E no, caro vescovo Mansueto Bianchi, mi dispiace, ma le sue parole risuonano come un tentativo maldestro di far tacere l’informazione in merito alle violenze perpetrate sui minori di Pistoia. Proprio l’altro giorno, infatti, il vescovo Bianchi ha criticato la diffusione delle riprese in cui si vedono le violenze e i maltrattamenti compiuti all’asilo affermando che “trasmettere quei filmati non era necessario”, teorizzando altresì un concetto di diritto dei cittadini ad essere informati e il parallelo dovere dei giornalisti a informare nel rispetto delle norme. “Sarebbe bastato”, ha inoltre aggiunto, “che quelle immagini le avessero viste solo i genitori o che, almeno, fossero state trasmesse con le adeguate e dovute cautele”. Non ci siamo proprio, Monsignor Bianchi: i cittadini non sono così rassegnati ai ‘dogmi’ come lo siete voi prelati. Al contrario, mai un filmato è risultato cosi utile. E non solo alle indagini, ma anche a far vedere dove la Chiesa ha fallito. E sì, caro Vescovo: la missione della Chiesa è naufragata, poiché non è riuscita a fare in modo che il modello del buon cristiano entrasse nelle teste ormai malate dei due esseri immondi che la società indegnamente ed erroneamente chiamava maestre o educatrici. Una delle due ora dice di esser stata cambiata dal carcere, dove avrebbe preso consapevolezza della vicenda, dichiarando ai suoi avvocati di esser pronta ad affrontare la complessa situazione che le si prospetta davanti. Ma ci rendiamo conto di cosa dice questo essere spregevole? Di aver “preso consapevolezza”. Adesso, che si ritrova chiusa dietro 4 mura. Sinceramente, spero che in quella prigione ci ‘marcisca’ per il resto che le rimane da vivere. Ma detto questo, mi meraviglio davvero come un vescovo possa esprimere certe affermazioni, dalle quali si evince che, anziché pregare per le famiglie colpite da questa gravissima disgrazia, che ha toccato i loro affetti più cari, si preoccupa di cosa dovrebbe comunicare o meno l’informazione. Ben vengano questi filmati e ben vengano tutte quelle riprese in cui si possono inchiodare alle proprie responsabilità tutti coloro che, in un modo o nell’altro, usano violenza sui minori, in maniera da poter vedere in faccia chi delinque, chi abusa, chi violenta. Allora, ne vedremo delle belle e chissà che, finalmente, personaggi fino a oggi coperti dai segreti istruttori o da segreti in generale non si possano anche guardare in faccia! Al momento dell’arresto, Anna Laura Scuderi è apparsa fredda, lucida, impassibile di fronte alle accuse emerse dalle telecamere piazzate dalla squadra mobile nell’asilo. Sembrava non provare alcun tipo di emozione, né rimorsi. Si era chiusa in un rassegnato mutismo, che la schiacciava definitivamente nel ruolo di aguzzina dei piccoli ospiti del nido. Una personalità su cui gli inquirenti hanno subito gettato luce, tanto che, nella sua ordinanza, il Gip di Pistoia ne tratteggia alcune caratteristiche precise: patita della pulizia, insofferente ai rumori, molto, forse troppo, attenta a che tutto fosse perfettamente in ordine nella scuola infantile in cui, a quanto pare, “i bambini non giocavano mai”. Ed ecco il punto: quei bambini non giocavano mai dove i loro sogni si infrangevano in una torbida violenza, nel luogo in cui la loro infanzia veniva turbata, laddove la fiducia nel prossimo è stata definitivamente cancellata dalle loro piccole menti. Caro signor Vescovo, il danno di cui lei dovrebbe veramente preoccuparsi è quello di sapere quante preghiere dovranno dire la notte, prima di andare a dormire, questi bambini, affinché qualcuno gli restituisca ciò che di più bello e di più profondo essi possono avere dalla vita: le prime emozioni, le carezze, le protezioni e l’affetto degli adulti.