Vittorio Lussana

Forse è inutile segnalare un ministro che mente spudoratamente. Ma siamo costretti a farlo, per le recenti dichiarazioni di Matteo Salvini, in merito all’entrata in vigore del nuovo codice della strada. Servirebbero competenza tecnica e rigore scientifico, mentre invece ci si affida all’arbitrio del potere e alla forzatura propagandistica pur di non dover ammettere - per mero irriducibilismo ideologico - che la lotta all’abuso di stupefacenti non si può fare per mezzo delle norme che regolano la circolazione stradale. L’intento repressivo è evidente: siamo di fronte a una stolta impuntatura da parte del leader della Lega, che ha già prodotto danni notevoli a un intero settore farmaceutico-industriale, limitandone fortemente l’espansione. Oltre a generare perplessità persino in chi, come noi, ritiene che il ricorso alle droghe cosiddette ‘leggere’ per uso personale sia un fattore totalmente esogeno e ‘orientaleggiante’ rispetto alla nostra tradizione culturale. Tuttavia, la domanda di mercato esiste e sarebbe meglio regolamentarla, anziché lasciarla in mano alle ‘piazze di spaccio’ gestite dalle mafie. Le quali tendono a ‘tagliare’ tali sostanze per finalità di lucro, rendendole realmente tossiche o nocive. Ma a prescindere dalla questione in sé, affermare in un video che i test salivari e le analisi del sangue, nella più totale assenza di ‘drogometri’, non riscontrino tracce di cannabinoidi anche a distanza di mesi, rappresenta una menzogna bella e buona, che può solo avere effetti negativi nei confronti di una classe politica esclusivamente concentrata nel mantenimento del proprio potere. Non si tratta di errori di bonaria ignoranza o di scarsa competenza tecnica, bensì di una strategia politica ben precisa, che squalifica ulteriormente il principio di rappresentanza, obbligando i cittadini ad astenersi dalla partecipazione democratica. Politici che si autocelebrano a 15 giorni dall’entrata in vigore di un nuovo codice sono l’esatto esempio di come si continuino a ‘spacciare’ atteggiamenti antiscientifici e arroganti forzature come la 'panacea' di tutti i mali. La politica, quella con la ‘P’ maiuscola, non è questa roba qui: ci dispiace per il vicepresidente del Consiglio. L’unico effetto che si ottiene è quello di indebolire la democrazia, inseguendo una suggestione totalmente provinciale: quella dell’individuo-folla disposto a ingoiare qualsiasi forma di demagogia funzionale a nascondere la propria inettitudine. La mera immagine che produce il nulla: un sintomo gravissimo, che si continua a far finta di non vedere, al fine di rimuovere il problema di un leaderismo personalistico basato sulla presa in giro nei confonti dell’intera popolazione. Per lo meno, Silvio Berlusconi si accontentava di promettere “un nuovo miracolo italiano” o “un milione di posti di lavoro”: puro marketing motivazionale che, tuttavia, aveva il pregio di non fare danni. Oggi, invece, si sta trascendendo nella sottovalutazione di ogni rischio degenerativo, nell’inconscia convinzione di poter risolvere questioni complesse attraverso la ‘scorciatoia’ dell’uomo forte, che le ‘azzecca’ tutte. E’ arrivato Mandrake: scansatevi tutti.




Direttore responsabile di www.laici.it

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