Vittorio LussanaRispondo, con un po’ di ritardo, lo ammetto, all’articolo di Rina Gagliardi pubblicato di recente sul quotidiano ‘l’Altro’, in cui questa esimia collega ha volutamente accomunato la figura di Bettino Craxi a quella di Silvio Berlusconi. Gentilissima signora Gagliardi, la farò breve: lei ha letteralmente confuso la ‘rava’ con la ‘fava’. Bettino Craxi, socialista liberale, fortissimamente anticomunista, non è mai stato un conservatore o un uomo di destra. Ed anzi, sarebbe il caso di cominciare a considerarlo uno dei personaggi politici più progressisti della Storia d’Italia. Bettino fu di sinistra poiché tentò generosamente di scavalcare l’impostazione intellettualistico - leninista del Pci; Bettino fu di sinistra perché cercò una strada per un movimento riformista italiano autonomo, non asservito a potenze straniere; Bettino fu di sinistra poiché seppe culturalmente avvicinare questo Paese alle concezioni liberali e socialdemocratiche europee rispetto ad un provincialismo piccolo - borghese che appiattiva il concetto stesso di sinistra politica sull’italo - marxismo; Bettino fu di sinistra perché dimostrò un’attenzione sociale spiccata nei confronti di moltissimi cittadini, aiutandoli ad uscire dai propri problemi personali al fine di realizzare la propria esistenza umana e professionale; Bettino fu di sinistra poiché aveva un progetto ideale altissimo di unità socialista, che verteva ad incanalare il necessario processo revisionistico del Pci al fine di farlo finalmente approdare sulle ‘sponde’ del riformismo socialdemocratico; Bettino fu di sinistra poiché era un vero umanista, che considerava il liberalismo e il socialismo filosofie centrali della cultura storico - politica italiana. E non era affatto un caso che i suoi interessi storici riguardassero principalmente la figura di Giuseppe Garibaldi, un socialista ante litteram che pose se stesso al servizio del Paese per la realizzazione di un processo politico enorme: quello della nostra riunificazione nazionale. Cosa ‘diamine’ possa entrarci tutto questo con Silvio Berlusconi, a questo punto lei dovrebbe veramente venirmelo a spiegare, esimia collega. Ma bene, eh? Perché se non siete più in grado nemmeno di far questo, allora significa che siete veramente gente fuori dal mondo. Quella di Craxi è stata politica vera, mica ‘robetta’ da ‘Grande Fratello’, cara Gagliardi. E dimostrarsi totalmente inconsapevoli dell’avvenuto tracollo qualitativo della politica italiana, verificatosi dopo la sua ‘uscita di scena’, non significa solamente testimoniare come non esistano più, a sinistra, risposte realistiche per emergere dal ‘pantano nuovista’ e confusionario della Seconda Repubblica, bensì che si intende rimanere ancorati a delle velleità astrattamente utopiche pur di non intraprendere alcun genere di lotta politica per un’evoluzione socio – economica di questo Paese.




(articolo tratto dal sito web www.periodicoitaliano.info)
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IL LAICISTA - Roma - Mail Web Site - mercoledi 8 luglio 2009 19.43
D'accordo, la Jerovolino-Vassalli fu un errore e gli errori si fanno anche in politica come in tutti gli altri campi, ma non fu un errore da poco.
Stabilire che un comportamento non lesivo dei diritti altrui possa essere perseguito, mi è parso subito un pericoloso precedente.

Che poi, oggi, alcuni socialisti come Sacconi, possano ritenere lecito che lo Stato decida del destino delle persone (mi riferisco al caso Eluana), non mi sorprende più di tanto.

Su tante cose Craxi ebbe ragione, ma sulle droghe si comportò da reazionario, non certo da liberale e socialista, creando un precedente da cui forse alcuni socialisti non si sono ancora liberati.

Preciso che non ho alcun pregiudizio antisocialista, avendo votato a suo tempo la RnP ed essendo disposto a votarli ancora se solo riuscissero ad evitare assurde compagnie, sia a sinistra che a destra.

Ciao
Vittorio Lussana - Roma - Mail - mercoledi 8 luglio 2009 15.3
RISPOSTA A IL LAICISTA: ti riferisci alla Jervolino - Vassalli? Fu il frutto di un accordo Dc - Psi: cosa si poteva pretendere? La legalizzazione di quelle leggere? La politica si fa anche nei modi, nelle forme, nelle circostanze e con gli alleati che ci si ritrova. E, comunque, a quei tempi, personalmente fui contrario (come lo sarei oggi, del resto): errori ne facciamo tutti.
VIK
IL LAICISTA - Roma - Mail Web Site - mercoledi 8 luglio 2009 0.18
La legge sulla droga voluta da Craxi non fu né liberale né di sinistra, non trovi?

Per il resto concordo ampiamente.
Paolo Vannini - Pistoia - Mail - martedi 7 luglio 2009 17.1
Pur con tutti i limiti e gli errori... diamo a Craxi quel che fu di Craxi. Bravo Vittorio, un piccolo contributo ad un'opera di verità.
Carlo Cadorna - Frascati - Mail - lunedi 6 luglio 2009 18.53
Condivido! Fu, insieme a De Gasperi,
l'unico vero statista che abbiamo avuto.


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