Capiamo benissimo che il primo caldo estivo possa avere effetti negativi. Ma quanto accaduto nel corso della settimana appena trascorsa appare come una vera e propria epidemia demenziale, che sta cogliendo molti protagonisti della nostra vita pubblica. Cominciamo dal commissario dell’Ilva, Enrico Bondi: a Taranto, i casi di tumore non sarebbero causati dalle suddette acciaierie, ma da un abuso ‘smodato’, da parte dei tarantini, di alcool (?) e sigarette. Mah, forse si è trattato solamete di una ‘scivolata’: neanche Bondi sapeva cosa ‘diamine’ intendesse affermare, molto probabilmente. E invece arriva subito, fresca fresca, la ‘bordata’ di Calderoli, che ha paragonato il ministro Kyenge a un orango. Lui, che di certo non può ergersi a esempio di settima bellezza, né come uomo, né come esponente politico. Boh, forse siamo noi giornalisti che tendiamo a ‘gonfiare’ tutto, anche una battuta ‘scappata’ via. Infine, arriva l'allucinante ricostruzione alle Camere del ministro Alfano relativa alla vicenda della moglie e della figlia del dissidente kazako Mukhtar Ablyazov, in cui il vicepresidente del Consiglio ha dichiarato che il Viminale e l’intero Governo erano all’oscuro di tutto, come se si stesse trattando di uno ‘scippo’ di periferia. Ebbene, tre indizi in genere fanno una prova: la classe dirigente italiana ha un gran bisogno di qualche settimana di riposo. Pertanto, il consiglio che sentiamo il dovere di rivolgere al capo dello Stato, Giorgio Napolitano, a questo punto è uno solo: li mandi di corsa in ferie, presidente, che questi stanno dando evidenti segnali di ‘fusione cerebrale’. A settembre, tante cose potremo riguardarle a ‘mente fresca’. Anche se continuano a tornarci in mente le parole di una nota canzone degli anni ’60: “Luglio, col bene che ti voglio, vedrai non finirà… ahiahiahiahi…”.