L'On. Fabrizio Cicchitto, autorevole parlamentare di
Forza Italia, ha voluto cortesemente partecipare al nostro lavoro di approfondimento intorno ai problemi della sinistra italiana inviandoci il presente editoriale.
Il centrosinistra presenta contemporaneamente problemi riguardanti la leadership, la piattaforma politico-programmatica generale e i suoi riferimenti con la società.
A un anno e mezzo di distanza dalle elezioni del 13 maggio, il centrosinistra non ha più una
leadership riconosciuta.
Oggi
Rutelli è diventato il leader di una parte maggioritaria della
Margherita, che vuole giocare fino in fondo la carta di un suo
insediamento al 'centro' in una chiave molto concorrenziale con
Forza Italia e
l’Udc, ma non ha più nessuna possibilità di essere leader
riconosciuto del centrosinistra alle prossime elezioni politiche.
Paradossalmente a mettere una pietra tombale su questa possibilità è stato proprio il
blitz vincente nei confronti dei
‘diessini’ che egli ha fatto sul tema
dell’invio degli alpini in Afghanistan.
In sostanza, è forte l’impressione che
Rutelli stia lavorando per accentuare
l’immagine di centro della Margherita in attesa dell’arrivo di qualcun altro.
Allora il punto più profondo di crisi si chiama
Ds e, nei
Ds, ha i nomi di
Fassino-D’Alema-Amato e la tendenza riformista che aveva vinto il
Congresso di Pesaro, ma che successivamente è stata letteralmente travolta dal combinato disposto del
‘correntone’, del
girotondismo, del
massimalismo sindacale di Cofferati, del
‘partito dei giudici’.
Sul
”Foglio” sono stati impietosamente messi a fuoco tutti i limiti di
D’Alema: oggi non riesce a essere compiutamente un
riformista malgrado i saggi scritti a quattro mani con
Amato e ancor meno riesce a esserlo
Fassino, che appare una sorta di
segretario organizzativo dei Ds impegnato nell’affannato inseguimento di ogni movimento.
Al fondo c’è l’opportunismo tipico dei
‘ragazzi di Berlinguer’, incapace sia del grande
tatticismo togliattiano, sia delle battaglie a viso aperto di
Giogio Amendola.
Fassino, ma anche, alla fin fine,
D’Alema, hanno cercato di
‘recuperare’ ogni movimento finendo con l’essere travolti dal loro stesso tatticismo e da un
attivismo privo di ‘testa politica’: il risultato è la débacle sugli alpini in Afghanistan.
Questa grande difficoltà politica si accompagna a serie questioni sul terreno dell’insediamento sociale.
L’attuale gruppo dirigente dei
Ds è
‘impiccato’ a seguire tutte le scelte della
Cgil malgrado essa sia diretta dal suo più serio
avversario politico all’interno della sinistra, cioè da
Cofferati.
Per seguire questa linea ‘masochista’
D’Alema e Fassino sono stati costretti a rompere sia con la
Cisl e la
Uil, sia con quel pezzo di
Confindustria con la quale avevano stabilito rapporti politici nel passato.
Questa crisi fra il
‘centro’ e la ‘sinistra’ dell’Ulivo e questa crisi della
sinistra diossina sono destinate ad accentuarsi, sia per ragioni
programmatiche, sia per questioni riguardanti la leadership.
Infatti, dal punto di vista programmatico le possibilità sono
due: o
l’area ‘riformista’ dei
Ds contrattacca proprio su questo terreno, ma
allora
sono i Ds a spaccarsi, oppure essi si
arrendono al ‘correntone’ e allora le contraddizioni su questo terreno esploderanno
fra Margherita e i Ds.
In ogni caso, i problemi immediati e di più lungo periodo li hanno
D’Alema e Fassino che, per un verso, devono scegliere se dare battaglia o
no e, per un altro, devono anche chiarire qual è la loro
ipotesi di
leadership.
Insomma, abbiamo l’impressione che molti degli ‘altri’ della
Margherita
o nei Ds, una qualche idea ce l’abbiano:
fino al 2004 ognuno farà la sua parte, la
Margherita accentui il suo essere
di ‘centro’ e i
Ds-Cgil accentuino la loro
caratterizzazione a sinistra in modo da
togliere ogni spazio a Bertinotti e costringerlo a un’alleanza
subalterna, poi scatterà l’operazione per il
ticket vincente di Prodi e di Cofferati: esistono tutti gli elementi per capire che
è questa l’operazione in preparazione, rispetto alla quale
D’Alema, Fassino, Amato, se non sono in grado di rivoltare la ‘frittata’, appaiono
spiazzati.
Parlamentare di Forza Italia