Quante volte avremmo voluto essere invisibili per spiare, controllare o per evitare situazioni imbarazzanti? Fino a poco tempo fa, credevamo che soltanto il 'maghetto' più famoso del mondo, Harry Potter e la sua creatrice JK. Rowling fossero capaci di nascondersi, ma oggi anche i nostri scienziati stanno cercando di renderci invisibili. Il primo a teorizzare il mantello dell'invisibilità fu il fisico Victor Veselago negli anni '60 del secolo scorso, ma a causa dei limiti dei mezzi tecnici della scienza dell'epoca la sua teoria non fu trasformata in pratica. Ma la scienza non si è arresa, perciò, partendo dai principi dettati dal fisico russo e utilizzando le nuove 'nanotecnologie', oggi la Duke University, Università del North Carolina, sta tentando di produrre il mantello più desiderato al mondo. I primi tentativi di nascondere oggetti tridimensionali di notevole mole si sono rivelati un fallimento, data l'inadeguatezza dei mezzi offerti dalle attuali tecnologie. Tuttavia, sfruttando i "metamateriali", dotati di una particolare struttura molecolare che conferisce loro proprietà elettriche e magnetiche in grado di deviare le onde sonore in modo che non raggiungano coloro che si trovano al di là di essi, gli scienziati americani hanno proposto un prototipo di "mantello del silenzio" ancora molto lontano dall'agognato manto dell'invisibilità. Questa invenzione costituisce un modello fondamentale su cui basarsi per lo sviluppo delle tecnologie di occultamento. Il materiale usato è un derivato della plastica, efficace e non troppo costosa, organizzata a formare un tessuto costituito da celle di 5 millimetri accostate l'una accanto all'altra. All'interno, vi sono dei piccoli fori di circa un millimetro che riescono a indirizzare le onde sonore. Purtroppo, anche questa idea è risultata non adeguata a coprire l'intero 'range' di frequenze udibili dall'orecchio umano: infatti, il mantello devia onde con frequenze comprese tra 1 e 4 chilohertz, mentre l'uomo è in grado di udire frequenze che vanno dai 50 ai 25 mila hertz. Non solo gli americani hanno tentato di registrare brevetti per questa invenzione, ma anche l'equipe inglese dell'università di Birmingham, guidata dal professor Shuang Zhang, si è avvicinata ai progetti riguardanti le tecnologie per l'invisibilità. Sfruttando la proprietà di 'rifrazione doppia' di particolari cristalli di calcite, gli studiosi inglesi, mediante un procedimento chiamato "dispositivo di invisibilità volumentrica", sono riusciti a occultare oggetti di circa un millimetro. Per nascondere oggetti di dimensioni più grandi sarebbe necessario disporre di cristalli enormi, oppure sintetizzare materiali con proprietà rifrattive di gran lunga più potenti. In ogni caso, nonostante i grandissimi limiti che ancora la nostra scienza presenza, un giorno saremo capaci di nasconderci sotto un leggerissimo mantello che ci permetterà di esaudire il nostro più grande desiderio: osservare qualsiasi cosa senza essere visti da nessuno. Sarà un bene o un male?