Non fu certo Bettino Craxi a inventarsi la formula della spesa pubblica ‘a pioggia’. Al contrario, Craxi cercò di individuare quelle riforme istituzionali necessarie per far uscire il Paese da una situazione di instabilità, che portava sistematicamente a elezioni politiche anticipate, le quali a loro volta esasperavano la tendenza dei Partiti a dover conquistare nuovi consensi spendendo e ‘spandendo’, mentre Camera e Senato aggiravano allegramente la norma costituzionale che impone la copertura finanziaria a giustificazione di ogni genere di spesa. La ‘scena madre’ di questa recita a soggetto è sempre stata l’approvazione, a fine anno, della legge di bilancio, la famosa Finanziaria, regolarmente stravolta da emendamenti ‘spenderecci’. Austerità, moralità, etica pubblica, ammonimenti sui pericoli incombenti, ritorno a una politica dei valori, di trasparenza e di verità hanno rappresentato sempre una messa in scena stucchevolmente teatrale di moniti inutili, mere promesse da ‘marinai’.