Luca BagatinBettino Craxi, un uomo, uno statista, ma prima di tutto un socialista anticomunista. Con la sua fine è finita, in Italia, la sinistra democratica. A non essersene ancora accorti sono solo gli eredi del "compromesso storico", i nostalgici di un Partito (post) comunista al potere in un abbraccio fraterno con la Democrazia Cristiana: i sognatori di una società classista, tartassata e tartassona, salutista ad ogni costo, sindacatocratica, ovvero che tutela solo ed esclusivamente statali, parastatali, amici degli amici dell'Arci o della parrocchia. Con la fine di Bettino Craxi, di cui ricorre in questi giorni il X anniversario dalla scomparsa, è morto il mito del socialismo al Governo dell'Italia, dell'ottimismo della volontà per uscire dalla crisi, del Made in Italy, della democrazia governante, della Grande Riforma, comprendente una magistratura finalmente spoliticizzata e più vicina ai cittadini. Con la fine di Bettino Craxi è venuto finalmente a galla il marciume di una classe politica corrotta e corruttrice sin dalla sua nascita. E fu proprio Craxi a denunciarlo nel suo discorso alla Camera del 3 luglio 1992, in cui chiese a tutto il Parlamento di assumersi la responsabilità di dare una soluzione politica (e non ‘manettara’, come purtroppo avvenuto) alla crisi della prima Repubblica. Chi è senza peccato scagli la prima pietra. E il Parlamento, nel suo complesso, tacque. Cinque partiti democratici di Governo scomparvero sotto la mannaia di una giustizia, veloce solo con taluni e in taluni casi, ma lenta, inesorabilmente lenta, in talaltri: i più. Finiranno in galera anche innocenti, ma poco importa. La caccia al socialista ladro e mafioso era cominciata e così al repubblicano, al democristiano, al liberale, al socialista e al socialdemocratico. Tutti onesti, invece, i comunisti, i missini e i leghisti, vero ? E così sì è voluto far credere che dalle macerie della prima Repubblica sarebbe nata una nuova Italia. E con una nuova legge elettorale - maggioritaria e palesemente incostituzionale - ecco data la definitiva spallata a Craxi, ai laici, alla Dc che fu anche di De Gasperi, ovvero a tutti i partiti che gli italiani avevano votato per un cinquantennio. Se non fu un golpe, questo, diteci voi che cosa fu. Ci hanno pensato tuttavia gli elettori a votare contro i comunisti e i democristiani ‘dossettiani’: hanno preferito Silvio Berlusconi, amico di Craxi e anticomunista. Imprenditore purtroppo troppo pieno di sé e alquanto privo di cultura e stoffa politica, il quale - peraltro - inizialmente lodò l'azione di Di Pietro e prese le distanze dal buon Bettino, da bravo parvenu opportunista. Ma questa è ormai Storia. Una Storia che ha fatto sì che l'elettorato laico, socialista, repubblicano e liberale finisse nel serbatoio di un PdL che non rappresenta nulla in sé, se non l'alternativa a un carrozzone giustizialista, moralista e conservatore. Il problema è che la sinistra democratica così come l'Italia la conobbe dalla fine dell'Ottocento agli anni '90 del secolo scorso, quella socialista, repubblicana e radical - liberale dei Mazzini, dei Garibaldi, degli Ernesto Nathan, dei Rosselli, scomparve proprio con la fine della prima Repubblica simboleggiata dalla fine di Bettino Craxi, proprio colui il quale avrebbe voluto costruire una forte sinistra democratica e liberalsocialista in alternativa alla Democrazia Cristiana e al Movimento Sociale Italiano. Possiamo ringraziare di questo i vari D'Alema, Veltroni, Bersani, Bindi, Franceschini, Di Pietro, i moralisti senza morale che oggi non riescono nemmeno a raggiungere - tutti uniti - il 30% dei consensi. Si sta discutendo in questi giorni della candidatura di Emma Bonino alla presidenza della Regione Lazio nelle liste del Pd. Fa accapponare la pelle vedere una radicale, già sostenitrice del Psi di Craxi assieme a Marco Pannella, al quale lo stesso Craxi avrebbe voluto affidare la guida del Partito negli anni '90, candidata dai carnefici della sinistra democratica e dei partiti laici in Italia. Smettiamola di stupirci, orsù.





(articolo tratto dal blog www.lucabagatin.ilcannocchiale.it)
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Robin Link - Quistello (MN) - Mail - martedi 19 gennaio 2010 11.1
Bravo Bagatin, sottoscrivo in toto
il tuo scritto!
Luca Bagatin - Pordenone - Mail Web Site - domenica 17 gennaio 2010 18.50
Probabilmente quando i vari Di Pietro e Travaglio ammetteranno che quel sistema poteva essere riformato solo politicamente, come avvenuto in tutti i Paesi europei ove è accaduto, senza pregiudizio alcuno per la democrazia come avvenuto in Italia.
Pensiamo alla Germania, Spagna, Francia, ove Khol, Gonzales e Miterrand furono colpiti dagli scandali legati alle tangenti senza alcun putiferio. Persino nei recenti scandali in Gran Bretagna si è preferito lavare i panni sporchi in casa senza delegittimare tutta la classe politica.
Diversamente si dica pure che si preferisce l'anarchia, la rivoluzione, la morte non solo civile ma finanche fisica, come ai tempi del Terrore di Robespierre.
ARRIGO - MILANO - Mail - giovedi 14 gennaio 2010 16.19
Non capisco questo nuovo irrefrenabile impulso alla riabilitazione del personggio di Craxi. Indipendentemente dai meriti o demeriti dei personaggi del nuovo PD, una valutazione pragmatica della sua azione deve partire dal fatto che (indubbiamente) ha sottratto fondi pubblici (cioè pagati dai contribuenti) per darli alla sua parte politica o (ancora da chiarire) versarli nelle proprie tasche. Quando le sue malefatte sono state messe in evidenza si è difeso dicendo.... che anche il più pulito ha la rogna !
E' proprio necessario intestare una via a tale personaggio ? Non sarebbe più opportuno stendere una coltre su fatti che ancora scottano, specie pensando che proprio durante i governi presieduti da Craxi e dai suoi sodali (v. CAF) il debito pubblico ha raggiunto vette mai raggiunte nel passato ? E' questa la statura di uno Statista da celebrare nelle piazze ?
GIORGIO - Milano - Mail - giovedi 14 gennaio 2010 10.26
Magari sarebbe auspicabile anche un esame di coscienza in chi attribuisce tutte le colpe alla sinistra comunista o ex-comunista e non ha l'onestà intellettuale di chiedere scusa agli italiani per l'abisso morale in cui fu trascinata l'Italia della prima repubblica. Per colpa, principalmente, di coloro che sostennero i governi di pentapartito (principali responsabili dello stato di corruzione e di degrado di allora) e che ora si ritrovano, in nome dell'anticomunismo viscerale, ad appoggiare un governo in cui primeggiano coloro che agitavano il cappio ai tempi di tangentopoli o si rifanno apertamente ad ideologie sconfitte dalla storia. A difesa di un modello di società, in cui i valori a cui ci si dovrebbe ispirare tendono ad essere rovesciati (gli onesti sono degli stupidi). Poi piangeranno sul latte versato e daranno al colpa, come al solito, ai soliti comunsti che mangiano (come sempre) i bambini.
random - ravenna - Mail - mercoledi 13 gennaio 2010 17.46
finalmente dopo 10 anni di ingiurie e falsità contro Craxi si legge un articolo "senza paura" di dire ql che è stato un potenziale eccellente innovatore della politica..anticomunista..ma di sx..Mi ricorderò sempre della trasmissione del dj di studio 105 Red Ronny che alla radio incitava noi giovani a credere nel cambiamento: nell'università (allora diedero dell'imbecille a Sgarbi per i suoi attacchi alla baronia), della sanità, del sistema politico con l'idea del presidenzialismo, la libertà delle bande televisive ..insomma un coraggio tale che appena lo presero di mira tutti gli voltarono le spalle (compreso Red..aimè) e saltarono via tutti dalla barca che inesorabilmente affondava.. Più nessuno era stato allora socialista.. Oggi dico vergogna a tutti ql che lo hanno infamato, lo hanno tradito..!!
la biografia di Minoli su craxi e qst articolo mi fan ben sperare che sia maturo il tempo per rivendicarne il positivo e coraggioso peso politico, come uomo e come grande statista innovatore...Oggi più di ieri bisognerebbe parlarne...finalmente..evviva..
giovanna nuvoletti - Roma - Mail - mercoledi 13 gennaio 2010 17.25
Nell'ambiguità e nella nostalgia del vecchio PCI non si è certo riusciti a costruire quella sinistra democratica di cui l'Italia avrebbe bisogno, e nella quale qualcuno, in buona fede, ha creduto.
Forse bisogna aspettare la fine del viaggio di questa cosa che ora si chiama PD, per sperare di rinascere
letizia - firenze - Mail - lunedi 11 gennaio 2010 18.11
Analisi perfetta dei connotati di questa 'sinistra', che definirei tout court 'intellettualmente disonesta', e più intellettuale è, più disonesta è, (gli intellettuali onesti, alla Pansa, sono stati ovviamente emarginati, perché scomodi). Quanto ai radicali, dove sono andati a finire?Anche io negli anni 80 ero radicale e ora rabbrividisco al pensiero che, ancora una volta, la povera Bonino è caduta nella stessa rete. Evidentemente experientia non docet.


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