Clelia MoscarielloSilvio Berlusconi esordisce coraggiosamente in quel di Cesano Boscone con questa pellicola al tempo stesso fresca, leggera e intelligente, prodotta da una ‘spiritosa’ sentenza della Corte di Cassazione. Il film ha il coraggio di rompere la tradizione e di uscire dagli stereotipi del genere ‘italian comedy’, a cui comunque si riallaccia. Silvio e i suoi ‘vecchietti’ affetti da Alzheimer si incontrano tutti i venerdì: sarà il destino, come pensa il romantico e sognatore ex premier, a far nascere tante nuove amicizie, oppure tutto si risolverà in una rottura di ‘scatole’ infinita, come credono i più realisti e disincantati ricoverati dell’istituto ‘Sacra Famiglia’? Tra alti e bassi nasceranno complicità e affinità elettive, sempre a cavallo tra una barzelletta orripilante e un sentimento vicino alla solidarietà sociale, che porterà tutti i protagonisti di questa vicenda a cambiare le proprie reciproche idee sull'umanità più profonda e la visione della vita. Silvio è anch’egli ormai un vecchietto, ma è convinto di poter riuscire a diffondere il proprio ottimismo e a trasformare la casa di cura che fa da sfondo a questa storia in una nuova ‘Villa Arzilla’. Fanno da contorno i commenti e i consigli dei simpatici ricoverati, tra sberleffi e battute esilaranti, tornei di briscola interminabili e ‘scherzacci’ da caserma. Tra citazioni cinefile, musicali e la colonna sonora degli ‘Smith’, dei ‘Beatles’ e ‘Sweet  Disposition’ dei The Temper Trap, si tratta di un film che strizza l’occhio al musical in molte scene, incredibilmente stimolante in tutti i suoi riferimenti. Ma lo fa senza appesantirci, andando anzi un tantino ‘sopra le righe’, proprio come piace a Silvio. ‘10 mesi e mezzo insieme’ è comunque un film per tutti, che saprà sorprenderci piacevolmente, proponendo una nuova idea di solidarietà sociale fatta di ‘selfie’, confidenze e sogni di tornare a palazzo Chigi tutti insieme per “giocare a fare i grandi”. Una  ricostruzione immaginaria, dunque, che rifiuta quanto più di scontato ci possa essere nella difficile condizione di chi vive il tramonto della propria esistenza nell’Italia del terzo millennio. Ma qui è Silvio a diventare la vittima predestinata di tutta una serie di scherzi, frizzi e lazzi, mentre i suoi carnefici ci inteneriscono per il loro candore. Che cos’è, in fondo, la vecchiaia? Esiste davvero un ‘aldilà’? Queste sono le domande che ci poniamo alla fine. Ma fortunatamente “in campagna elettorale tutto è lecito”, recita il proverbio. Così, anche dopo tante amare delusioni, Silvio ricostruisce poco a poco una sua nuova identità di leader, mettendo in discussione la propria vita e ristabilendo un equilibrio interiore più consono alle sue aspirazioni.


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Vittorio Lussana - Roma/Milano/Bergamo - Mail - mercoledi 14 maggio 2014 12.44
RISPOSTA AD ARBOR: carissimo lettore, pochi sanno che fare satira giornalistica è la cosa tra le più difficili del giornalismo preso nel suo complesso, poiché necessita di una sottigliezza da 'fioretto' e non la critica della 'clava'. Inoltre, alcuni dei nostri ragazzi si esercitano e fanno 'palestra' cimentandosi un po' con tutti i tipi di servizi: dal corsivo alle interviste, dalla nota di analisi all'elzeviro satireggiante. Dunque, le chiedo di lasciarli fare e di mantenere un poco di mente libera, soprattutto con i nostri collaboratori più giovani, i quali dovranno pure esercitarsi in qualche modo: non le pare? E poi - glielo scrivo da persona che non ha mai molto amato, soprattutto politicamente, l'ex cavaliere - io stesso ho sempre trovato l'ex premier, Silvio Berlusconi, persona molto simpatica e imprevedibile, pur nelle indubbie contraddizioni e anomalie da lei sollevate. Cordialità. VL
ARBOR - MILANO - Mail - domenica 11 maggio 2014 19.52
Ci risiamo con l'antiberlusconismo da oratorio, non si riesce che parlare di barzellette, cerone, riporti, teleapparizioni, ecc. del Cavaliere. Forse sarebbe più opportuno ricordare puntualmente gli errori macroscopici in politica economica, l'assenza di riforme liberali, ecc., che ci hanno portato nell'ultimo ventennio dove siamo. Invece le critiche si limitano ad aspetti epidermici che, data la loro sostanza, portano solo acqua al mulino al di Silvio. Probabilmente per criticare in modo oggettivo bisognerebbe avere un minimo di conoscenza dei risultati che si sono smarriti nell'ultimo ventennio (dove anche la sinistra ci ha messo del suo), ma forse è più semplice parlare di dudù, atteggiandosi a dei Savonarola da rotocalco.


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