Ilaria Cordì‘Paolo è ufficialmente fidanzato con Francesca’: forse, i due leggendari amanti segreti, se fossero vissuti alla nostra epoca non avrebbero avuto alcun problema nel rendere il mondo partecipe della loro relazione amorosa. Ebbene, al giorno d’oggi non servono più i ‘passaparola’: basta un ‘click’ e l’intero ‘globo digitale’ saprà vita, morte e miracoli della tua storia d’amore. Foto, tag, commenti e ‘like’ raccontano sempre più le nostre storie più belle. Ma oggi il ‘Grande Fratello’ inventato da Mark Zuckerberg e lanciato nel 2004, ora è in grado di ‘regalare’ bilanci sulle relazioni affettive di coloro che sono iscritti. Tutto grazie a un semplicissimo algoritmo - disponibile dal prossimo febbraio - calibrato da Jon Kleinberg, analista informato della Cornell University nello Stato di New York e messo appunto da Lars Backstrom, ingegnere informatico. Secondo il tasso di ‘interconnessione delle proprie cerchie di amici’ si capirà quanto è destinata a durare una storia d’amore, approfondendo le dinamiche dei collegamenti virtuali che abbiamo quotidianamente. Inizialmente, il lavoro prevedeva tutt’altro fine: dati i recenti avvenimenti di ‘spionaggio’ e di violazione della privacy, i due volevano ‘derubricare’ i dati di un utente, così da renderli visibili solo a coloro che potevano avere l’autorizzazione. Ma la coppia di geni informatici, iniziando la loro ricerca, hanno visto mutare le sorti della cosa: notando tutti quei rapporti ‘pubblicizzati’ su social network, hanno pensato bene di calcolare un algoritmo che fosse in grado di aiutarli a capire se quella storia sarebbe stata ‘per sempre’, ribaltando così il metodo dell’ embeddedness, ovvero la misurazione di solidità dei rapporti umani in base agli amici comuni che si hanno su Facebook. Oltre a questi, l’algoritmo prende in considerazione anche quelle sfere sociali che i due partner non conosco dell’altro (lavoro, amici di infanzia e via dicendo) calcolando l’interconnessione sussistente con i reciproci contatti. Tale meccanismo è in grado di compiere una valutazione oggettiva: se in una relazione vi è un tasso alto di ‘dispersione’ tra le varie ‘cerchia’ di amici non comuni alla coppia, il rapporto sentimentale sarà più duraturo, poiché non vi è un controllo assoluto dell’altro - racchiuso solo e soltanto nel proprio gruppo - bensì viene lasciata la giusta libertà e autonomia che ci dovrebbe essere in un’unione affettiva. L’indagine, effettuata su circa 400 mila utenti, ha infatti mostrato come una persona allarghi i propri interessi grazie al partner, dato che quest’ultimo gli funge da ‘ponte’ per la conoscenza di ambienti sociali diversi dal proprio. Se, quindi, la relazione di basa su fattori di conoscenza reciproca, allora comincia a essere il caso di cominciare a pensare ai ‘fiori d’arancio’. Sebbene quest’idea geniale dei due statunitensi sconvolgerà il mondo sociale e interattivo, le storie d’amore non sono tutte ‘rose e fiori’. Sì, forse il nostro partner è un aiuto per farci vedere il mondo con altri occhi, è lui/lei che aspettiamo di vedere ogni sera dopo una giornata faticosa, è l’oggetto dei nostri desideri più reconditi, ma vi sono condizioni in cui tutto questo non esiste. In un mondo come quello che si sta venendo a creare, con generazioni sempre più ‘grandi’ ad età sempre più basse, tutte le tipologie di relazioni vengono squilibrate. Il primo (e tanto atteso) ‘bacio’, ora si dà già alla fine delle scuole elementari; i rapporti sessuali sono sempre più precoci; parole importanti e fondamentali vengono dette con leggerezza e superficialità. Perché? Abbiamo chiesto ad alcuni ragazzi romani cosa pensano delle relazioni sentimentali nel 2013.

Alberto (18 anni): “Amore? Non so, forse, nemmeno che vuol dire. Sarà la mia giovane età, ma di amore ancora non voglio sentir parlare. Ho avuto diverse ‘storielle’, ma niente di più. Ora mi voglio divertire. Poi, se capita, ben venga: magari chiederò a Facebook di trovare la donna della mia vita. Di certo, non ora”.

Giulia (24 anni): “Io sono fidanzata con il mio ragazzo da 8 anni. Avevo 16 anni quando l’ho incontrato e, da quel giorno, ho capito che sarebbe stato il‘mio ‘lui’. Sì, litighiamo, ma come tutte le coppie normali: nessuno dei due ha mai mancato di rispetto all’altro e, se mai un giorno dovesse finire, di certo la ricorderò come il mio primo e unico grande amore. Non serve un’applicazione di Facebook a dirmi se la mia relazione sarà duratura o meno: finché si ama, si è convinti che tutto sia per sempre”.

Questi sono solo due esempi di visioni ‘opposte’, riguardo alle relazioni d’amore. La nuova generazione presenta, tuttavia, una sorta di ‘ripudio’ verso le relazioni sentimentali, limitandole a uno scopo puramente sessuale. La causa di ciò forse risiede in un modello superato di famiglia, negli amici o nelle idee mediamente circolanti: possono essere diversi i fattori sociali e ambientali che modificano e influenzano il libero pensiero e il libero arbitrio dell’essere umano. Se un ragazzo che si approccia alla vita in società per la prima volta si ritrova ‘spaesato’ di fronte a esempi di bullismo e razzismo, sembra logico, purtroppo, che per entrare a far parte di una determinata ‘cerchia’ di amici si debba modificare il proprio pensiero e i propri modi di fare.


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