Nella pletora delle novità fiscali, una tassa passa ogni limite: la nuova Ici – Imu. Finora abbiamo pazientato, sperando in una modifica, ma inutilmente. Molti giornalisti ne hanno parlato, ma tutti hanno taciuto una gravissima dimenticanza: i cosiddetti ‘professori’ che sono stati chiamati al Governo della Repubblica italiana non dai cittadini, ma designati, almeno nella persona del premier, da una cittadina tedesca, Angela Merkel, e incaricati dal presidente Napolitano, hanno scambiato una crudeltà mentale o sociale inaudita per una brillante idea, secondo loro. La più balorda per 60 milioni di italiani, di cui almeno l’80% elettori, almeno ‘nominalmente’. Si tratta della reintroduzione dell’Ici sulla prima casa, balzello abolito a fine 2007 e a maggio 2008 dai Governi Prodi e Berlusconi. Ora, l’ex Ici si chiamerà “Imposta municipale sugli immobili” (Imu), introdotta dall’art. 13 del Decreto legge del 6 dicembre 2011 n. 201 definito “Decreto Monti” o “Salva Italia”. Tralasciamo gli aspetti tecnici, non tutti definiti: i comuni lo faranno entro aprile/maggio. Ci limitiamo a segnalare un aspetto che definire punitivo è un atto di estrema signorilità. La legge prevede la detrazione di € 200,00 per la prima casa, indistintamente per ogni famiglia. Concede anche la detrazione valevole solo per gli anni 2012 / 2013 di € 50,00 per ogni figlio di età fino a 26 anni convivente nella prima casa (massimo: € 400,00 per famiglia). Crudelmente, la legge tace su altri figli (spesso adottivi) invalidi fino al 100%, quindi mai in grado di avere un minimo di reddito da lavoro. Unico reddito – solo dopo aver compiuto i 18 anni – 275 euro circa, al mese: ben 9,00 euro al giorno. Le famiglie con figli (naturali o adottivi) invalidi che avranno superato i 26 anni non avranno il minimo beneficio. Questi famosi ‘bocconiani’, normalmente milionari per beni immobili e/o per depositi bancari liquidi, non vivono né comprendono il dramma degli invalidi e delle loro famiglie, non certo milionarie, con mamme o nonne che spesso hanno rinunciato a un lavoro remunerativo - e relativa pensioncina - per dedicarsi ai propri figli, spesso sfortunati fin dalla nascita o vittime di malattie o incidenti invalidanti. Per esperienza possiamo parlare del dramma di tali famiglie: i genitori, ormai anziani, pensano sempre al prossimo domani dei loro cari, che presto resteranno soli. Beati quei pochi con fratelli o sorelle che si occuperanno di loro. Ma intanto, per il Governo dei professori non esistono. Loro non sanno neppure cosa significhi tale condizione. Soltanto la Lega Nord ha proposto un ordine del giorno, approvato quasi all’unanimità, per venire incontro a queste situazioni. Scommettiamo che tale o.d.g. resterà lettera morta? Qualcuno vuole occuparsene, per favore? Grazie.