Alice StopponiLa RU 486 non è la pillola del giorno dopo, ma un metodo farmacologico per l’interruzione precoce di gravidanza. Oggi, il farmaco risulta in commercio in quasi tutti i Paesi dell’Ue. Dopo un lungo procedimento dettato dalle normative europee (la cd procedura di mutuo riconoscimento), nel luglio 2009 l’Aifa ha autorizzato la commercializzazione della Ru 486 anche in Italia. Ma diversi giorni fa è nato l’ennesimo scontro etico - politico nella commissione Salute del Senato legato a un cavillo tecnico. Di prassi, infatti, la somministrazione della pillola Ru486 è accompagnata alla somministrazione di un altro farmaco, che completa il ciclo di cura. “La coerenza con la legge 194 si realizza solo se c’è il ricovero ospedaliero ordinario per tutto il ciclo fino all’interruzione verificata della gravidanza. Un processo che se invece avvenisse al di fuori di questo contesto sarebbe una violazione della legge 194? E’ quanto affermato, parlando con i cronisti al Senato, dal ministro del Welfare, Maurizio Sacconi, che ha chiesto un ulteriore esame della questione: “Questo significa - ha aggiunto - che bisognerà dar vita ad un monitoraggio rigoroso, perchè se nei fatti si verificasse l’elusione sistematica di quella disposizione, noi dovremmo sollevare il problema della incompatibilità strutturale tra la legge 194 e il processo farmacologico”. Con questa azione il ministro Sacconi ha permesso che la pillola Ru486 sia somministrata soltanto in ospedale, cosa che già avviene, ma senza l’obbligo di un ricovero coatto. Invece il ministro stabilisce: “Un attento monitoraggio del percorso abortivo in tutte le sue fasi, per ridurre al minimo le reazioni avverse (effetti collaterali, emorragie, infezioni ed eventi fatali) e per disporre di un rilevamento di dati di farmacovigilanza che consenta di verificare il rispetto della legge”. Che è quanto si legge anche nel parere che il ministro del Welfare ha inviato al presidente dell’Aifa, Sergio Pecorelli. La RU486 è un farmaco che consente di abortire senza ricorrere all’intervento chirurgico e, se comparato all’aborto chiurgico, rappresenta un grandissimoa passo in avanti della medicina. L’Istat ci fornisce una serie di dati sugli aborti legali che vengono praticati ogni anno in Italia: il numero diminuisce progressivamente ogni anno, per quanto rimanga ancora una sacca di aborti clandestini. Assumendo il dato del 1998 di 138 mila aborti all’anno e raffrontandolo con i casi della Francia e della Svezia, dove il 30% degli aborti è realizzato con la RU486, è facile intuire come, dopo un primo rodaggio e una sua conoscenza, anche in Italia potrebbe riprodursi un fenomeno simile. Nel 2000, il numero degli aborti registrati si è fermato, infatti, a 135 mila, stabilizzando il trend dal 1995. L’Istat stesso ha dichiarato, nell’annuario statistico del 6 novembre 2002, che si può affermare come “in Italia sta cambiando il modello di abortività volontaria: si sta passando da un modello di tipo “tradizionale”, caratterizzato da un ricorso all’Ivg soprattutto delle donne coniugate con figli, a un modello, più simile a quello dei paesi nord europei, in cui l’aborto è più estemporaneo e legato a situazioni di “emergenza”, ovvero non viene più utilizzato per controllare le dinamiche di pianificazione familiare”. Perché tante polemiche per un passo in avanti meno invasivo, dove non subentrano i rischi legati all’intervento tradizionale o al trattamento anestetico? Ogni Paese che ha introdotto la Ru486 ha stabilito dei propri limiti e delle norme d’uso, come in questo caso l’Italia, perché è comunque un farmaco che provoca un aborto e, quindi, può determinare complicazioni. Per questo, occorre monitorare la paziente che assume la pillola. Il vero problema legato al nostro Paese è che sembrano essererci dei veri e propri tabù, come il sesso, la contraccezione e l’aborto. E litigando per niente, si è persa l’ennesima occasione per vincere tutti insieme una battaglia di civiltà ribadendo l’operazione consumistica a danno della dignità femminile.




(articolo tratto dal web magazine www.periodicoitaliano.info)

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