Giovannella Polidoro

Nel giorno dell’Epifania di trenta anni fa, a Palermo veniva assassinato Piersanti Mattarella, presidente in carica della Regione Sicilia ed esponente di spicco della corrente di sinistra della Dc che faceva capo al leader democristiano Aldo Moro, ucciso dalle Brigate Rosse, come è noto, un anno prima. L’assassinio di Mattarella, avvenuta davanti agli occhi terrorizzati dei suoi familiari, con i quali - senza essere seguito dalla scorta, perché era un giorno di festa - si apprestava a recarsi in chiesa per la messa domenicale, rientra nella categoria dei cosiddetti ‘omicidi eccellenti’ che, a partire dalla fine degli anni ’70 del secolo scorso, funestarono il territorio siciliano e la città di Palermo, in particolare in quella stagione di ‘sangue’ che si concluderà soltanto anni dopo con le stragi di Capaci e di via D’Amelio. Si disse subito - benché le indagini, coordinate dal giudice Giovanni Falcone, tendessero ad ipotizzare anche una ‘pista’ di matrice terroristica, peraltro mai dimostrata  - che l’omicidio del presidente della Regione siciliana era stato ordinato dai capimafia di Cosa Nostra, che avevano così deciso di liberarsi di un avversario scomodo inviando un messaggio forte e chiaro al Governo e alle istituzioni italiane. Per avere conferma di questa verità ci sono, però, voluti più di vent’anni: la Cassazione, con sentenza definitiva ha infatti riconosciuto i potenti boss di Cosa Nostra Toto Riina, Bernardo Provenzano, Michele Greco e Stefano Bontade, come i veri mandanti del delitto. Sulla vicenda, nonostante il lungo iter giudiziario, rimangono ancora molti dubbi e tante domande senza risposta, dal momento che, a tutt’oggi, risultano ignoti i nomi degli uomini del commando che, in quel giorno di Epifania di trenta anni fa, premettero il grilletto contro Mattarella. L’unica certezza è che la mafia era contraria alla linea politica seguita da Piersanti Mattarella in Sicilia, che confliggeva con gli interessi illeciti e le attività di controllo sul territorio siciliano da parte dei boss di Cosa Nostra. La Dc in Sicilia si trovò, infatti, a fare i conti con un organizzazione composta da uomini d’onore e di affiliati che, grazie alla complicità di mandanti politici era, ormai, penetrata all’interno delle istituzioni locali, gestendo direttamente i principali appalti regionali per la realizzazione di opere pubbliche. Mattarella si impegnò a fondo per sconfiggere il sistema politico - mafioso e ripristinare sull’isola una situazione di legalità, in modo da trasformare quel territorio, così tormentato dalle logiche affaristiche imposte dai capimafia dei clan siciliani, in una “regione con le carte in regola”. Nella sua ricerca di novità politica e di voglia di cambiamento, Mattarella cercò di attuare un disegno politico che ricalcasse le orme di quello nazionale e, pertanto, tentò di avviare un dialogo fecondo con gli esponenti locali del Pci, in modo da favorire, anche in Sicilia, la nascita di una sinistra moderna e riformista. E’ indubbio che il suo progetto per la creazione della regione siciliana ‘con le carte in regola’ sia ancora oggi di straordinaria attualità. Come ha infatti osservato a tal proposito il deputato del Pd, Sergio D’Antoni: “rappresenta una condizione fondamentale per invocare una politica nazionale meridionalista e non dare alibi a quanti lavorano contro il Mezzogiorno”.




(articolo tratto dal webmagazine www.periodicoitaliano.info)

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Luca - Italia - Mail - sabato 9 gennaio 2010 9.21
Risposta a Vittorio L: non credo di aver capito cosa intende. Mi sono largamente sbagliato su cosa?
Vittorio Lussana - Roma - Mail - sabato 9 gennaio 2010 6.12
Caro Luca da Ascoli, la notizia è che solo periodicoitaliano.info e laici.it hanno ricordato il trentennale dall'assassinio di Piersanti Mattarella. Inoltre, se permette, la valutazione delle notizie qui le fa il direttore o, al massimo, il sottoscritto. Se ritiene di avere titolo per decidere lei cosa noi si debba mettere in pagina, credo sia opportuno avvertirla che si sbaglia. E che lo ha già dimostrato ampiamente.
Tanti auguri di un felice 2010, sereno e pacifico. Soprattutto da parte sua.
VL
Luca - Ascoli - Mail - venerdi 8 gennaio 2010 17.2
mi chiedo dov'è la notizia.


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