherato' un devastante 'attacco-hacker': 20 mila cellulari sudcoreani sono stati infettati da un 'malware' (una tipologia di software creato allo scopo di causare danni irreversibili ai computer, ndr), tra il 19 maggio e il 16 settembre di quest'anno, attraverso un gioco per 'smartphone'. I software dannosi, secondo quanto riporta l'agenzia, sarebbero stati 'emessi' dalla nazione asiatica vicina, inseriti in siti web della Corea del sud e 'cliccati' al fine di scaricare i giochi. Attualmente, il servizio di intelligence è al lavoro per rimuovere completamente il virus dai cellulari colpiti senza, però, rendere pubblico quale tipologia di 'contrattacco' intende usare. Non è la prima volta che accade un fatto del genere: circa due anni fa, la polizia della Corea del Sud ha sventato un tentativo di 'infezione' del sistema di sicurezza dell'aeroporto internazionale 'Incheon' tramite giochi infetti da 'malware'. In ragione di ciò, lo scorso anno la Corea del Nord è stata accusata di mettere in atto una nuova tipologia di conflitto 'cibernetico', che ha temporaneamente mandato in 'tilt' tre stazioni televisive del Paese, una banca, i bancomat e l'intero circuito per i pagamenti tramite telefono. Il Governo di Pyongyang ha ammesso di aver raddoppiato la sua rete di 'hacker' all'interno del Paese, arrivando addirittura a raggiungere la quota di 6 mila collaboratori. Il conflitto fra le due Coree è, dunque, ancora aperto, mentre il resto del mondo aspetta o resta a guardare.