E’ iniziata la sfida elettorale nel Lazio per le elezioni regionali del 2010. Ed è tutta al femminile: Polverini vs Bonino. Una sfida che doveva essere ‘rosa’ anche nei toni - cosi avevano promesso le due candidate - ma che poi, come i maschi, hanno subito dopo indossato i guantoni da boxe. Lo scontro appare comunque alto e rispettoso all’insegna, di quella politica che tutti da molti anni, auspicavamo e che in pochi sono riusciti a praticare. I colleghi politici uomini, per il garbo e lo stile delle due protagoniste, se ne stanno ai bordi, a rodersi i gomiti, pieni di sensi di colpa. E’ una questione di stile. Quindi, quello delle donne, in politica, che pur non risparmiano colpi bassi all’avversario, riescono sempre a mantenere lo sfondo della battaglia color ‘lilla’. Nel Lazio, in effetti, gli elettori si aspettano dalle due candidate una politica austera, scarna ed essenziale, senza ricorrere a concessioni ruffiane o a esibizioni autoreferenziali, tipicamente maschili. Insomma, roba da donne con i ‘muscoli’ che possono portare una ventata di novità, di senso pratico e di quella sana istintività del tutto femminile: un po’ come aprire le finestre di una bisca dopo una notte di gioco e di tanfo di sigarette per respirare un po’ d’aria pulita. Certo, è vero: l’emancipazione delle donne in politica, in questo Paese, non è ancora nella sua fase più matura. Lo dimostra il fatto che molti politici maschi hanno già caricato questo confronto elettorale di significati decisamente superflui e melensi. Molti sono gli argomenti su cui le due ‘ladies’ stanno già combattendo a colpi di guantoni la loro battaglia. “Con la Polverini”, ha detto la Bonino nei giorni scorsi, “abbiamo una visione del mondo molto differente: e di certo, qualunque sia il mio comitato elettorale, non chiamerò un prete a benedirlo…”. Chiaro il riferimento alla piccola cerimonia con la quale la candidata del centrodestra ha inaugurato la sede del proprio comitato presso i locali ricavati da un’ex officina Atac in via Imbriani, al Flaminio, dove in effetti gli stessi sono stati benedetti da un prete davanti a un piccolo gruppo di ‘notabili’ del Pdl. Non meno ‘tenera’, parlando di famiglia, etica e welfare, la segretaria dell’Ugl Renata Polverini, che ha marcato con sicurezza la distanza dalla Bonino affermando come nel suo programma “non mancheranno interventi di sostegno alle famiglie come le conosco io”, ha precisato, “cioè quella formata da un uomo e una donna. Vita, famiglia e questioni etiche sono per noi idee, valori importanti e fondanti, concetti comunque che mi distinguono fortemente da Emma Bonino”. Il duello, insomma, è gia abbastanza ‘caldo’. E sembra proprio che non si risparmiano battute al fulmicotone. E’ evidente che sia la Bonino, sia la Polverini stanno sbaraccando il teatrino delle bambole, infilandosi dritte nella politica maschia, fatta di trucchi e tattiche politiche, colpendo anche sotto la cintura. Sì è vero: le donne hanno sempre visto la politica come un mondo sordido e malvagio, ridotto a tale stato dall’indole dell’uomo. Ma il processo mentale che ora attraversano, le pone beatamente immerse anche nel ruolo di protagoniste indiscusse della nuova politica in quanto ‘bellezze muscolari’, sicure e affascinanti, in grado di reggere benissimo il confronto anche con la parte maschile della politica, tanto da farci senza tante paure un bel paio di round. C’è da chiedersi, ora, chi porterà effettivamente avanti dei valori ‘consoni’ per la vittoria finale, tra una Bonino radicalprogressista che sembra parlare ad una elìte, o una Polverini che invece fa riferimento diretto al popolo. Entrambe, sono consapevoli che le elezioni regionali non sono ‘l’uncinetto’ e che una campagna elettorale a colpi di ‘cotton fioc’ non è di questo mondo. Così come sanno che la politica frivola appartiene solo al teatrino dei cabaret televisivi.