Marta De LucaForse è inutile sottolineare il clamoroso ‘autogol’ che il movimento di destra tradizionalista ‘Fratelli d’Italia’ si è volutamente inflitto, diffondendo un manifesto contrario alle cosiddette “adozioni gay” (appropriandosi indebitamente, tra l’altro, di uno ‘scatto’ del fotografo Oliviero Toscani). Senza commettere l’errore di entrare nelle vicende personali di qualcuno, sarebbe bene ricordare a un certo conservatorismo ‘italiota’, revanchista e piccolo borghese, la recentissima domanda che Papa Francesco si è posto con finalità tutt’altro che retoriche: “Chi sono io per giudicare i gay”? Si è trattato di un piccolissimo passaggio di ‘soglia’ attraverso una ‘porta stretta’ che, in futuro, dovremo tutti incaricarci di allargare: quella della semplice ammissione di non possedere gli strumenti più adeguati per valutare determinate tendenze, questioni e orientamenti. E’ stato un buon esempio di umiltà. Piccolo, forse, nonché mescolato ad altre considerazioni di svariato genere e tipo, ma abbastanza importante nel suggerire, in determinate occasioni, una maggior cautela riflessiva. Ci sono tematiche, infatti, che non presuppongono delle prese di posizione ideologiche, liberticide, precostituite: spesso possiamo, assai più semplicemente, limitarci a osservare e a cercare di capire in quale direzione sta andando il mondo. Anche e soprattutto al fine di tener presente l’esigenza culturale, prima ancora che politica, di dover rielaborare, innovare e modernizzare il proprio pensiero.


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Roberto - Roma - Mail - mercoledi 10 settembre 2014 21.50
Gentilissimo signor Giorgio, le ho inviato una e-mail da una casella di posta elettronica alternativa. Grazie.

Giorgio - Salerno - Mail - mercoledi 10 settembre 2014 21.8
Per Il sig. Roberto.
Ho provato ad inviarle un chiarimento sul commento al suo indirizzo quale risulta dal sito (rmazzuc@libero.it), ma non è andato a buone fine. Se fosse curioso, mi mandi il suo indirizzo corretto all'indirizzo da cui ho scritto.
Cordialmente,
Giorgio Salerno
Vittorio Lussana - Roma/Milano/Bergamo - Mail - mercoledi 10 settembre 2014 19.42
RISPOSTA AL SIG. GIORGIO: ho letto con un certo gusto questa breve serie di commenti relativi alla nostra giovane Marta De Luca. Un dibattito che comunque ho apprezzato per correttezza dei termini e vivacità di contenuti. Ringrazio dunque il signor Giorgio per averci chiarito con completezza il pensiero del Papa, che comunque non era il 'bersaglio' del nostro colpo di 'fioretto'. Voglio tuttavia chiarire al sig. Giorgio una cosa: laici.it non è un blog, ma una testata giornalistica on line regolarmente registrata presso il Tribunale di Firenze. Giornalisticamente, la cosa ha la sua importanza, dato che un blog può essere aperto da chiunque, mentre una testata giornalistica necessita di un direttore responsabile e di una redazione. Anche, al limite, per scusarsi e ammettere con un lettore che una nostra giornalista ha peccato di ingenuità. Cordiali saluti. VL
Roberto - Roma - Mail - mercoledi 10 settembre 2014 14.51
Intervengo a mio modo in questo piccolo dibattito che forse delinea una evidente differenza di linguaggio e concezioni personali: materialistico quello del signor Giorgio, filosofico-spiritualista quello di Marta De Luca (che leggo spesso...). Secondo quest'ultima idea, quella della signorina De Luca, una certa disposizione d'animo può portarci ad avvicinarci sin quasi a tocccare il punto focale di molte questioni, in questo caso quello di una totale mancanza di strumenti esperienziali, da parte dei cattolici, per giudicare con equilibrio e senza oscurantismi sessuofobici la materia degli orientamenti sessuali. Il problema sollevato dal signor Giorgio tuttavia è reale: se anche, per bonta d'animo, Papa Bergoglio, e come lui tantissimi cattolici, riescono talvolta ad avvicinarsi verso la soglia decisiva per comprendere il mondo attuale, essi sostanzialmente se ne discostano immediatamente, pur di mantenere immutabili quei dogmatismi ecclesiastici che mantengono il cattolicesimo nel territorio degli assolutismi trascendenti. Ha ragione, perciò, il signor Giorgio: l'illusione della signorina Marta che attraverso un certo buonismo si riesca a trascinare i cattolici, pian piano, verso considerazioni più ragionevoli è una pia illusione, un evidente segnale di ingenuità giovanile. A meno che non si sia talmente cinici da considerare solamente i significati voluti o che più ci fanno piacere di determinate frasi o dello stesso parlato medio delle persone. E scrivo questo nonostante la mia personale antipatia per certi organi di stampa, come per esempio la rivista Civiltà cattolica, autentico organo politico dell'integrismo cattolico.... Dubito che il laicismo opportunista possa portare, un giorno, a risultati concreti.
Marta De Luca - Milano - Mail - mercoledi 10 settembre 2014 12.53
Risposta n. 2: signor Giorgio, nessuna querelle, non si preoccupi. Ma in questo secondo commento lei dichiara il falso: la domanda che si è posto il Papa appartiene a un virgolettato testuale. E le smentite e le correzioni succussive sul reale significato sostanziale nel giornalismo corrispondono a un modo di dare più volte la stessa notizia. Le ripeto: se anche l'intenzione, la sostanza e il significato materiale e pratico delle parole del pontefice sono state successivamente chiarite, ciò non toglie che si sia trattato, sotto il profilo squisitamente formale, di un approccio al tema dell'omosessualità che si può comunque apprezzare di per sè. Soprattutto se paragonato alle cafonerie di certe formazioni politiche (le vere destinatarie della nota qui sopra pubblicata...). C'è modo e modo di dire le cose. E quello del Papa, secondo noi, rimane comunque apprezzabile rispetto a quello di tanti altri. La saluto nuovamente. M
Giorgio - Salerno - Mail - martedi 9 settembre 2014 13.15
Gentilissima Signora De Luca, vorrei evitare di dare inizio ad una di quelle interminabili querelle a botta e risposta sui quali inciampiamo tutti i giorni sui blog per cui cercherò di esser conciso e preciso al massimo. Credo che lei non abbia colto la contestazione che le faccio. Io sostengo che lei FA DIRE AL PAPA CIò CHE NON HA MAI DETTO o, nell’ipotesi che in un contesto colloquiale sul volo da Rio qualcuno abbia inteso quel che lei ha inteso, ha poi precisato il significato nell’intervista alla Civiltà cattolica, dalla quale non si può prescindere (anche giornalisticamente parlando). Mancando il presupposto fattuale, tutto il resto viene meno…
La saluto e la ringrazio per avermi risposto (non sempre si ha questa cortesia da perte degli amministratori dei blog).
Marta De Luca - Milano - Mail - lunedi 8 settembre 2014 22.49
Gentilissimo signor Giorgio, nella breve analisi da me proposta ho scritto testualmente: "E’ stato un buon esempio di umiltà. Piccolo, forse, nonché mescolato ad altre considerazioni di svariato genere e tipo, ma abbastanza importante nel suggerire, in determinate occasioni, una maggior cautela riflessiva". Con questa frase, che forse lei non ha ben letto o compreso, ho ammesso io stessa di aver estrapolato una parte specifica di quanto dichiarato dal pontefice. Parte la quale, se anche appartenente a un contesto concettuale complessivo distinto, fornisce comunque l'idea di un atteggimanto ben diverso rispetto al selvaggio marchio di abominio con il quale genericamente vengono giudicati i gay, soprattutto a destra. O forse lei vuol paragonare le riflessioni di Bergoglio con quelle di una destra becera e psichiatricamente omofoba? Noi comprendiamo come non vengano molto comprese alcune segmentazioni manipolative tipiche del giornalismo (tipiche quanto deontologicamente permesse, poiché si tratta di un ribaltamento formale della chiave interpretativa di una frase...). Tuttavia, tali tecniche del giornalismo, che lei politicamente, dunque erroneamente, considera un pessimo modo di condurre una causa (il giornalista, anche l'analista politico, non ha mai cause da combattere, ma singoli elementi da porre all'attenzione dei lettori, che poi un'opinione se la fanno per conto proprio...) sono assai preziose per leggere anche i segnali più piccoli o puramente formali nell'approcciarsi a un argomento. Dunque, se anche ci trovassimo innanzi a una mera delicatezza dialettica da parte del Papa, essa va comunuqe apprezzata in quanto tale rispetto a chi non si fa scrupolo alcuno nell'operare un "taglia e cuci" da "peracottari" di una fotografia, dimostrando la più totale mancanza di rispetto per il lavoro altrui (in questo caso del fotografo Toscani...) e del reale significato dello scatto in questione. In quest'ultimo caso, non siamo di fronte a un atteggiamento puramente formale di riflessione, bensì a un "plagio" vero e proprio. E le ricordo che il plagio, in Italia, anche se mal regolamentato, è comunque un reato di natura penale. Se per lei è tutto sullo stesso piano, allora sappia che anche lei rischia di finire, seppur inconsapevolmente, nella schiera di quei cattolici antipatici che non vogliono dar retta a un Papa che, per lo meno, sembra valutare determinati temi con un atteggiamento ben diverso rispetto a quello di tanti buoni cristiani: talvolta, la forma è sostanza. Per quanto piccola essa possa essere. La saluto ringraziandola per il suo commento.
Giorgio - Salerno - Mail - lunedi 8 settembre 2014 18.22
Non è mai un buon servizio per una causa, anche se giusta, travisare le parole di altri, soprattutto quelle del Papa con lo scopo di “dare una lezioncina” a quegli antipatici dei cattolici che ancora vorrebbero dargli ascolto.
Il Papa non ha detto esattamente, come da lei virgolettato: «Chi sono io per giudicare i gay?», bensì che: «[…] se una persona omosessuale è di buona volontà ed è in cerca di Dio, io non sono nessuno per giudicarla». Io penso che tutti siano in grado di valutare la differenza radicale tra le due citazioni. Comunque, per togliere ogni possibilità di travisamento, il Papa continua, senza soluzione di continuità, affermando che «Dicendo questo io ho detto quel che dice il Catechismo.» Non credo che nessuno possa pensare che nel Catechismo l’omosessualità “attiva” sia già stata sdoganata e non sia bollata come peccato (mortale).
Per evitare una inutile polemica su quale fosse l’effettivo pensiero del Papa nella conversazione sul volo da Rio, tutti potranno consultare l’unica testimonianza inoppugnabile costituita dall’intervista al direttore della Civiltà cattolica del 19 Agosto, pubblicata sul n. 3918 del 19 Settembre 2013, pp. 449-477 (in particolare pag. 463).
Infine, non so quali speranze di possano riporre in un appoggio di Bergoglio ad una legge in Italia che introduca il matrimonio gay, visto che da cardinale, non più di quattro anni fa in Argentina quando era in discussione l’analoga legge proclamò: «Cerchiamo di non essere ingenui: non è solo una lotta politica, è una pretesa di distruggere il piano di Dio. Non è solo un disegno di legge (questo è solo lo strumento), ma una “mossa” del padre della menzogna che cerca di confondere e ingannare i figli di Dio.» (vi risparmio la citazione, ma è una traduzione molto fedele dallo spagnolo).


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