Il degrado sociale di una buona parte di questo Paese è una malattia profonda, che tuttavia non dovrebbe essere analizzata solamente sotto il profilo delle ruberie di politici e imprenditori. Una larga parte d’Italia, tanto per fare un esempio, in questi ultimi decenni non si è minimamente degnata di ristrutturare appartamenti e facciate di abitazioni. La ‘tirchieria’ di persone anche benestanti è il vero ‘virus’ che ha bloccato la nazione, devastandola. Intere metropoli di milioni di persone si ritrovano con una serie numerosa di palazzi con impianti elettrici fuori norma e infissi in alluminio rimasti agli anni ’80 del secolo scorso. E il quadro complessivo di molti quartieri delle nostre città, giorno dopo giorno risulta abbandonato alle intemperie e al degrado. Rifare la ‘faccia’ delle città italiane sarebbe anche un buon modo per effettuare piccoli investimenti, che tornerebbero a far circolare una liquidità monetaria ‘minima’ e a risvegliare alcuni settori. Invece, niente: non se ne parla nemmeno. La lobby dei proprietari non ‘caccia’ un euro nemmeno se i loro appartamenti e abitazioni sono ormai al limite dell’abitabilità, se non vandalizzati da inquilini e affittuari incivili e selvaggi. Da qualche parte, questo Paese dovrà pur ricominciare. Ma se la volontà più diffusa rimane quella di non fare nulla, allora è chiaro che tutto continuerà ad andare in ‘malora’. La questione generazionale sollevata da Matteo Renzi ci appare, insomma, assai fondata. Ma non riguarda solamente le nomenclature politiche e burocratiche dei Partiti e della pubblica amministrazione. Siamo di fronte a un Paese che sta invecchiando inesorabilmente e che, di conseguenza, risulta in balia di mentalità chiuse e arretrate. Taccagni, spilorci, opportunisti e ‘pulciari’, come dicono a Roma: questa la tipologia di persone da ‘rottamare’ socialmente, se non si vuole far esplodere una questione generazionale grossa come una casa.