Eppure dico Europa. E lo scrivo contro le ‘lobbies’ nazionali, burocratiche e antisociali, per lo sviluppo di una politica democratica europea e contro il becerume realista degli egoismi della reazione. E’ una questione di elevatezza dello spirito: credere nell’Europa ricordando a tutti che essa è sorta contro quei nazionalismi devastanti che generarono il totalitarismo nazista, l’internazionalismo marxista, gli orrori di due guerre mondiali e della ‘Shoah’. I demoni nemici della libertà e della democrazia cercano di rialzare la testa proprio nelle situazioni di crisi. Ma può bastare un passo, un solo singolo segnale di tutti i popoli dell’Europa che decidono di serrare le proprie fila e di rimanere uniti, per metterli in fuga ancora una volta. Avventurismo e delirio possono essere sconfitti solamente dal razionalismo e dalla calma fermezza dei forti. Non ricadremo nella trappola della disumanità. E non abbandoneremo il grande sogno di un’Europa libera e pacifica, che intende vivere nell’amicizia tra tutti i popoli: da quelli germanici a quelli latini; da quelli slavi a quelli scandinavi; da quelli anglosassoni a quelli balcanici; da quelli cattolici a quelli protestanti; da quelli calvinisti a quelli greco-ortodossi. Interi secoli di guerre, conflitti politici e furiosi scontri di religione devono rimanere alle nostre spalle come l’inferno dal quale siamo riusciti ad emergere: l’orrore stesso della Storia, millenni di miserie e umiliazioni, pandemie e mortalità infantile, violenza e morte. Ma la morte rimane solamente un’ombra se le si risponde con la vita, con la fede e l’amore tra tutti i popoli, stringendoci assieme per farci coraggio, per vincere ogni paura, per affrontare il Male in qualsiasi forma esso cerchi di presentarsi al nostro cospetto. Perché il Male è come un lupo travestito da agnello, assume sembianze a prima vista intriganti e invitanti. Anche se la categoria del Male rimane di matrice strettamente teologica, nel merito della sua esistenza anche le più alte idealità laiche possono convenire. Questo è un punto intorno al quale etica, filosofia e teologia possono finalmente andare d’accordo: il Male esiste, pur nelle distinte visioni e concezioni. La religione vede il Male personificato da Lucifero, che fomenta i più bassi istinti dell’uomo nel tentativo di vincere la sua guerra contro Dio. I laici negano un simile scenario ‘esoterico’, ma concepiscono anch’essi il Male sottoforma di rassegnazione e di sconfitta dell’umanità. Perché se anche esistesse un conflitto del genere, così misterioso e, al contempo, titanico, quel che ai laici interessa più di ogni altra cosa è il cammino degli uomini nel mezzo di questa guerra, il superamento della loro condizione di sofferenza, l’affermazione della centralità stessa dell’esistenza. L’uomo deve affrancarsi dalla propria schiavitù, da questo sentirsi infimo, da questa sua esistenza sopra un piccolo pianeta perduto nello spazio, all’interno di una galassia sospesa attorno a un enorme buco nero che, un giorno, ingoierà ogni cosa. Ma oltre a tale relatività del tempo, l’uomo deve tenere in debita considerazione l’assoluto del Male e della sua esistenza. Perché la rinuncia al sogno di un’Europa libera, unita e pacifica è Male. Il ritorno ai conflitti nazionalisti è Male. La ricomparsa delle monete locali che generano inflazione è Male, poiché queste impoveriscono il futuro dei nostri figli. Non possiamo vivere degnamente se continueremo a giustificare solamente noi stessi: dobbiamo vivere per noi e per gli altri. Ma tra questi ‘altri’ ci sono anche coloro che verranno in futuro. E’ questo ciò che significa donare la propria vita agli ‘altri’, che sia un amico, un figlio o qualcuno che, oggi, nemmeno conosciamo o che, forse, neanche esiste. Non possiamo vivere esclusivamente per noi: è questo ciò che genera il declino dell’uomo verso l’abisso, le guerre, le lotte e gli orrori. Non lasciamoci convincere a tornare indietro. Non possiamo e non dobbiamo lasciarci tentare dalle scorciatoie facili, dalle chiusure egoistiche, dal ripiegamento sul privato. E’ quest’altezza d’animo e di spirito ciò che rende realmente forti gli uomini e le donne. Ed è proprio questo ciò che dà tanto fastidio al Male: il fatto che esista ancora un sogno, un’ultima utopia capace di tenere assieme centinaia di milioni di persone. Milioni e milioni di esseri umani che si amano e si rispettano a migliaia di chilometri di distanza. Milioni di giovani che scambiano le loro conoscenze all’interno del sogno di un’umanità rigenerata, riscattata dal Male e dal suo passato. Ragazzi che parlano dei loro amori e delle loro famiglie, che descrivono i propri Paesi e le proprie tradizioni, che raccontano pregi e difetti delle nostre distinte culture, perché anche i difetti fanno parte dell’umanità dei popoli. Come si può rinunciare a un sogno del genere? Come si può non capire la profonda bellezza di un traguardo così alto e importante? L’amica toscana che vive sola con il suo cane tra le aurore boreali della Lapponia; il giovane che scrive dalla Spagna carico di amore per il mondo intero; l’operaio che ti invita a visitare il suo Paese per ammirare il fascino notturno dei laghi scozzesi; la studentessa che spedisce poesie d’amore dedicate alle pianure sterminate dell’est europeo. Come si può dire ‘no’ a tutto questo? Solamente l’amore tra i popoli, il più grande tra gli amori che si possono provare nel corso di un’intera esistenza, è ciò che mantiene realmente in vita gli esseri umani. Solamente un sogno come questo, una grande Europa del futuro, può donarci nuova vita. E’ esattamente questo il concetto laico della vita eterna. Perché ci sarà ancora, in futuro, un altro Vittorio che attraverserà in lungo e in largo l’intera Spagna; un’altra Luisa che s’innamorerà dei fiordi scandinavi; un altro John che si sentirà pieno di orgoglio in mezzo al frastuono delle sue cornamuse e per la propria cultura scozzese; un'altra Linda che dedicherà migliaia di pensieri per descrivere la vastità dei fiumi che scorrono nella sua terra. Ci saranno ancora e resteranno lì per sempre: vivranno in eterno. Poiché è questa, per noi, la vita eterna.