Di recente sono stato intervistato dalla redazione di “Porta a Porta” (Bruno Vespa, Rai1). Parlando di pensioni (‘d’oro’?) hanno sentito il parere di due pensionati. Bene. 'Manageritalia', organismo che rappresenta i dirigenti del commercio e del terziario avanzato, su richiesta della Rai ha fatto il mio nome. Sono stato intervistato a casa mia, a Ostia Lido. Scrivo queste note per esprimere un parere (non un giudizio) da cittadino. L’intervista è andata in onda il 28 ottobre, in ritardo rispetto al previsto. Causa? Credo lo spazio occupato dai politici: quanto parlano! L’intervista, insomma, viene trasmessa all’una di notte, dopo i discorsi dei tre politici e dei giornalisti presenti. Perché non si dà la precedenza al cittadino sovrano, alias ‘popolo bue? L’audience ne guadagnerebbe, nonostante i ‘tagli’ agli interventi in fase di montaggio. All’intervista ufficiale (disponibile su Rai/internet e presto sul sito
www.movimentoelia.org, inizio al 127° minuto) aggiungo ulteriori dati. La mia pensione è di 5 mila euro lordi e 3.275 netti/mensili. E’ una pensione d’oro? Non credo, poiché largamente pagata. Sono andato in pensione a 61 anni di età, con circa 40 anni di contributi, nell’estate del 1998. Purtroppo, nel tempo le pensioni hanno subito diversi ‘blocchi’. Ricordo quello del 2007, quando il Governo Prodi (uno dei tanti professori, come Mario Monti, che oggi molti ‘esodati’ ringraziano) rimodulò lo ‘scalone’ Maroni. Costo dell’operazione: 10 miliardi di euro, pagati dai ‘soliti noti’. Non basta: nel 2001 (ultimo anno di circolazione della lira) percepivo mensilmente 8 milioni 198 mila lire/lorde, ovvero 5 milioni 619 mila lire/nette, pari agli attuali 2.902,11 euro. Con il passaggio all’euro, la lira perse almeno il 25% del proprio potere d’acquisto. Inoltre, von un tasso del 2% di inflazione media, dal 2001 al 2013 le pensioni hanno perso un ulteriore 24% in termini di potere d’acquisto. Totale della perdita: 49%. Ma la pensione netta mensile è aumentata solo del 12,85% (372,89 euro), e non del del 49% (1.422,03 euro). Dunque, senza i ‘tagli’ la mia pensione netta ammonterebbe a 4.697 euro, in linea con quella del 2001. Altrettanto quella di centinaia di miglia di colleghi. Lo Stato sta violando il patto sottoscritto con i cittadini, che continuano a pagare, giustamente, tasse salate. Rispettosi del patto. La ‘casta’ non ha tagliato né il numero dei deputati, né gli importi delle loro indennità, vitalizi e pensioni. Tutte spese ‘scaricate’ sui contribuenti. Esistono poi anche coloro che percepiscono pensioni senza aver pagato contributi. Cito un solo caso, il più eclatante e ‘truffaldino’, forse. La ‘Legge Mosca’ (L. n. 252 del 1974) nacque per dare una pensione Inps ai dipendenti di sindacati e Partiti, senza pagare una lira di contributi. Insomma, pensioni a carico dell’Inps, cioè del ‘popolo bue’. Ne hanno beneficiato quasi quarantamila politici e simili. Comunque, non meno di 37.119 soggetti. Costo: 25 mila miliardi di ‘vecchie’ lire circa, ovvero 13 milioni di euro. Ancora oggi, diverse persone percepiscono tale pensione. In aggiunta a chi è già passato a ‘miglior vita’ , pare fruiscano della pensione ‘Mosca’: Armando Cossutta, Sergio D’Antoni, Ottaviano Del Turco, Pietro Larizza, Franco Marini, Giorgio Napolitano e Achille Occhetto.