Tra i cari amici di www.laici.it eletti di recente al Consiglio regionale del Lazio spicca, con piena evidenza, Maurizio Perazzolo, presentatosi con la lista civica ‘Per Renata Polverini’. Si tratta di un esponente che da tempo si stava segnalando per la propria capacità di interagire con il territorio, oltreché per la sua grandissima umanità personale. Un uomo buono al servizio della gente, che riesce a riappacificare i cittadini con quell’ideale di politica in quanto servizio a favore della collettività.
Maurizio Perazzolo, come nasce la sua avventura al Consiglio regionale del Lazio? “Nasce dal ‘basso’, dai tanti cittadini e amici che mi hanno convinto a rappresentare la loro voce alle recenti elezioni. Ho voluto rimettermi in gioco dopo aver chiuso l’esperienza in qualità di consigliere del XIII municipio, in cui ho ricoperto l’incarico di presidente della commissione Turismo e Attività produttive acquisendo una preziosa esperienza di gestione e funzionamento dell’amministrazione pubblica. Credo perciò di esser pronto a dare effettivamente voce ai cittadini, a creare un programma elettorale non astratto ma concreto, legato alle reali esigenze dei residenti di questa regione”.
Può raccontarci, brevemente, il suo percorso tra imprenditoria e politica?“La mia esperienza politica è iniziata nel XIII Municipio come consigliere municipale: lì ho fatto la mia ‘palestra’, per usare un termine sportivo, visto che sono un insegnante di educazione fisica, una ginnastica amministrativa quotidiana che mi ha portato a conoscere tutte dinamiche e le problematiche della gestione di un territorio, tra l’altro assai difficile, come il XIII municipio, uno dei più grandi d’Italia. Per quanto riguarda la mia vita imprenditoriale, posso dirvi che è sempre stata caratterizzata dallo sport e da tutto ciò che riguarda il mondo sportivo, come ad esempio i centri a misura di persona, realizzati e gestiti con quella cura e quell’attenzione rivolta all’utilizzatore in modo che si senta sempre una persona e non soltanto un numero”.
Lei figurava nella lista del candidato presidente, Renata Polverini: perché questa scelta?“I cittadini ormai si sentono delusi dai politici, ovvero dai politici di professione, da coloro che, se andiamo a vedere, non hanno mai timbrato un ‘cartellino’ al lavoro. Dico questo perché ciò rende l’idea di come molti esponenti risultino ormai distanti dalla realtà che riguarda la gente comune, come il non sapere cosa significhi muoversi nella quotidianità, stare in mezzo al traffico, barcamenarsi nel fare la spesa o stare ammassati all’interno di metropolitane quasi sempre in ritardo, degradate e fatiscenti. Ecco perché scelsi una lista civica: per denunciare i problemi che si conoscono da vicino così come li conosco io, che porto, ad esempio, i miei nipoti a scuola, che mi sposto con la mia macchina nel traffico. Insomma, io non faccio il politico di professione…”.
Lo sport rappresenta per Lei una passione che si è tramutata in una professione, cosa si sente di dire ai giovani di oggi?“Vorrei dire ai giovani che lo sport va inteso non solo come attività fisica e ricreativa, ma anche come momento essenziale per la formazione e la tutela della persona. Io, ad esempio, voglio sviluppare una politica dello sport per tutti, ponendo maggior attenzione alle fondamenta, agli sport di base, formando operatori preparati e altamente professionali. In sintesi, vorrei investire nella formazione sportiva e, di conseguenza, nei giovani, ma soprattutto aiutarli a carpire i benefici dello sport, al fine di trasmettere loro la giusta cultura per cercare di allontanarli dalle droghe e dall’alcool. Questi anni passati al servizio dello sport mi hanno convinto che la disciplina sportiva è sicuramente uno strumento di eccellenza per educare i nostri giovani a comprendere quanto sia importante per loro il dono della vita”.
Il suo programma è ricco di proposte: ce ne vuol parlare?“Il mio programma avrà come obiettivo principale quello di migliorare la qualità della vita dei cittadini del Lazio. In particolare, ho intenzione di promuovere progetti concreti per l’avviamento al lavoro dei giovani, aiutare le famiglie a basso reddito, migliorare l’assistenza domiciliare ad anziani e indigenti, rendere fruibili a tutti gli asili nido migliorando il servizio e le disponibilità di posti. La sanità rappresenta uno dei temi più sentiti dalla cittadinanza. E il compito di un buon governo regionale deve essere quello di ridurre i costi sopportati dal servizio pubblico, migliorandone la qualità. In questo contesto, la mia proposta sarà quella di dar vita ad una nuova figura professionale da affiancare al medico di famiglia, già ampiamente presente nella nostra organizzazione sanitaria, prevedendo l’istituzione dell’infermiere di famiglia, un professionista che interagisca con il nostro medico di fiducia in grado di assicurare l’erogazione dei servizi sanitari anche presso le nostre case. Il futuro dell’assistenza sanitaria pubblica sarà proprio quello di svuotare gli ospedali, riducendo la spesa e migliorando l’assistenza domiciliare, soprattutto per anziani e disabili. Sono contrario, ad esempio, al ticket sanitario per il pronto soccorso, poiché si tratta di un servizio primario. Nel Lazio si paga già molto più che nelle altre regioni in termini di Irap e Irpef, e far pagare i ticket rappresenta solamente una sorta di tributo per le classi sociali meno abbienti o per quanti sono costretti a rivolgersi alle strutture pubbliche al fine di ricevere assistenza. Inoltre, ci sono altri capitoli di spesa sui quali bisogna intervenire subito, a partire dai costi della politica e da quelli della burocrazia accorpando le Asl. L’obiettivo deve essere quello di cambiare la nostra sanità rendendola più giusta, accessibile a tutti, più vicina ai cittadini. Basta, dunque, con i tagli ingiustificati e al balletto di cifre al quale abbiamo assistito negli ultimi anni: la nuova parola d’ordine sarà tagliare gli sprechi e non i servizi (posti letto, farmaci e prestazioni). E’ un’assoluta priorità che riguarda la qualità della vita delle persone. Infine, dobbiamo fornire ai cittadini, ai lavoratori e ai giovani un servizio di trasporto pubblico che abbia la dignità di essere chiamato tale. In primo luogo, aumentando le risorse di bilancio per la mobilità, che nel Lazio risultano di gran lunga inferiori a quelle di altre regioni d’Italia. Per questo, in particolar modo per quanto riguarda la fascia litoranea della provincia di Roma, dedicherò il mio impegno politico alla pronta realizzazione di nuove stazioni sulla ‘Roma-Lido’; alla realizzazione di una metropolitana di superficie che, da Ostia, colleghi Torvaianica alla ferrovia; all’unificazione e messa in sicurezza della via del Mare con la via Ostiense (un progetto più volte espletato e rappresentato, ma mai realizzato); alla realizzazione di una nuova ‘autostrada del mare’ capace di collegare Fiumicino a Gaeta; al potenziamento dei treni che collegano Fiumicino e i comuni costieri con la capitale”.