Giovannella PolidoroNilde Iotti fu la prima donna, nella storia della Repubblica italiana, a occupare lo scranno più alto di Montecitorio e, per ricordare i 10 anni dalla sua scomparsa, la Fondazione della Camera dei Deputati le ha reso omaggio proprio nel luogo in cui ha svolto la sua lunga attività di parlamentare. Si è trattata di una commemorazione assai significativa e per due ordini di ragioni: anzitutto, perché svoltasi in un momento in cui il ruolo ineludibile del parlamento viene messo in discussione dal presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, e da una parte della sua maggioranza di governo, è giusto ricordare che la parlamentare Nilde Iotti contribuì alla stesura della Carta costituzionale, il testo che contiene i principi e le regole che devono ispirare l'attività delle istituzioni di garanzia e la vita dei cittadini italiani. In secondo luogo, perché l'imparzialità del presidente della Camera, riconosciuta peraltro dalla Costituzione vigente, viene messa, a ogni piè sospinto, in discussione dalla Lega e da una parte del PdL. Del resto, la bufera scoppiata nel centrodestra all'indomani della pubblicazione del fuorionda concernente la conversazione privata tra il presidente della Camera, Gianfranco Fini, e il procuratore di Pescara, Nicola Trifuoggi, che ignari del fatto che i microfoni fossero accesi hanno discusso confidenzialmente di Berlusconi e delle sue vicende giudiziarie, ne è la riprova. Il presidente Fini, intervenuto alla commemorazione, non ha commentato direttamente la notizia, né le polemiche che ne sono scaturite, ma ricordando l'insegnamento e l'attualità del pensiero di Nilde Iotti, ha voluto sottolineare che: “Essere super partes non vuol dire rimanere estranei al confronto delle opinioni, perché la cultura democratica si fonda sul confronto delle idee. La presidente Iotti - ha continuato Fini - offrì un esempio di imparzialità e di equilibrio che le valse il riconoscimento e la stima di tutte le parti politiche. Non rinunciava, però, alle sue idee”. Difatti, da presidente della Camera, Nilde Iotti rivendicò in più occasioni la sua imparzialità entrando in aperto contrasto con il gruppo dirigente del Pci - cosa che si verificò durante la discussione del decreto relativo al taglio di 4 punti di contingenza (il cosiddetto decreto di 'San Valentino' del 1984) - con il socialista Bettino Craxi e con il democristiano Francesco Cossiga, all'epoca rispettivamente presidente del Consiglio e presidente della Repubblica. Con rigore e dignità, Nilde Iotti si prodigò perché fosse riconosciuta e rispettata l'indipendenza e la sovranità del parlamento e “la sua imparzialità non fu mai neutralità”, ha ricordato ancora il presidente Fini, citando Luciano Violante. Nilde Iotti, però, non fu solo questo. Soprannominata con affetto la 'Signora della Repubblica', non ha mai dimenticato nella sua lunga attività di militante e di parlamentare, di essere donna. Già ai tempi dell'Assemblea costituente del 1946, la Iotti, in controtendenza con le posizioni dominanti tipici di una società fortemente maschilista e conformista, si schierò dalla parte delle donne italiane che per la prima volta, dopo gli anni bui della seconda guerra mondiale, si erano affacciate sulla scena politica per rivendicarne l'uguaglianza e la  parità di genere. Il primo passo per l'emancipazione della donna - era solita affermare la Iotti - è il lavoro, che deve essere una meta e non, come predicava Mussolini alle folle deliranti, una tappa della vita “da risolversi, prima possibile con il rientro nell'ambiente domestico”. La sua battaglia in favore delle donne, vissuta all'interno delle istituzioni repubblicane, la rese promotrice della legge sul diritto di famiglia del 1975. Inoltre, nonostante le pressioni esercitate dal gruppo dirigente comunista, la Iotti non esitò  a schierarsi dalla parte della gente comune, in quella stagione politica che furono gli anni settanta, conclusasi con la vittoria, prima, del referendum sul divorzio nel 1974 e, dopo, sull'aborto nel 1978. E' stata una delle grandi donne della Repubblica e il suo insegnamento, umano, morale e civile, sorprende per la forza della sua modernità.


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domenico - milano italia - Mail - giovedi 10 dicembre 2009 10.44
la lega ha tutte le ragioni di questo mondo di criticare la Iotti, figura decisamente insignificante rispetto alla loro presidente della camera, la famosa pivetti (il minuscolo è voluto) personaggio di levatura universale che ha inciso, ed inciderà per sempre, sulla storia del ns. paese.
Ma per carità.
Domenico Capussela
Alessandra - Como - Mail - giovedi 10 dicembre 2009 8.50
Concordo pienamente con quanto leggo qui sotto. Invece di scrivere superficialità sarebbe opportuno tacere su argomenti di cui non si sa nullA, non dico molto ma almeno informarsi no?
maurizio - milano/Italia - Mail - mercoledi 9 dicembre 2009 17.48
E' curioso affermare che Fini abbia a che fare con Nilde Jotti: ricordo che a quell'epoca il partito di Fini era frequentato da tipini come Saccucci e Caradonna, quello era il target politico. Inoltre Nilde Jotti da Presidente della Camera non usava esternare tutti i giorni sul PCI come Fini fa sul Pdl. E' meglio studiare la storia e i documenti dell'epoca prima di scrivere sul tema.


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