Premetto che non ho visto il film di Mario Martone “Noi credevamo” - contentente una visione ‘alternativa’ del Risorgimento - presentato in questi giorni alla Mostra del Cinema di Venezia. Mi baso semplicemente sulle dichiarazioni dello sceneggiatore e regista Martone. Affermazioni alquanto in linea con il tentativo, in particolare da parte dell'intellighenzia culturale clericale e cattocomunista e per moltissimi versi anche di certa destra nostalgica del fascismo (vedi Marcello Veneziani) di ridurre il Risorgimento a una lotta di pochi, ricchi borghesi, terroristi anticattolici, che hanno unito un’Italia "fatta male". Martone parla di Giuseppe Mazzini come di un “terrorista” (come, guarda caso, lo definirono Marx ed Engels e persino il principe di Metternich) e di essersi ispirato, nel realizzare il film, all'11 settembre 2001, paragonando l'azione mazziniana e repubblicana al fondamentalismo islamico. E questo solo perché Mazzini non era un materialista, bensì predicava, nei suoi scritti politici, la spiritualità dell’individuo e una visione teosofica e mistica della divinità. E per fortuna che il Martone ha voluto fare un film “non ideologico”! Qui sembra di sentir parlare i revisionisti della Lega Nord o la storica “di parte” (clericale) Angela Pellicciari e tutti gli ortodossi del pensiero religioso cattolico-apostolico-romano. Forse, insomma, i fondamentalisti sono altri. E' vero che c'è sicuramente troppa retorica attorno al Risorgimento e che Mazzini era un acceso idealista (ma ciò non significa affatto che fosse un integralista). Ma è altrettanto vero che le culture cattolica, marxista e filofascista (oggi anche leghista, per quanto quest’ultima non la si possa definire nemmeno ‘cultura’) - maggioritarie da sempre, purtroppo, nel nostro Paese (lontano anni luce da quel liberalismo anglosassone al quale si ispirava anche Giuseppe Mazzini) - hanno fatto di tutto affinché fosse così e non si approfondisse il rapporto fra la modernità, la spiritualità e l'umanità del pensiero mazziniano (all'origine, peraltro, del movimento operaio e di emancipazione femminile e sociale), rispetto all'antiumanitarismo e al conservatorismo marxista che, portato alle estreme conseguenze nel '900, ha prodotto nazismo e fascismo, oltre che al capitalismo di Stato. Tutto, peraltro, già profetizzato da Mazzini nei suoi articoli scritti a Londra già alla metà dell’800 e riportati nel volume: “Pensieri sulla democrazia in Europa”. In fondo, l’Italia “fatta male” è causa anche, se non soprattutto, dell'elaborazione culturale e politica portata avanti - sin in sede Costituente - dalle culture cattolica e comunista, antiliberali e contigue, per moltissimi versi, al fascismo. Senza poi volerci addentrare nella totale mancanza di un progetto politico degli attuali partitucoli o comitati d'affari: dal Pd al PdL e dintorni. E’ veramente assurdo che tutto ciò non sia mai stato approfondito - non solo nelle scuole, ove sarebbe opportuno - ma financo nelle fiction della Rai-Tv, la quale ha sempre privilegiato le storie di Santi, Beati, Madonnine infilzate e compagnia cantante. Guarda caso, il film di Martone è prodotto in collaborazione con Rai Fiction e Rai Cinema e ha ricevuto il sostegno del ministero dei Beni Culturali, retto dal già comunista-cattolico Sandro Bondi.
(articolo tratto dal blog www.lucabagatin.ilcannocchiale.it)