Nicola Galloro, ex assessore alle politiche abitative del Comune di Roma e attualmente consigliere provinciale del Partito democratico a Palazzo Valentini, è senza dubbio uno dei personaggi politici più interessanti della capitale, nonché persona assai predisposta ad un rapporto diretto con cittadini ed elettori. In quanto esponente assai ascoltato dai vertici nazionali del proprio partito, lo abbiamo incontrato per discutere insieme a lui di alcuni gravi problemi della ‘città eterna’, ma anche per riflettere intorno ad alcune questioni sorte durante la campagna elettorale che si è appena conclusa.
Nicola Galloro, a Napoli l’immondizia, che sembrava sparita, è riapparsa sulle strade. E anche a Roma, carcasse di animali e rottami di automobili sono il ‘detestabile contorno’ di molti quartieri: perfino gli alberi non vengono più sostituiti dopo il loro ciclo biologico. Cosa stanno diventando, Roma e l’Italia, agli occhi del mondo?
"Stiamo assistendo ad un vero e proprio impoverimento delle nostre città, che non sembrano di grande interesse per l’attuale Governo. Indubbiamente, neanche prima Roma era il massimo. Ma noi, per lo meno, ci eravamo vincolati a degli impegni presi in precedenza ed eravamo riusciti a far funzionare abbastanza bene la macchina organizzativa comunale. Invece, con l’attuale amministrazione della destra, Roma si presenta in un evidente stato di abbandono. Dal 1993, Roma e Napoli non sono più in situazioni così diverse rispetto alle altre città del nord. Soprattutto Roma, che con l’amministrazione Rutelli ha potuto provvedere al restyling di molte piazze e di tutto il suo centro storico. Nell’arco di 15 anni siamo riusciti a superare, dal punto di vista organizzativo, ma anche da quello ‘creativo’, Milano e Torino. Stavamo realizzando politiche innovative, come ad esempio l’autofinanziamento della città di Roma attraverso la pubblicità affissa sui cartelloni posti lungo i ponteggi di rifacimento e di restauro dei palazzi: noi fummo i primi, negli anni ’90 del secolo scorso, ad escogitare quel sistema. Inoltre, noi intervenivamo efficacemente sul Terziario e sul turismo, abbiamo riorganizzato le direzioni e interi centri direzionali, amplificato la ricettività, sostenuto lo spettacolo con la delibera denominata ‘Nuovo cinema Paradiso’, che io stesso appoggiai e che rientrava tra le operazioni di autofinanziamento per reperire i fondi necessari alle spese di miglioramento della vivibilità sociale di Roma. Si pensi solo al fatto che, grazie a quest’ultima idea, vi fu un aumento del numero di sale cinematografiche: da 58 alle 300 attuali. Dal 1993 in poi, questa città ha portato il suo Pil allo stesso livello delle città del Nord - Est, mentre da un anno a questa parte, con l’attuale Sindaco, assistiamo ad un evidente degrado: ora, il mondo intero paragona Roma ad una qualunque città africana…".
Rimanendo sul problema della spazzatura, come funziona, secondo lei, il servizio dell’Ama, l’azienda municipale capitolina che si occupa della raccolta dei rifiuti?
"Beh, onestamente non era efficientissimo neanche prima, anche se noi cercavamo di farlo funzionare al meglio, mentre ora è completamente in deficit…".
E le numerose buche nelle strade? Come mai il rifacimento dei manti stradali della capitale ha subito un indiscutibile rallentamento?
"Durante la nostra amministrazione, ciò a cui vi state riferendo entrava in funzione senza particolari complicazioni burocratiche: esisteva una delibera per cui, se si formava anche una sola buca in una qualunque strada appartenente al Comune di Roma, immediatamente doveva essere riparata senza l’interpellanza del consiglio amministrativo. Ciò valeva anche per le piante che cadevano dopo il loro naturale ciclo biologico: dovevano essere subito sostituite attraverso il servizio giardini. E tutto questo in automatico, senza l’interpellanza di nessuno. Era logico e automatico provvedere al ripristino sia delle strade, sia dei giardini. Ora, l’attuale amministrazione ha annullato i contratti con le aziende contattate dall’allora Sindaco Veltroni, facendo saltare l’intero meccanismo. Senza queste necessarie e importantissime manutenzioni di routine, ecco che assistiamo al blocco quasi completo della ‘macchina’ capitolina, che è tra le amministrazioni più complicate, portandola ad una totale rovina. Non parliamo poi delle potature degli alberi e delle piante: per qualcuno, il farlo rappresenta una cosa talmente speciale da affiggere i manifesti per tutta la città! Noi, che oggi siamo all’opposizione, non ci siamo mai sognati di mettere i manifesti ogni volta che abbiamo curato il verde di Roma, poiché eravamo automaticamente certi che ciò facesse parte della normale amministrazione. Quando amministravamo noi, Roma era diventata una ‘città – giardino’. Invece, questi signori della destra affiggono addirittura i manifesti per comunicare ai cittadini di aver potato gli alberi fuori stagione. Ma quel che più diverte è che tali potature, per la maggior parte delle volte vengono effettuate sulle arterie a grande scorrimento: l’esempio lampante è avvenuto su via Cristoforo Colombo, in cui si è deciso di intervenire di giorno e durante le ore di punta! Poi avvertono tutti con i manifesti che la cosa è stata fatta: non è ridicolo tutto ciò"?
Il Ministero del Tesoro di recente ha accusato l’ospedale Niguarda di Milano di sprechi avvenuti tramite incarichi e ‘appalti d’oro’. E a Roma? Noi abbiamo visitato quattro grandi ospedali romani e, nello specifico, abbiamo trovato il ‘Sandro Pertini’, ad esempio, praticamente al ‘collasso’ per mancanza di posti letto, anche in reparti fondamentali come medicina e cardiologia: qual è il suo parere in merito a ciò?
"Questo è solo uno dei tanti esempi che testimoniano l’avvenuto ‘spoglio’ di Roma, una cosa da ‘lanzichenecchi’. Roma stava investendo molto sul terziario. Ora, anche Milano e Torino hanno cominciato a seguire questa strada, ma non si stanno accontentano di ‘copiare’ applicando gli stessi programmi innovativi di cui fummo ideatori: riproducono lo schema e tolgono fondi alla capitale, in una sorta di nuovo ‘sacco di Roma’. Non c’è solo il problema dei ‘posti – letto’ degli ospedali. Osserviamo anche come è stata gestita la ‘questione – Rai’ o quella degli aeroporti, attività tipiche dell’amministrazione di Roma: sono state tagliate e immiserite, depauperate e spremute, tutto e solamente a vantaggio delle città del Nord, una tendenza che li condurrà a porre inesorabilmente la questione della centralità di Milano. In questo momento, l’attuale maggioranza ci dà il ‘contentino’ di un minimo investimento per i buchi di bilancio tramite il progetto ‘Roma - Capitale’. Così, tanto per mostrarsi magnanimi e lasciarci calmi e quieti. In sostanza, da un canto ci toglie tutto, ma dall’altro ci prende in ‘giro’ attraverso un ‘battage’ pubblicitario in cui i soldi hanno già preso altre vie".
Sulle reti Mediaset avviene un tassativo oscuramento delle forze di opposizione, mentre gli spazi Rai sono assai pochi: cosa ne pensa?
"Il problema di Berlusconi è quello del suo eccessivo potere mediatico: non c’è posto per chi non è gradito. E molto presto non ci sarà più posto per nessuno perché, entrando in politica, egli ha potuto mettere le mani su tutto, perfino su territori esteri: ha acquisito forze consistenti e fonti economiche inesauribili. Bene, ora ditemi quale primo ministro al mondo è in grado di realizzare una cosa simile: nemmeno Barack Obama! Padronanza di tutto e potere illimitato".
Quante delle amministrazioni locali passeranno dalla sinistra alla destra con il voto di questi giorni?
"E’ difficile dirlo. In verità, negli ultimi giorni di campagna elettorale c’è stato un certo mutamento di coscienza nei cittadini. Dunque, su molte situazioni locali siamo fiduciosi che i cittadini stiano comprendendo la ‘trappola’ predisposta dalle destre. Ed infatti, si cerca di annientare completamente la nostra presenza presso i media, ostacolando in tutti i modi ogni nostro tentativo di avere un rapporto diretto con la gente, che viene ipnotizzata dai loro ‘trucchi’. C’è un vecchio stratagemma cinese che recita: “Scambiare un sasso con un diamante”. Si attaglia perfettamente alla situazione attuale: ti danno poco, il sasso, per ricevere il ‘diamante’, cioè il consenso e il voto degli italiani".
Nei telegiornali si dice che l’opposizione sia alla ‘frutta’ per le gaffes di Franceschini in campagna elettorale: qual è il suo parere in merito?
"Franceschini ha finito con l’inserirsi nella schiera degli affetti e nelle questioni personali del premier. Forse, avrebbe dovuto essere più cauto, ma ha tentato di porre in discussione la figura del leader del Pdl sotto il profilo istituzionale. Naturalmente, quando si parla delle vicende personali del presidente del Consiglio, che comunque rimane un personaggio piuttosto autoritario, che non ama essere contraddetto e contro il quale nessuno deve parlare altrimenti, arrivano le ‘cannonate’. E, questa volta, le ‘cannonate’ sono arrivate da ‘bocche di fuoco’ importanti. Tuttavia, fermiamoci a pensare per un attimo: perché un presidente del Consiglio si sente formalmente obbligato a recarsi alla festa di una comune ragazzina di 18 anni, fidanzata con un rapinatore, senza prima prendere le dovute informazioni? Tutto questo senso dell’educazione, quando poi si rifiuta per lungo tempo persino di rispondere alle telefonate del conduttore ‘decano’ di Rai e Mediaset, Mike Buongiorno? Qualche perplessità, simili comportamenti la generano, eccome…".
Con il successo di alcuni partiti politici, la libertà di stampa e di editoria rischia di essere limitata, secondo lei? Non vede in aumento una certa arroganza?
"L’arroganza è in assoluto la peculiarità delle forze politiche che compongono l’attuale maggioranza di Governo: i leader di questi partiti, ora al vertice, utilizzano proprio l’arroganza per rivolgersi direttamente ai cittadini, non passando quasi più per le sedi istituzionali, che odiano…".
E perché?
"Il nostro presidente del Consiglio, ad esempio, usa casa sua, Palazzo Grazioli, come fosse il parlamento o Palazzo Chigi. Quasi tutte le riunioni che riguardano il suo lavoro e le sue attività vengono svolte preferibilmente in quella sede, che è soltanto la sua abitazione privata. Questa è la prova schiacciante che, per questo premier, le istituzioni non esistono, cioè le sedi prestabilite dal nostro ordinamento civile per tutto il popolo. E pur avendo attorno a sé un nutrito gruppo di circa 3 mila persone, non arriva a comprendere che utilizzando Palazzo Grazioli, anziché l’istituzionale Palazzo Chigi, unitamente alla riforma che ci propone di prepotenza dei 300 parlamentari ‘nominati’, inavvertitamente ci svela ciò che vorrebbe servirci all’ultima ‘portata’: per me, tutto questo ha un sapore di ‘Gran Consiglio’. Alla presidenza della Repubblica, Berlusconi ci vuol certo arrivare: non c’è alcun dubbio. Ma egli vuol farlo accorpando in un sol ruolo presidenza del Consiglio dei Ministri e presidenza della Repubblica, con un Gran Consiglio di fedelissimi che dipendano solamente da lui: sicuro ‘come il sole’ che questo ci riporta verso ‘l’Italietta’. Berlusconi, di fatto, si rivolge direttamente al popolo nel tentativo di arrivare a nominare un Gran Consiglio per conto suo. E vuol riformare tutta la Costituzione di sana pianta".
In tutta Europa spira un vento di destra: come mai?
"Nei confronti dell’Europa, da tempo si sta perpetrando un attacco teso a screditare una struttura sovranazionale come l’Unione europea, che storicamente si è rivelata fondamentale sotto il profilo dello sviluppo economico e nella pacificazione tra i popoli: si tratta di un’operazione rischiosa, in grado di mettere in crisi l’Europa stessa e tutti i Paesi che la compongono".
Nell’attuale crisi economica, molte aziende continuano a palesare grandi difficoltà nel rientrare dei loro crediti: chi è che non paga?
"Il primo a non pagare è proprio lo Stato: sono le istituzioni e gli enti locali che sono tenuti al ‘saldo’ entro 30, 60 o massimo 90 giorni. Ed è sempre lo Stato che dovrebbe cominciare a intervenire concretamente, in una congiuntura di crisi come quella attuale. E la primissima soluzione, da parte dello Stato, in molti casi addirittura risolutiva, è proprio quella di pagare i debiti contratti con le imprese".