Una nuova tendenza, se così vogliamo definirla, è la ‘No kids zone’. E oggi è arrivata anche nel nostro Paese. Seguendo le strategie di marketing di alcuni imprenditori pionieri, che hanno visto come negli Stati Uniti la moda no kids sia diventata un modo proficuo di fare soldi, molti hotel e ristoranti hanno cominciato a esporre un cartello con scritto ‘vietato l’ingresso ai bambini’. Immediatamente, le più grandi aziende di settore hanno cominciato a omologarsi al nuovo trend. Un esempio è la National Transportation Safety Board, società americana che si occupa della sicurezza sugli aeroplani, la quale ha richiesto alla Federal Aviation Administration - agenzia del Dipartimento dei Trasporti statunitense - una regola secondo cui il passeggero deve possedere un solo posto, così da dissuadere i genitori nel portare i propri figli in viaggio. Ma i gemiti e le urla infantili creano fastidio anche in Europa: in Germania si sono allargati a macchia d’olio alberghi e caffè che richiedono adulti senza bambini al seguito; in Austria, uno dei più famosi hotel di lusso ha bandito i bambini; in Svezia, preferiscono i bambini che hanno superato già i 12 anni, mentre in Spagna richiedono direttamente la maggiore età. L’Italia non è da meno: alcuni resort esclusivi hanno anch’essi deciso di adottare la formula ‘solo adulti’. E ciò ha portato alla loro economia la gioia di rivedere il ‘tutto esaurito’. Insomma, non siamo più il Paese dove la famiglia era al primo posto e in cui i figli sono visti come coloro ai quali un giorno verrà lasciata tutta l’eredita, non solo monetaria, ma anche di storia e ricordi. Ora, secondo l’Ocse - Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico - il 24% delle donne nate dopo il 1965 preferiscono vivere un’esistenza senza prole, poiché vedono nel ‘miracolo della vita’ un blocco alla loro carriera e alla loro stessa libertà. Qualche anno fa, negli Stati Uniti, la due volte mamma Corinne Mayer - scrittrice e psicanalista francese - ha addirittura pubblicato un libro dal titolo significativo: ‘Mamma pentita, No kid: quaranta ragioni per non avere figli’. Ovviamente, l’argomento ha generato discussioni e pareri discordanti. I genitori felici di avere figli e delle loro urla di gioia vedono in questa ‘moda’ una discriminazione non solo nei confronti di loro stessi, ma anche nei confronti delle piccole creature che ancora devono imparare tutto dal mondo. Secondo i gestori di ristoranti e hotel, per mantenere una certa clientela bisogna difendere un certo target. E se il cliente richiede ‘pace e relax’, l’albergatore o il ristoratore non può permettere che tale richiesta sia inascoltata. Infine, il ‘No kids’ impazza anche sul web: sono stati infatti creati svariati gruppi sulle piattaforme ‘social’ in cui gli adulti si scambiano consigli e pareri sui migliori posti in cui i più piccoli non possono entrare.