‘Le guetteur’ è un film del regista Michele Placido, uscito a ottobre anche in Italia dopo un'anteprima 'settembrina' nei cinema francesi. Si tratta di un ‘poliziottesco’ con al centro, nuovamente, una gang della malavita, anche se, questa volta, francese. E’ la prima volta che Placido ‘gira’ un film in Francia. Si tratta di un’opera costata 15 milioni di euro. Nel cast sono presenti, ancora una volta, la figlia, Violante Placido, insieme ad Arly Jover, Daniel Auteuil, Luca Argentero e Mathieu Kassovitz. Il regista ha dichiarato a proposito: “Si tratta di un omaggio al regista Jean-Pierre Melville, in particolare al suo film ‘I senza nome/Le cercle rouge’, che aveva tra gli interpreti Gian Maria Volonté”. Nato ad Ascoli Satriano, in provincia di Foggia, Michele Placido è sempre rimasto legato alle sue origini meridionali. Nel Mezzogiorno, infatti, ha trascorso la sua infanzia e parte della sua giovinezza, quando desiderava diventare sacerdote prima ancora che poliziotto e, infine, attore, decidendo di iscriversi all’Accademia nazionale di Arte drammatica. Da attore, si è trovato sovente a interpretare personaggi che si schierano dalla parte o contro la legge, oppure si è calato in ruoli sfacciatamente comici, sempre con successo. Nel corso della sua carriera ha alternato l’attività cinematografica a quella teatrale. Il desiderio di passare dall’altro lato della cinepresa si realizza con ‘Pummarò’, nel 1989: un laureato in medicina parte dal Ghana per l’Italia in cerca del fratello venuto a lavorare come raccoglitore di pomodori. Attraverso questo film, di intenso impegno civile, Placido analizza il razzismo quotidiano delle società cosiddette ‘avanzate’. Successivamente, con 'Le amiche del cuore', del 1992, si intrecciano le vite di tre ragazze nella periferia di Roma, con una storia di incesto (nel cast Asia Argento e Claudia Pandolfi). Poco dopo il suo debutto alla regia, lo sguardo di Michele Placido si concentra sulla storia italiana e, soprattutto, sul cinema di inchiesta. Nel 1995 decide perciò di affrontare il libro-inchiesta di Corrado Stajano con il film ‘Un eroe borghese’, con Fabrizio Bentivoglio, rendendo così omaggio all’avvocato civilista milanese Giorgio Ambrosoli che scoprì un losco giro di malaffare e corruzione finanziaria e politica legate alla mafia e al Vaticano. Nel 1974, Ambrosoli è nominato commissario liquidatore della banca del finanziere Michele Sindona. Resiste alle minacce, ma nella notte tra l’11 e il 12 luglio 1979 viene assassinato da un sicario di Sindona. Nel 1998, in ‘Del Perduto amore’, con una ancora in erba e già brillante Giovanna Mezzogiorno, Michele Placido racconta la storia di Liliana Rossi, vissuta ad Ascoli Satriano (Fg) nel suo paese natale. ‘Del Perduto amore’ è la storia di una donna che si scontra da sola contro il conformismo e il maschilismo della società. Il film viene presentato al Festival del Cinema di Venezia. Liliana (Giovanna Mezzogiorno), giovane militante comunista, apre una scuola per ragazze analfabete. La sua iniziativa sarà osteggiata dagli uomini della Dc - alleata con il Msi - e non sarà appoggiata nemmeno dal Pci. La scuola verrà incendiata dai fascisti locali. Dopo le elezioni, nelle quali riceve molti voti, Liliana muore di aneurisma. Al suo funerale, nonostante l’opposizione del parroco, partecipano tutte le donne del paese. Nel 2004, in ‘Un viaggio chiamato amore’, Placido racconta la storia d’amore tra il poeta Diego Campana e la poetessa Sibilla Aleramo (il film è tratto dall’omonimo romanzo che nasce dal carteggio dei due scrittori amanti), riuscendo a dipingere in modo struggente, grazie all’aiuto dell’interpretazione di Stefano Accorsi e Laura Morante nel ruolo dei due protagonisti, un amore ossessivo, che oltrepassa la follia, ma dove il tormento diviene poesia. Dopo la parentesi di ‘Ovunque sei’, con sua figlia Violante Placido e Stefano Accorsi, in cui cura anche la sceneggiatura, Placido passa poi a esaminare i tenebrosi anni ’80 attraverso la storia della famigerata banda della Magliana, dirigendo ‘Romanzo Criminale’ (2005), tratto dall’omonimo libro di Giancarlo de Cataldo del 2002, scritto assieme a Stefano Rulli e Sandro Petraglia. Del cast fanno parte Kim Rossi Stuart, Stefano Accorsi, Pierfrancesco Favino, Jasmine Trinca, Claudio Santamaria. La banda della Magliana ha un sogno: conquistare Roma. “Erano amici veri, la banda più spietata degli anni ’70”, leggiamo sulla locandina del film. ‘Romanzo criminale’ è considerata l’opera più compiuta di Michele Placido come regista, sia per l’atomsfera e la colonna sonora, sia per la sceneggiatura, che riesce a tracciare assai bene i profili psicologici, oscuri ma pur sempre umani, di questi criminali. Ne ‘Il Grande sogno’, con un cast d’eccezione (Riccardo Scamarcio, Laura Morante, Luca Argentero, Silvio Orlando e Jasmine Trinca) Placido racconta invece il ’68 vissuto da lui. Il film è stato presentato all’ultimo Festival del cinema di Venezia. Dallo sguardo di Michele Placido attraverso la cinepresa emerge uno spiccato interesse per le problematiche sociali e, non raramente, politiche, affrontate sempre con coraggio esponendosi e mostrando il proprio punto di vista attraverso lo strumento della regia, nonché proponendo film talvolta difficili per spessore e drammaticità dei temi trattati, i quali, soprattutto al suo debutto, non hanno richiamato immediatamente il grande pubblico, mentre dalla critica ha ricevuto consensi e dissensi. C’è da dire che, come regista, Placido ha comunque sollevato spesso polemiche, ma non ha mai conosciuto indifferenza. Il suo sguardo, infatti, non si ferma alla denuncia: con grande sensibilità ed empatìa, questo regista ha sempre dimostrato di saper caratterizzare i propri personaggi, tanto che ci sembra di conoscerli e viverli sulla nostra pelle quando li incontriamo nei suoi film. Il penultimo lavoro è dedicato a Renato Vallanzasca, soprannominato il ‘Bel Renè’, uno dei banditi più celebri e spietati degli anni ’70. Attore protagonista, in un’interpretazione magistrale, il capo della banda della Comasina, Kim Rossi Stuart. Il film, che vede anche la partecipazione di Filipppo Timi e Valeria Solarino, è tratto da ‘Il fiore del male’, il libro di Vallanzasca scritto nel 1999 con il giornalista Carlo Bonini. L’opera non ebbe dalla commissione cinema del ministero per i Beni culturali il finanziamento richiesto e, presentato fuori concorso alla sessantasettesima rassegna cinematografica della mostra di Venezia, si avvalse della sorprendente colonna sonora composta dai Negramaro. “Il mio è un film su un uomo che ha sbagliato tanto e sta pagando tutto. Il film si concentrerà sulle imprese di Vallanzasca giovane, dai 25 ai 35 anni, diverso da quello che ho conosciuto, pentito e in cerca di riscatto”, dichiarò nell’occasione Michele Placido.